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Dir. Resp.
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Edizione del 04/02/2022
Estratto da pag. 1
"L'Umbria si faccia promotrice nell'ambito del tavolo della conferenza Stato-Regioni e nelle altre sedi istituzionali preposte, dell'avvio di un confronto sulla questione del prolungamento della caccia al cinghiale oltre i tre mesi stabiliti dalla normativa nazionale": a chiederlo è il Gruppo regionale della Lega Umbria attraverso una mozione, con prima firmataria il consigliere regionale Manuela Puletti, sottoscritta dal capogruppo Stefano Pastorelli e dal consigliere regionale Valerio Mancini, responsabile dipartimento caccia Lega Umbria. "Nello specifico - spiegano i consiglieri della Lega - si chiede la revisione dell'articolo 18 comma uno lettera d della Legge 157/92, che prescrive la limitazione del periodo di caccia al cinghiale a un arco temporale di tre mesi. L'obiettivo è di garantire maggiore autonomia e flessibilità alle regioni nella definizione del calendario venatorio e nella possibilità di proroga dello stesso, in previsione di situazioni straordinarie come il proliferare incontrollato delle specie appartenenti alla fauna selvatica e in considerazione delle consistenti criticità da esso determinate. Nell'ultimo periodo sono aumentate sensibilmente nel numero le principali specie cacciabili della fauna selvatica come cinghiali, caprioli, daini, anche a causa della sostituzione progressiva delle specie autoctone con quelle alloctone. In particolare il problema dell'aumento del numero di cinghiali sul territorio umbro è stato sollevato nelle recenti occasioni di confronto nell'ambito della seconda Commissione consiliare, oltre che da alcune associazioni venatorie, anche da Cia e Coldiretti che si sono fatte portavoce delle istanze del mondo agricolo fortemente provato dai cospicui danni alle coltivazioni. A questi si sommano gli incidenti stradali sempre più frequenti causati da fauna selvatica con conseguenti pericoli per l'incolumità dei cittadini". "Chiediamo dunque alla Regione Umbria - concludono i consiglieri leghisti - di farsi promotrice, in conferenza Stato-Regioni e nelle altre sedi istituzionali preposte, di un percorso di revisione della norma sopra citata, che regola l'attività venatoria, coinvolgendo le altre regioni che hanno espresso la stessa necessità , al fine di consentire ai territori di poter agire in maniera autonoma e flessibile sulla definizione del calendario venatorio e sulla proroga del periodo di caccia".