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Edizione del 07/02/2022
Estratto da pag. 1
Mariujana - Cannabis CBD e THC - Oltre il Fatto
Usi terapeutici e ricreativi

Avendo vissuto larga parte della mia vita negli Usa e particolarmente in New York, mi sembra scontato riferire un dato importante di quella che viene spesso in Italia percepito come il paese di riferimento: lo scorso 31 Marzo proprio lo stato di New York ha legalizzato l’uso della mariujana per uso ricreativo e non solo medico, a ruota con altri 14 stati americani e con altri ancora che ne stanno arrivando.

Un duro colpo probabilmente alla criminalità organizzata che non potrà più utilizzare la sostanza come merce di scambio illegale e un’apertura verso un nuovo costume sociale, non nuovo se si ritorna alla storia che nasce in quelle terre prima dell’arrivo dell’uomo bianco

Con molta probabilità in Europa si seguira, con la dovuta lentezza, la stessa strada, anche se i segnali politici appaiono divergenti e contraddittori, specie negli ultimi tempi

Vista la presenza oramai quasia culturalmente accettata della sostanza e della pianta sia come uso medico che ricreativo è sicuramente utile sfatare o confermare alcuni miti a riguardo, chiarendo da prima la presenza dei due principi attivi nella pianta

Il cannabidiolo (CBD) e il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) non sono una nuova scoperta: sono stati isolati per la prima volta dalle piante di cannabis dagli scienziati all’inizio degli anni ’40. Tuttavia, la nostra comprensione dei due composti vegetali è ancora in evoluzione oggi poiché gli scienziati continuano a studiarli, imparando di più sulle loro caratteristiche e benefici medico-terapeutici.

CBD

Il cannabidiolo, o CBD, è uno dei principali cannabinoidi (composti chimici unici della cannabis) che si trovano nelle piante di cannabis sativa. Una pianta di cannabis sativa può essere classificata in base ai suoi potenziali di produzione di CBD e THC:

La cannabis sativa di tipo I contiene più dello 0,3% di THC e meno dello 0,5% di CBD.La cannabis sativa di tipo II contiene oltre lo 0,3% di THC e lo 0,5% di CBD.La cannabis sativa di tipo III contiene meno dello 0,3% di THC e più dello 0,5% di CBD.La cannabis sativa di tipo I e di tipo II è considerata marijuana mentre il tipo III è classificato come canapa.

Il CBD è un metabolita, cioè un prodotto derivato dal processo di metabolizzazione della cannabis. Tale sostanza non è considerata stupefacente, benché pare abbia effetti, perlopiù benefici, sullo stato psicofisico dell’assuntore: rilassante, antinfiammatoria e antidolorifica.

Coltivazione legale

THC

Il delta-9-tetraidrocannabinolo, o THC, è il principale cannabinoide che si trova nelle piante di cannabis sativa. Il THC è il composto che si dice produca l’effetto psicoattivo spesso associato alla cannabis. In letteratura, come dalle esperienze, questa sostanza è capace cioè di modificare lo stato psicofisico di chi l’assume, alterandone i sensi e la percezione dello spazio e del tempo e volte rallentandone i riflessi e diminuendo la capacità cognitiva, deduttiva e inferenziale, spesso in alcuni stati indotti si possono cogliere sensazioni profonde quasi mistiche facendosi invece sfuggire l’ovvio manifesto nel quotidiano. E’ anche vero che può portare a stati di euforia o tristezza, rilassamento e stimolazione dell’appetito, conservando proprietà analgesiche e miorilassanti. Questi effetti sono direttamente correlati anche con il quantitativo consumato. Paragonandone impropriamente l’uso all”alcool, una birretta ha un suo effetto palese sul comportamento e la percezione, 10 birrette un effetto molto più profondo e devastante sia dal punto di vista fisico che percettivo. Oltra la quantità va tenuto conto anche della frequenza del consumo.

CBD vs THC: differenze chiave

CBD e THC possono provenire dalla stessa pianta, ma le loro strutture chimiche uniche influenzano il modo in cui interagiscono con il corpo. A causa di queste differenze intrinseche, sono trattati in modo diverso anche nel sistema legale italiano. Da un punto di vista chimico, THC e CBD sono isomer
i, il che significa che condividono la stessa formula chimica (C21H30O2) con diverse strutture chimiche, mentre la struttura del CBD è composta da due anelli a 6 membri, il THC ha un anello aggiuntivo a 6 membri che si forma tramite l’attacco di un atomo di carbonio e di ossigeno, pertanto, CBD e THC si legano in modo diverso con i recettori nel sistema endocannabinoide del corpo, che supporta la modulazione del sistema nervoso centrale, la plasticità sinaptica, cioè il modo in cui i neuroni comunicano tra loro e la risposta del corpo ai fattori di stress esogeni. I due principali recettori nel sistema endocannabinoide sono il CB1, che si trova in gran parte nel cervello e nel sistema nervoso centrale, e CB2, che si trova principalmente nel sistema immunitario e in livelli molto più profondi nel sistema nervoso centrale. Il THC tende a legarsi con entrambi i recettori, mentre il CBD ha poca affinità per entrambi.

La legge

il DPR 309/90 considera la cannabis come uno stupefacente, ma nel tempo diverse disposizioni della norma ne hanno, spesso in maniera contraddittoria variato l’applicazione permettendo il consumo per uso terapeutico (THC) e ricreativo come Cannabis light (CBD). La cannabis Light in Italia è stata largamente commercializzata, favorita dai suoi effetti positivi e ricreativi, seppure vi sia una raccomandazione con parere negativo alla commercializzazione del consiglio superiore della sanità del 10 aprile del 2018 in qualche modo indirettamente rivisto da una pronuncia della cassazione del 31 gennaio 2019 (Cass. Sez. VI Penale, Sent. n. 4920/2019) che pone in evidenza la coltivazione e la commercializzazione di prodotti CBD come pratiche lecite. Inoltre la corte di giustizia Europea nella causa C-663/18 del 19 Novembre 2020 ha sentenziato che il CBD e quindi la Cannabis Light non è una sostanza stupefacente, contrariamente al THC, e che può quindi essere commercializzata all’interno del territorio europeo. E’ anche vero che diversamente da questa decisione della corte di Giustizia Europea la Conferenza Stato-Regioni ha da poco varato il 12 gennaio 2022 un decreto che renderebbe illegale la coltivazione e la distribuzione e rivendita della Cannabis Light rischiando di cancellare di colpo l’intero settore del CBD mandando sul lastrico intere famiglie e piccoli imprenditori che hanno investito nel settore, oltre che esporli al rischio di un reato penale. La questione come sempre è aperta e controversa, per una sostanza che in definitiva è meno pericolosa dell’alcool e da cui se ne trae un miglior beneficio. Rimane fermo il divieto dell’uso ricreativo del principio THC, mentre può essere utilizzato attraverso corretta procedura di prescrizione medica come farmaco per gli usi specifici. Si rimane in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale Italiana, il prossimo 15 Febbraio 2022, riguardo all’ammissibilità della proposta di referendum finalizzato alla legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo.

Parere

La Cannabis come ogni sostanza che altera la percezione della cosidetta realtà oggettiva costistuisce un potenziale rischio nel suo uso intenso e continuativo, probabilmente alla stessa stregua, ma anche meno, del legalissmo Alcool seppure con diversi presupposti ed effetti fisici e mentali. Piuttosto che vietarne l’uso laddove vi è la massima diffusione a tutte le età a partire dall’adolescenza, se ne trarrebbe vantaggio da un educazione all’uso responsabile, si arginerebbe probabilmente il mercato illegale che vi è alla spalle. Personalmente ho avuto la fortuna di poter provare i numerosi prodotti CBD, dalle Tisane, al cacao, al caffè, ai biscotti e vari piatti e leccornie preparate con questo derivato, posso dire di averne trovato giovamento come antinfiammatorio della mia spalla sinistra e di aver evvertito un effetto rilassante, fose meno delle quotidiane sedute di meditazione e mindfulness che consentono anche altri migliori ottenimenti. Sono generalmente favorevole a ricercare stati di serenità e meditativi, che sono anche accessibili senza l’utilizzo di s
ostanze esterne al corpo, ma non ne vieterei l’uso o la piccola coltivazione, preferisco però non far dipendere da una sostanza il mio stato di benessere psico fisico o ricreativo e conservare fin quando è possibile l’aspetto cognitivo che viene spesso inficiato dall’uso continuativo del THC, ma questo non vale per tutti . In fondo i miei figli, così come mia madre e la mia sfortunata consorte dicono da sempre che non necessito di tali sostanze in quanto pare che ne faccia uso senza farne uso, riguardo almeno la parte che ne è di beneficio, o almeno spero che si riferiscano a questo.

Dott. Egidio Francesco CiprianoPsicologo Informatico

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