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Edizione del 28/01/2022
Estratto da pag. 1
Aumenti dei prezzi, Giovannini: ‘ecco come li fronteggeremo’
28/01/2022 - Per adeguare i prezzi di aggiudicazione delle gare pubbliche agli aumenti che si registrano sui mercati, il Governo ha messo a punto due diversi meccanismi. Li ha spiegati il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, in un’intervista al Corriere dell...
28/01/2022 - Per adeguare i prezzi di aggiudicazione delle gare pubbliche agli aumenti che si registrano sui mercati, il Governo ha messo a punto due diversi meccanismi.

 

Li ha spiegati il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, in un’intervista al Corriere della Sera.

 

“Nel decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana, e che sta per andare in Gazzetta Ufficiale, sono previsti nuovi meccanismi di adeguamento dei prezzi”.

 

Il primo riguarda “i prezzi a base d’asta: la norma prevede che l’Istat faccia una rilevazione dei prezzi dei materiali e che, entro aprile, previo accordo con la conferenza delle Regioni, emani linee guida sulla definizione dei prezziari regionali.

 

Il secondo prevede un meccanismo di aggiustamento dei prezzi in corso d’opera molto meno penalizzante per le imprese. Oggi l’aumento dei prezzi è assorbito fino al 10% dalla stessa impresa e per l’eventuale parte eccedente lo Stato interviene riconoscendo solo la metà. Col decreto questi parametri vengono rivisti a favore delle imprese”.

 

Secondo il meccanismo, “la franchigia a carico delle imprese - ha spiegato Giovannini - si riduce in modo consistente. E per l’eventuale parte eccedente, la stazione appaltante assorbirà una quota dell’aumento nettamente più alta. Inoltre, il meccanismo di revisione prezzi va specificato in ogni bando, cosa oggi facoltativa”.

 

Le nuove norme non varranno solo per le gare del 2022 ma anche per quelle avviate nel 2023.

 

Alla richiesta dell’Ance - che avrebbe voluto un meccanismo strutturale di adeguamento dei prezzi - il Ministro ha risposto: “per ora interveniamo con un netto miglioramento delle norme a favore delle imprese. E contiamo di riesaminare la questione con la legge delega sulla revisione del Codice dei contratti, entro giugno”.

 

“Ma non è detto che i prezzi continuino ad aumentare a questi ritmi o restino ai livelli attuali” - ha aggiunto -, sottolineando che “le ultime previsioni disponibili stimano, per il deflatore delle costruzioni, aumenti nel prossimo biennio inferiori al 2%. Del resto, se si parte da prezzi elevati come gli attuali, fortemente aumentati, è ragionevole aspettarsi che la loro dinamica si attenui e che magari, in qualche caso, ci possa essere anche una discesa dei prezzi”.

 

“Se inflazione non fosse temporanea - gli è stato chiesto -, bisognerà rivedere il PNRR? Se i 191,5 miliardi assegnati all’Italia non bastassero più a finanziare tutte le opere previste che si fa: si aumentano gli stanziamenti o si riducono le opere?”.

 

“Intanto ricordo che il Next generation EU - ha risposto il Ministro -, come il resto del bilancio europeo, già contiene un meccanismo automatico di revisione annuale delle risorse legato all'inflazione, con un tetto del 2%. Inoltre, se ricorrono condizioni eccezionali, il Consiglio europeo può valutare entro il 2022 eventuali proposte di revisione dei Pnrr nazionali”.

 

“Vedremo come andrà nei prossimi mesi, ma va ricordato che il fenomeno di cui parliamo non riguarda solo l’Italia, perché l’aumento dei prezzi delle materie prime per le costruzioni, dal ferro all'acciaio al legno, è un fenomeno internazionale”.

 

“Infine, per quanto riguarda l’Italia, accanto al PNRR, il governo ha previsto un piano complementare finanziato con risorse nazionali, oltre alle poste già previste nelle leggi di Bilancio per gli investimenti. In caso di necessità, quindi, si sono i margini per valutare come intervenire”.