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Edizione del 06/02/2022
Estratto da pag. 1
Regione, Palese alla sanità lacera il Pd Bufera bipartisan su Emiliano Veneziani: una tendenza monarchica - CorrieredelMezzogiorno.it
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Uno tsunami o solo piccole scosse di assestamento? La politica pugliese vive ore di accese polemiche dopo la decisione di Michele Emiliano di imbarcare nella squadra di governo Rocco Palese, figura di spicco del centrodestra pugliese e braccio destro dell’ex presidente Raffaele Fitto, che da tempo, aveva abbandonato la politica ritagliandosi un profilo di tecnico. Una decisione che ha avuto un parto travagliato nelle ultime settimane e che ha visto il Pd, già impegnato in un farraginoso congresso regionale, in una battaglia di contenimento, senza apprezzabili risultati. Almeno finora. Tra i democratici si respira un’aria quasi irrespirabile. Da una parte coloro che fanno trapelare che non c’è nulla di nuovo all’orizzonte, con Dario Stefano, che a suo tempo si è autosospeso per la vicenda Nardò e l’appoggio del governatore al candidato sindaco di estrema destra, che si trincera dietro un risentito «no comment». «Queste cose le dicevo da me mesi e nessuno mi ascoltava, adesso tocca agli altri parlare», dichiara; dall’altra parte Francesco Boccia, che è responsabile enti locali del Pd, affaccendato in altre questioni di partito.
La richiesta di un intervento di LettaDa Roma, quindi, per ora silenzio tombale. E i richiami ad un intervento di Letta appaiono destinati a cadere nel nulla. Si vedrà, se domani nell’incontro del gruppo regionale, con il segretario Lacarra, il fuoco si accenderà o se la ragione politica - la sopravvivenza della legislatura - avrà la meglio. Chi non desiste e non abbassa la guardia è Fabiano Amati che propone un’autoconvocazione dei circoli e «l’appoggio esterno perché la nomina Palese è sul piano tecnico insufficiente». Quindi, Amati, tenta la mossa del cavallo, attaccando il teorema del profilo tecnico di Palese. Non quindi «per questioni di posizionamento politico del passato, presente o futuro, ma perché Palese è stato il protagonista di diversi e clamorosi errori nella più recente storia amministrativa della Puglia per inadeguatezza tecnica». Anche da destra, dopo le prime dichiarazioni a base di accuse di «tradimento», si ribalta la polemica prendendo spunto dall’intervista di Palese al Corriere. Così il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, ricordando le parole del neoassessore afferma che «il presidente Fitto fu lungimirante e il suo piano ospedaliero fu il primo al Sud». Quindi, una sorta di «riconoscimento» postumo del «piano Fitto al quale verrà finalmente data attuazione. Sarà un piacere confrontarsi non più con politici di centrosinistra, ma con tanti nuovi fittiani».
Il caso nel M5SFuoco di fila dal versante del M5S che non si oppone ad Emiliano. Antonella Laricchia afferma che «la vera notizia è che qualcuno finga di stupirsi. Emiliano - dichiara - si è sempre comportato così, sin da quando era sindaco di Bari, ci è riuscito con la maggior parte del gruppo del Movimento, con incarichi, poteri e prestigio. Siamo in pochi a non essersi mai lasciati tentare dal modo di fare di Emiliano». Palese un tecnico? «Come assessore al bilancio ricordo - precisa Laricchia - come è stato detto in questi giorni, che firmò l’accordo sui bond senza avere letto le carte in inglese. Rimane un assessore di Fitto, ma gli riconosco il suo impegno». Giudizio negativo anche da parte di Barbara Lezzi, ex ministro, senatrice prima espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento per non avere votato la fiducia al governo Draghi e poi, con altri cinque, reintegrata dopo la decisione di dicembre del Consiglio di garanzia: «Emiliano? Non sono sorpresa, basta conoscere la sua storia. D’altronde - sottolinea la senatrice -, solo chi vive di un’ideologia che non c’è più poteva pensare di arginare la destra con Emiliano». Colpi di cannoni o a salve?.
6 febbraio 2022 | 10:08
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