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Edizione del 12/01/2022
Estratto da pag. 1
Ospedali in affanno per boom contagi, Fedriga: "Il problema sono i non vaccinati"
Pubblicato da RIFday In Gennaio 12, 2022 0 CommentRoma, 12 gennaio – Preoccupazioni diffuse, tra i presidenti delle Regioni, perle possibili conseguenze della forte accelerazione dei contagi di Covid, chestanno rapidamente portando le strutture ospedaliere ai livelli di guardia. Secondo i dati Agenas, l’Agenzia dei servizi sanitari regionali, il tasso dioccupazione di posti letto con pazienti Covid nei reparti sale al 26% e crescein diverse regioni. È al momento stabile, al 17%, l’occupazione delle terapieintensive (era l’11% il 24 dicembre).Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, prevede che la sua Regione vadaverso l’arancione anche se “è difficile fare previsioni, perché la varianteOmicron è completamente diversa”.Per Fontana “la direzione è sicuramente quella, speriamo di riuscire a fermarciprima”. Per Fontana “è difficile fare delle previsioni soprattutto perché lavariante Omicron è completamente diversa. Lo sviluppo non è paragonabile alvecchio Covid. Non penso si possano fare delle anticipazioni, se già eradifficile prima adesso lo è ancora di più”.Anche il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni,Massimiliano Fedriga, annuncia la possibile zona arancione, addebitando senzatanti giri di parole il peggioramento della situazione ai no vax: “Se tuttifossero vaccinati noi non saremo in zona gialla, vicini all’arancione, masaremo in una zona bianca super, perché saremo più bassi dei parametri per lazona gialla”.“Il Friuli Venezia Giulia è molto vicino alla zona arancione” è costretto adammettere Fedriga. “Voglio ricordare però che con le misure che la Conferenzadelle Regioni aveva chiesto al Governo per i vaccinati l’arancione è come lazona bianca”.“Avevamo voluto queste misure” spiega il presidente friulano “perché c’è unagrande differenza tra i vaccinati e non. Ovvero, il non vaccinato rischia diandare in ospedale, se gli ospedali si saturano rischiamo di mettere in crisitutto il Paese. Chi  è vaccinato protegge se stesso e gli ospedali e quindi lapropria comunità”.In Friuli Venezia Giulia, aggiunge Fedriga, “se guardo le terapie intensivesono più elevati rispetto al ricovero di chi non è vaccinato in confronto a chiè vaccinato. Abbiamo numeri impressionanti su una platea di soggetti che èdecisamente minoritaria. Abbiamo poco più del 10% di persone non vaccinate cheoccupano in generale il 60% del posti letto, mentre in terapia intensiva neoccupano moltissimi, penso che sfioriamo il 90%”.“La partecipazione alla campagna vaccinale – spiega Fedriga –  è fondamentaleper proteggere se stessi e tenere al riparo le strutture ospedaliere, perchénoi adesso abbiamo dovuto ridurre alcune attività. Devo ringraziare il nostrosistema sanitario perché le ha ridotte in modo inferiore rispetto ad altriterritori. Noi adesso avremo in prospettiva una riduzione del 40% di tutte leattività, mentre in altre Regioni si supera il 50%, però dobbiamo ridurleperché il personale deve essere occupato per curare le persone malate di Covid.Se queste persone fossero di meno” conclude Fedriga “è chiaro che avremo piùpossibilità nei nostri ospedali”.Anche la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, evidenzia lostraordinario “stress” che la violenta accelerazione dei contagi dell’ultimomese ha comportato per il servizio sanitario regionale: “Gestire in 20 giorni32 mila positivi in più, mezzo milione di tamponi e 216 ospedalizzati dà l’ideadello sforzo sanitario, organizzativo e logistico che il Governo regionale hafatto in queste vacanze, non certo per noi, di Natale”.Tesei ricorda che l’Umbria ha oggi circa 35 mila positivi, “erano solo 3.700,quindi dieci volte in meno prima di Natale”.Intanto, da più parti viene messa sempre più in dubbio l’utilità di fornirereport giornalieri dei contagi. Lo stesso sottosegretario alla Salute AndreaCosta ha avanzato le sue perplessità, sostenendo che il bollettino, così com’èe nella situazione attuale, “di per sé non dice nulla. Per questo ho propostoal ministro Speranza di riflettere sull’attuale sistema di report“. SecondoCosta è meglio “soffermarsi sui dati d
elle ospedalizzazioni e dell’occupazionedelle terapie intensive”.Dello stesso parere Donato Greco, membro del Cts), che lancia la proposta difar diventare il bollettino  settimanale”.Print Friendly, PDF & EmailCondividiFacebookfb-share-iconLinkedIn[linkedIn]Share[quisikrea_]