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Edizione del 05/02/2022
Estratto da pag. 1
“La Regione si faccia promotrice delle istanze dei tassisti nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni”
Così il segretario regionale Lega Umbria Virginio Caparvi e il capogruppo della Lega in Regione Umbria, Stefano Pastorelli
Virginio Caparvi
Politica
Ven. 04 Feb. 2022
“La Regione Umbria si faccia promotrice delle istanze dei tassisti nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, al fine di avviare un confronto in merito al DDL annuale per il mercato e la concorrenza 2021, in particolar modo nelle disposizioni circa la revisione della disciplina in materia di trasporto pubblico non di linea”. Così il segretario regionale Lega Umbria Virginio Caparvi e il capogruppo della Lega in Regione Umbria, Stefano Pastorelli.
"Il percorso da intraprendere insieme alle altre Regioni – spiegano Caparvi e Pastorelli - è quello che porti a una richiesta condivisa di stralcio dell'articolo 8 del DDL Concorrenza e alla ripresa dell'iter da parte del Governo di quanto previsto dalla Legge 12/2019, promossa dall’allora Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi della Lega, per l'approvazione di uno specifico Dpcm di disciplina delle piattaforme di intermediazione tecnologica e per l'istituzione sia del Registro elettronico nazionale dei Taxi e Ncc che del foglio di servizio elettronico per le vetture di noleggio da rimessa".
“Alle annose e ben note difficoltà del settore di Taxi e Ncc, sommate a quelle più recenti scaturite dalla pandemia e dalle restrizioni – proseguono – si va a sommare un provvedimento che punta a ridisegnare la disciplina, aprendo di fatto a nuove forme di mobilità esistenti che utilizzano app e piattaforme tecnologiche”.
“La direzione è quella di una liberalizzazione del settore che potrebbe snaturare il servizio pubblico, creando conflitti di interesse in relazione alle competenze in seno alle Regioni in materia di trasporto pubblico locale. Il rischio – concludono i leghisti - è anche quello di arrecare un ulteriore danno economico ai professionisti del settore, provocando disparità di trattamento e aprendo la strada a forme di concorrenza iniqua”.