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Edizione del 03/02/2022
Estratto da pag. 1
Il 4 marzo la protesta degli infermieri in piazza a Genova: “Siamo stanchi e dimenticati”
Nursing Up proclama 24 ore di sciopero nazionale l''8 aprile, poi sei giorni di sciopero dello straordinario
Genova. “Prima ci annoverano tra gli eroi, poi, nelle stanze dei bottoni, si dimenticano di noi. Come avevamo promesso, scenderemo di nuovo nelle piazze”. Si scalda nuovamente il fronte degli infermieri dopo l’inizio della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale: il sindacato Nursing Up ha proclamato per l’8 aprile uno sciopero nazionale di 24 ore che sarà preceduto da manifestazioni in diverse città italiane tra cui Genova. Nel capoluogo ligure l’appuntamento è venerdì 4 marzo, dalle 10.00 alle 12.00 in piazza De Ferrari. 

“Abbiamo dato alla politica il tempo che serviva, mettendo da parte, in attesa di riscontro, l’ascia di guerra che abbiamo brandito in occasione delle manifestazioni del Circo Massimo e in tutte le altre città italiane – spiega il segretario nazionale Antonio De Palma -. Lo scandaloso silenzio del ministro Brunetta e del ministro Speranza, i loro vacui proclami, uniti alle vergognose proposte arrivate in sede di rinnovo del nostro contratto di lavoro, con i 26 centesimi l’ora di aumento per l’indennità notturna, aprono la strada ad una nuova calda stagione di proteste. Non ci fermeremo”.

Venerdì 8 aprile si fermeranno dunque gli  infermieri e tutto il personale sanitario non medico, afferenti alle qualifiche contrattuali del comparto della sanità, operanti nelle Asl, nelle aziende ospedaliere e negli enti della sanità pubblica. Ma c’è di più: il sindacato ha proclamato anche sei giorni di sciopero dello straordinario (dall’8 al 13 aprile) con interruzione delle attività di  supporto alla libera professione, delle prestazioni rese al di fuori del normale orario di lavoro e rientri in servizio.“Ci hanno proposto, in cambio dell’eccellenza che rappresentiamo, pochi offensivi spiccioli. Appena 26 centesimi lordi in più, per ogni ora di indennità di lavoro notturno. Poco meno di un euro di aumento per quella di pronta disponibilità. Una continua vessazione delle nostre funzioni, con aziende che ci costringono a svolgere attività che non ci spettano, sino a vere e proprie condizioni di demansionamento – continua De Palma -. Chiediamo la previsione di un meccanismo di carriera per gli infermieri e le altre professioni sanitarie, la creazione di incarichi che tengano conto non solo dei titoli di studio, ma anche dell’esperienza e all’anzianità di servizio, come già accade per i medici, una revisione delle misere indennità che ci propongono, un congruo aumento di stipendio, norme che favoriscono la mobilità tra aziende sanitarie”.

“E nel nostro triste carnet  – prosegue non possiamo non menzionare le violenze che subiamo ogni giorno negli ospedali, fisiche e psicologiche, quelle che abbiamo denunciato a gran voce, supportate dalla solidità delle nostre indagini e asseverate da altri autorevoli report, chiedendo il ripristino dei presidi di pubblica sicurezza, e ottenendo in cambio l’indifferenza e l’inutilità di leggi inefficaci. Solo poche settimane or sono ad una collega di Roma è stata asportata una falange con un morso. Chi la risarcirà per tutto questo?“.

A Genova i temi della protesta saranno gli stessi, ma nel mirino ci sono anche le istituzioni del territorio: “Le rivendicazioni nazionali vanno a ricadere anche su scelte locali. Il problema della carenza di organico e delle assunzioni va a ricadere sotto la competenza delle Regioni. In Conferenza delle Regioni possono essere aggiunte risorse per soddisfare le richieste”, ricorda Enrico Boccone, segretario ligure di Nursing Up.“È davvero questa la risposta del Governo e delle Regioni al percorso di valorizzazione che abbiamo chiesto da tempo a gran voce? Sono questi i tristi contorni del quadro, del desolante micromondo, decisamente a tinte fosche, nel quale ci ritroviamo intrappolati. Siamo prigionieri di un tunnel, all’apparenza senza uscita. Ma non possono farci tacere, non possono pretendere, sulla nostra pelle, di disegnare per noi un presente e un futuro che non sono neanche degni di tal nome. Incroceremo le braccia, assieme a tutti i colleghi delle altre professioni sanitarie che con noi rive
ndicano i loro diritti, questa volta non con una semplice giornata di sciopero, ma con una astensione estesa allo straordinario, alle attività di  supporto alla libera professione, alle prestazioni rese al di fuori del normale orario di lavoro e ai rientri in servizio. Siamo stanchi. Non ci sono ulteriori prove di appello, non ne vogliamo più concedere”, conclude De Palma.