malpensa24.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 15
Edizione del 28/01/2022
Estratto da pag. 1
Varese dà voce al grido di dolore di Uneba. «Servono medici e infermieri nelle Rsa»
VARESE - Più medici e infermieri nelle Rsa e Rsd. È la richiesta che giunge dall''associazione Uneba, a cui il Comune di Varese ha dato voce
VARESE – Più medici e infermieri per garantire l’assistenza agli anziani non autosufficienti e alle persone con disabilità. È la richiesta che giunge da Uneba, associazione che riunisce Rsa, Rsd e strutture per minori. Il Comune di Varese ha voluto dare voce all’appello del settore dell’assistenza, rilanciando il tema all’attenzione dei parlamentari del territorio. In attesa di nuove norme si percorrono strade alternative, come fatto dal Molina, che ha inserito in organico alcuni infermieri provenienti dal Sud America.

Pochi infermieri e medici

Quello lanciato da Uneba è un grido di dolore che riguarda un intero settore provato da una carenza di personale che sta diventando ormai una vera e propria emergenza, con il Covid che ha ulteriormente peggiorato la situazione. L’associazione già a livello nazionale ha portato il tema all’attenzione del Governo, ma anche in ambito locale Uneba fa sentire la propria voce. Il Comune di Varese ha voluto ospitare l’associazione a Palazzo Estense per dare spazio a una tematica così importante. «Le Rsa rappresentano un servizio fondamentale nel panorama sociosanitario del nostro territorio – ha detto il consigliere delegato salla sanità Guido Bonoldi – abbiamo voluto dare risalto a questa iniziativa nella speranza che qualcuno dei nostri parlamentari raccolga questa istanza e si faccia promotore di iniziative in tal senso».

I numeri sul territorio

In provincia di Varese gli enti associati sono 45, tra Rsa (Residenza sanitarie assitenziali), Rsd (Residenze sanitarie disabili) e strutture per minori. In totale coprono 7.200 posti letto nelle Rsa, 550 ospiti nelle Case Albergo, 5.800 utenti del servizio di assistenza domiciliare Integrata a cui si sommano 1.550 utenti delle cure domiciliari. Nel territorio varesino, I numeri degli operatori impegnati a vario titolo nel lavoro di cura e presa in carico sono circa 9.000 addetti inseriti nelle Rsa, nelle Case Albergo, centri diurni appartamenti protetti; circa 12.000 attività a supporto delle famiglie degli anziani non autosufficienti; oltre 5000 volontari che supportano le strutture. Un vasto mondo di servizi e persone che si prendono carico delle persone fragili che lavorano senza tregua per dare assistenza qualificata in un periodo, di ormai due anni, nel quale tutte le strutture sono provate dalla crisi pandemica. Un quadro su cui pesa appunto la carenza di organico: al momento sul territorio mancano circa 2 infermieri ogni 100 ospiti.

Emergenza organico

Negli ultimi 20 anni sono stati messi a disposizione 100mila posti di infermieri in meno del fabbisogno stimato di questi operatori. Esiste innanzitutto una carenza di posti nei corsi di laurea infermieristica. La stessa conferenza Stato Regioni aveva identificato la necessità di 23.719 posti necessari per le nuove matricole, mentre i posti disponibili sono stati 17.394, non necessari ad accogliere sia i bisogni sanitari/sociali sia le aspettative dei molti giovani che volevano scegliere questa professione. La carenza di Infermieri sta diventando una vera e propria emergenza in moltissime strutture sia a causa del personale in isolamento che dell’esodo di queste figure e in generale delle professioni sanitarie verso la vicina Svizzera che offre condizioni economiche più vantaggiose.

Il Molina assume in Paraguay

Nell’attesa che possano essere messe in campo a monte delle soluzioni utili a integrare gli organici sul territorio di Varese alcune Rsa si stanno adoperando per integrare la forza lavoro con progetti sperimentali, come quello lanciato dalla Fondazione Molina di Varese. Lo ha spiegato il presidente Carlo Maria Castelletti. «Negli ultimi mesi abbiamo assunto sei giovani infermieri provenienti dal Paraguay. Un’opportunità preziosa in attesa che crescano i numeri dei posti universitari. Posso testimoniare la bontà della scelta che abbiamo operato: al di là di un’iniziale difficoltà legata alla lingua abbiamo riscontrato un’ottima preparazione professionale. Gli infermieri stranieri sono stati un valore agg
iunto per il Molina».