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Dir. Resp.
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Edizione del 12/01/2022
Estratto da pag. 1
La montagna prova a rialzarsi, puntare su Italia destinazione sicura
[svg][svg]“Come regioni avevamo già approvato un documento inviato a settembre scorso,prima dell’inizio della stagione, per il rilancio del turismo montano. E’evidente però che quel testo non poteva prevedere la variante Omicron esicuramente ora è necessario rilanciare la montagna italiana puntando sulconcetto di ‘Italia destinazione sicura’”. Lo ha detto in un audizione inCommissione attività produttive della Camera, Daniele D’Amario, inrappresentanza della Conferenza delle Regioni, in merito all’indagineconoscitiva sulle proposte per la ripresa economica delle attivitàturistico-ricettive della montagna invernale, in funzione delle riaperturepreviste a partire dalla stagione 2021/2022.“Serve un pacchetto fiscale – ha aggiunto l’amministratore abruzzese –specifico per le imprese della montagna e serve anche un sistema di premialitàper i lavoratori stagionali. Bisogna battere la forte incertezza dovuta allavariante Omicron e le tante disdette che questa ha provocato”.Secondo il rappresentante della Conferenza delle Regioni, “è necessario andareavanti e guardare oltre”, seguendo un panel di nuove direttrici che prevede:smart working e turismo, nuovi spazi ed esperienze sostenibili, azioni perevitare il rischio di sovraffollamento turistico, interventi per nuove forme diospitalità, investimenti per le nuove tecnologie, sostenibilità ambientale econtrasto ai cambiamenti climatici, evoluzione Data-driven, identificazione dimercati e target diversi che presuppongono approcci diversificati”.In Commissione è intervenuto anche il rappresentante dell’Anci e delegato alleAree Interne Lino Gentile: “nel contesto attuale, con il covid, le attivitàturistiche della montagna sono state tra le più colpite dalla crisi, aggravatada un notevole aumento dei costi di gestione delle strutture, comprese leutenze e il personale non utilizzato. Un sostegno utile potrebbe venire dallaCassa integrazione – basti pensare ad esempio alla riduzione drastica delleentrate dovute alla tassa di soggiorno – infatti sono state moltissime ledisdette”.“Il turismo invernale – ha aggiunto l’altro esponente Anci intervenuto, LucaMasneri – ha fatto segnare un -30%, dovuto soprattutto al calo delle presenzestraniere. Sull’impiantistica serve un ragionamento di lungo periodo con unsupporto finanziario anche per gli impianti in quota, finalizzato anche a unloro ricondizionamento. Servirebbe quindi – ha concluso – una forte campagna disostegno, anche per favorire l’innevamento artificiale, almeno nei territoridove questo non è sostenibile”.“Assistiamo a un ennesimo crollo di presenze nella montagna, -60% rispetto adue stagioni invernali fa. Abbiamo avuto nell’ultimo anno la capacità delgoverno di leggere i territori montani con il governo che ha erogato 850milioni di euro per le imprese, non solo per gli impianti di risalita, maabbiamo scontato forti ritardi nella erogazione di queste risorse che hannomesso a dura prova le persone attive in montagna. Questo periodo di crisi puòessere utilizzato per ripensare il sistema montano turistico, a partire dagliimpianti di risalita e gli sport, a cominciare da come rendere sostenibilil’energia da utilizzare – ha aggiunto il presidente di Uncem Marco Bussone – .Poi serve una più forte spinta nella digitalizzazione, un ammodernamento dellestrutture alberghiere, cose su cui dove agire la politica”.