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Dir. Resp.
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Edizione del 05/03/2020
Estratto da pag. 1
La Giunta “disincentiva la nascita di case famiglia, appartamenti protetti e gruppi appartamento per anziani anziché stimolarla”. Lo scrive Giancarlo Tagliaferri (Fdi) in un’interrogazione in cui ricorda la posizione espressa dal presidente Stefano Bonaccini in Conferenza delle Regioni che aveva chiesto la “modifica della norma nazionale” e “l’introduzione di verifiche preventive e condizioni di maggior garanzia prima del rilascio dell’autorizzazione” a queste strutture.
Diversa, invece, la posizione del consigliere di FdI che rimarca nell’atto ispettivo come case famiglia, appartamenti protetti e gruppi appartamento per anziani si rivolgano “a persone autosufficienti o non autosufficienti di grado lieve” e svolgano “un ruolo cruciale in una società che ha visto nel tempo aumentare costantemente l’aspettativa di vita, ridursi la dimensione dei nuclei familiari e, con essa, la capacità delle famiglie di accudire con continuità le persone anziane”. Le strutture, “totalmente private”, hanno “rette – scrive Tagliaferri – assai inferiori a quelle delle strutture socio-sanitarie accreditate, consentendo una maggiore possibilità di accesso ai servizi”.
Il consigliere domanda all’esecutivo “se non ritenga che la presenza di Case famiglia, Appartamenti protetti e Gruppi appartamento per anziani possa consentire di ridurre le liste di attesa per l’accesso convenzionato alle Case residenza anziani (Cra), sgravando queste ultime da tutta una serie di richieste motivate dalla limitata autonomia personale sommata all’assenza di un adeguato supporto familiare”.
In Emilia-Romagna, spiega Tagliaferri, si contano “appena 400 strutture di questo tipo, per un totale di 2 mila 175 posti letto. A Piacenza si scende a 11 strutture e 58 posti letto complessivi”. Il consigliere domanda infine “quali azioni intenda mettere in atto la Regione per promuovere tali tipologie di piccole comunità”.