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Edizione del 17/01/2022
Estratto da pag. 1
Covid, dall`autotesting all`abbandono delle zone a colori: tutte le richieste al governo. Speranza: "Presto un tavolo con le Regioni"
Aumenta il numero di governatori, ma anche membri del governo e scienziati, che chiedono una revisione dei criteri con i quali vengono comunicati i dati riguardanti il coronavirus e delle norme da adottare in caso di positività o di contatti stretti. Agli appelli dei giorni scorsi, ai quali si sono aggiunte anche le parole del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, sono seguite le dichiarazioni del ministro Roberto Speranza che ha annunciato un tavolo con le Regioni per analizzare tutte le richieste e valutare eventuali cambiamenti da apportare. Ma già da oggi altri presidenti di Regione tornano a chiedere modifiche al governo. Stefano Bonaccini, governatore emiliano, dopo aver introdotto l’autotesting per uscire dalla quarantena vuole che si abbandoni il sistema a colori, mentre Giovanni Toti, dalla Liguria, sostiene che ora ci si debba concentrare sui malati sintomatici.

â??Credo sia giunto il tempo di discutere se abbia ancora senso il sistema a coloriâ?, ha dichiarato Bonaccini aggiungendo che, per quanto riguarda la diffusione del report giornaliero, â??le persone devono essere informate. Si potrebbe però aggiornare il bollettino con dati che fotografino meglio una situazione cambiata con la variante Omicron. Registriamo molti più contagi rispetto a un anno fa, ma meno decessi e ricoveri. Credo sia giusto, per esempio, scorporare dai ricoveri Covid quelli di pazienti che entrano in ospedale per altre patologie, che successivamente risultano positivi pur non avendo sintomiâ?. Il governatore emiliano punta il dito anche contro le regole sulla quarantena: â??Quel che è certo è che vanno semplificate perché siano meglio comprese e soprattutto perché le persone che stanno bene possano uscire da isolamenti e quarantene nei tempi previsti. In Emilia-Romagna abbiamo cominciato a farlo in anticipo sul governo, pur nel rispetto delle regole. Da questa settimana spingeremo molto sull’autotesting, esperienza che avviamo per primi, in particolare per aprire e chiudere le fasi di isolamento delle persone completamente vaccinate con il semplice inserimento diretto dei dati nel Fascicolo sanitario elettronicoâ?.

Simili le parole pronunciate da Toti in un’intervista a Republica, nella quale il governatore ligure sostiene che “Ã? cambiato il Covid e bisogna cambiare sia gli strumenti con cui lo analizziamo e lo governiamo, sia ancora prima lâ??approccio. Ã? lâ??ora di fare reset su una normativa che noi per primi abbiamo contribuito a creare in questi due anni, ma che è superata dalla realtà. Contiamo solo i malati sintomatici, e basta con le zone a colori e i tamponi che imprigionano le persone a casa, anche se stanno bene o, peggio ancora, solo perché hanno contatti. Tutto quello che ci è servito in passato oggi non è più coerente con la realtà. Il tampone diventi uno strumento che, se ho la febbre, mi dice se ho lâ??influenza o il Covid. Ma se sono vaccinato e sto bene deve sparire dalla mia vita”.

Non solo i governatori, si allarga anche la fronda governativa che chiede una revisione delle regole. Dopo Sileri, anche l’altro sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, in un’intervista al Giornale chiede “basta tamponi agli asintomatici, basta scuole chiuse anche nei comuni in zona rossa, basta bollettini con l’elenco generico dei contagiati. I cittadini sono stanchi e stremati, ora è tempo di dare prospettive positive per chi ha fatto il proprio dovere da due anni”. L’obiettivo, sottolinea, è quello di “convivere con il virus. Dunque, per prima cosa, smettiamola di fare i tamponi agli asintomatici. Non è che tutti i giorni bisogna misurarsi la febbre per capire se si ha lâ??influenza. Il termometro si usa solo se non ci si sente bene. Se vogliamo la convivenza con il virus dobbiamo poter circolare liberamente, con le dovute cautele, ovviamente, cioè lâ??uso delle mascherine che ormai non fanno più paura a nessuno mentre sono molto importanti per impedire la trasmissione del virus”. E plaude alla decisione dell’Emilia-Romagna di introdurre lâ??autotesting con tampone
rapido casalingo per chi ha fatto due dosi di vaccino: “Ã? unâ??iniziativa che merita di essere approfondita in un percorso condiviso e valutare la possibilità di estenderla al tutto il territorio nazionale perché alleggerisce il carico dei servizi sanitari ed è una grande semplificazione per i cittadini”.

Ciò che però deve essere superato nel più breve tempo possibile, sostiene, sono però le lunghe quarantene cautelari e quelle per i positivi che abbiano completato tutto il ciclo vaccinale: la quarantena di dieci giorni per i positivi vaccinati con due dosi è “indubbiamente paralizzante – afferma – Appena entriamo in una fase endemica la quarantena va ridotta. Oppure si blocca il Paese. Lâ??Iss dice che i vaccinati hanno un rischio minimo di finire in ospedale. Mentre la pressione ospedaliera cresce a causa di quelli non vaccinati per scelta. E per colpa loro si rischia un lockdown di fatto”. Anche nelle scuole le regole vanno cambiate, “sempre adottando le dovute cautele e senza abbassare la guardia, credo che dalle scuole medie in su, dove la platea dei vaccinati supera lâ??80%, tutti i ragazzi vaccinati dovrebbero stare in classe, anche se ci sono due o tre positivi. La dad è inevitabile solo per i più piccoli quando ci sono contagi perché loro sono ancora molto scoperti”.

Infine, alle richieste di allentamento delle restrizioni si unisce anche Francesco Vaia, direttore dellâ??Istituto per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma, che in un’intervista a Libero spiega che â??lo scenario è mutato, il mondo del lavoro e dei servizi è troppo sotto pressione a causa di regole su quarantena e isolamento non più giustificate dalla gravità del virus. Abbiamo tanto sponsorizzato i vaccini, valorizziamoli. Pertanto, per quanto riguarda lâ??isolamento dei contagiati, bisogna consentire ai vaccinati con terza dose o con seconda da meno di quattro mesi di uscire di casa dopo cinque giorni dallâ??insorgenza dei sintomi, se stanno bene, e senza necessità di negativizzarsi con un tampone. Per quanto riguarda i non vaccinati o i vaccinati da oltre 120 giorni, lâ??isolamento andrebbe ridotto dagli attuali dieci a cinque giorniâ?. Mentre per i negativi che vivono con dei positivi Vaia chiede â??nessuna quarantena per chi è in terza dose o in seconda da quattro mesi. Come già previsto, escano di casa con la mascherina Ffp2, e dopo cinque giorni con quella normale. Per gli altri, riduzione della quarantena a cinque giorni, con la possibilità di interromperla se non ci sono sintomi e senza bisogno di sottoporsi a un tamponeâ?.

Al fluire delle richieste ha risposto nella serata di domenica il ministro Speranza che, ospite a Controcorrente su Rete4, ha spiegato che â??dovremo aprire un confronto con le Regioni e nelle prossime ore apriremo un tavolo tecnico per affrontare le questioni che hanno propostoâ?. Ma in â??questa fase con tanti contagi la comunità scientifica ci dice che la persona contagiata deve stare in isolamentoâ? e bisogna â??restare con i piedi per terraâ? anche di fronte ai piccoli segnali di raffreddamento della curva. Mentre sui test fai-da-te per entrare e uscire dallâ??isolamento autorizzati dallâ??Emilia-Romagna, nonché sulla proposta di Nicola Zingaretti si eliminare il tampone al termine dellâ??isolamento di 5 giorni per i positivi vaccinati e asintomatici, il ministro ha sottolineato: â??Valutazioni che dobbiamo lasciare alla comunità scientifica, per la quale io ho la massima fiducia, perché non sono valutazioni di natura politica. La nostra comunità scientifica ci sta dicendo che se una persona è positiva deve stare in isolamento perché può contagiare anche se è senza sintomi ed è giusto che al momento dellâ??uscita si possa fare una verifica attraverso un tamponeâ?.

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