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Edizione del 08/02/2022
Estratto da pag. 1
Vaccini, nelle Marche bene con le dosi booster ma indietro con il siero ai bambini. Occhio a 200mila Green pass in scadenza
ANCONA - Ma davvero le Marche sono la maglia nera tra le regioni italiane nella corsa alle vaccinazioni? La posizione nella classifica basata sulle quote di popolazione immunizzata, rinfacciata più volte dall’opposizione al governo regionale, specie in questi giorni di polemiche sullo scivolamento in zona arancione, non è in realtà da zona retrocessione. Tutt’altro. Marche sanità, corsa a ostacoli per incassare i 182 milioni del Pnrr. Paletti improvvisi per nuove costruzioni o restyling di ospedali e case di cura Quanto a copertura della terza dose sul totale della popolazione vaccinabile, le Marche secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio epidemiologico regionale, diretto dal dottor Marco Pompili, rilevano una quota del 65,5%, all’undicesimo posto su 21 tra Regioni e province autonome, quasi in linea con la media italiana del 66%. Anzi, secondo l’ultimo monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, che studia l’andamento dell’epidemia e delle azioni di contrasto, se si calcola la copertura booster solo sul totale degli over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 4 mesi, le Marche salgono al sesto posto (dietro Valle d’Aosta, Piemonte, Umbria, Lazio e Puglia) con una copertura dell’80,5%, superiore alla media italiana, al 79,6%.
I non prenotati Piuttosto c’è da fare attenzione a chi non ha ancora prenotato la dose booster, un dato che l’Osservatorio epidemiologico regionale sta monitorando con attenzione. Sommando i soggetti prenotati in questa fase per il richiamo (circa 48mila) ai marchigiani già vaccinati in terza dose, abbiamo una platea che chiuderà il ciclo per febbraio di 950 mila persone. Per capire quale sarà lo scenario da marzo in poi, bisogna aggiungere i casi positivi degli ultimi 5 mesi (esclusi i contagiati che hanno effettuato la 3° dose): raggiungiamo una platea complessiva di 1.114.000 marchigiani con una copertura da green pass rinforzato fino a tutto febbraio. Ma mancano all’appello ancora circa 200mila persone che non si sono ancora prenotate e hanno la scadenza nei mesi di marzo-aprile 2022. Forse anche perché, è l’ipotesi che si fa all’Osservatorio epidemiologico, «stanno aspettando altre tipologie di vaccino». La nostra regione, secondo il report di Gimbe, è invece in ritardo per le vaccinazioni in età 5-11 anni: ha completato il ciclo il 6,8% contro una media italiana del 14,5%, a cui va aggiunto un 12% (media Italia 18,2%) solo con prima dose. Peggio ha fatto solo la provincia di Bolzano. I dati più aggiornati dell’Osservatorio epidemiologico regionale riferiscono di un 20,3% in prima somministrazione e un ciclo completo al 10,92%, comunque inferiori alla media nazionale. Posti liberi Non certo perché ci sono difficoltà a prenotare: oltre alle somministrazioni già messe in agenda sarebbero disponibili oltre 5000 posti per eventuali prenotazioni nei prossimi giorni. Piuttosto le Marche soffrono storicamente, da sempre, un ritardo nelle campagne di immunizzazione dei bambini, come indicato anche nei monitoraggi Lea (il sistema di garanzia varato dalla Conferenza Stato-Regioni) che segnalano una bassa adesione alla vaccinazione in fascia pediatrica nelle Marche, con un’elusione media relativamente alta in tutta la Regione e in particolare una percentuale relativamente bassa di adesione nella provincia di Pesaro Urbino. Un capitolo a parte riguarda poi la correlazione tra copertura vaccinale e ricoveri per Covid, altro argomento speso nella polemica politica sul cambio di colore. L’attuale fase epidemiologica, secondo le analisi dell’Osservatorio regionale, sconsiglia di mettere in rapporto percentuali di immunizzazione e ricoveri. Basta confrontare la copertura attuale (854 mila vaccinati in terza dose con il 74,7% sulla seconda) con i dati del 20 gennaio scorso (705mila vaccinati con terza dose e copertura del 61,66% sulla seconda) per concludere, visto che i ricoveri sono saliti da 342 a 377, che in questa fase l’ospedalizzazione di pazienti Covid e la sua oscillazione dipende meno dalla vaccinazione e più dalla disponibilità di posti letto offerta dall
a struttura regionale. «L’incremento dei ricoveri, in una fase di regressione dell’incidenza e appiattimento delle ospedalizzazioni, è dovuto essenzialmente - secondo le valutazioni dell’Osservatorio epidemiologico regionale - all’incremento delle ospedalizzazioni di soggetti ricoverati non per motivi Covid ma che si sono positivizzati successivamente». Molti pazienti arrivano negli ospedali per tutt’altre patologie e si scoprono positivi al tampone d’ingresso.
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