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Edizione del 11/01/2022
Estratto da pag. 1
Giornalisti messi alla porta. Presidio a De Ferrari contro il precariato nelle redazioni
Un fumetto satirico di Rolli racconta la via crucis dei Co.co.co.

Qui il link del video di Goodmorning Genova, in diretta alla manifestazione di questa mattina a De Ferrari.

Il comunicato dell’Associazione Ligure dei Giornalisti

Come ogni giorno da undici anni ha proposto al giornale il proprio contributo. Ma questa volta il capo della redazione genovese di Repubblica non ha nemmeno preso in considerazione la qualità e l’interesse dell’articolo proposto. Ha dovuto solo comunicare che l’azienda aveva messo Massimiliano Salvo alla porta. Contratto da precario con partita Iva non rinnovato, stop, fine corsa.

Max Salvo dal 2012 a ieri ha garantito al suo giornale più di 4mila articoli: una media di 400 all’anno. Dal 2017 scriveva di cronaca nera, l’essenza stessa – esaltante, ma complessa e delicata – del giornalismo quotidiano. Per oltre quattro anni tutto va bene. E ancora qualche mese fa la firma di Massimiliano compare assieme a quella di altri autorevoli colleghi del Secolo, della Stampa e di Repubblica su un lavoro di respiro nazionale che ricostruisce le drammatiche giornate del G8 genovese. 

Ma, nel frattempo, Max fa i conti con la sua condizione precaria. La sua firma vale, ma il non avere un contratto di lavoro stabile non gli consente di accendere un mutuo o chiedere un prestito per cambiare l’automobile. Come lui sono in tanti, anche nel suo giornale. Max è tra i giovani che danno vita al coordinamento nazionale dei precari di Repubblica. Massimiliano diventa anche una “firma” del sindacato dei giornalisti, occupandosi di precariato. È membro della giunta del sindacato ligure dei giornalisti. Rappresenta la Liguria nella Commissione Lavoro autonomo della Federazione nazionale della Stampa italiana.  

Per mesi il coordinamento sollecita incontri, chiede di potere rappresentare le proprie ragioni all’azienda e alla direzione del giornale. Sono i giorni in cui i giornalisti italiani raccontano le storie dei riders che pestano sui pedali di sgangherate bici per consegnare pizze alle famiglie murate dal covid, raccontano della tribolata vita di chi sta ai margini delle filiere della logistica… Ogni riga trasuda sdegno. Un rider dell’informazione, un giornalista precario, intanto pesta sui tasti del pc per un compenso che non ha alcun grado di parentela con quello percepito dal suo più anziano “compagno di squadra”. Stesso lavoro, stesso tempo, stesse regole deontologiche. Due galassie diverse: l’una è nella costellazione del contratto nazionale di lavoro, l’altra no.  Una è tutelata. L’altra deve ogni giorno correre per mettere insieme il pranzo e la cena.

Il comitato nazionale dei precari non cava un ragno dal buco. Alcuni precari, tra cui Max, tentano allora un’altra strada per provare a vedersi riconoscere qualche diritto: l’azione legale.  Un’azione sostenuta dal sindacato dei giornalisti della Liguria. Cui l’azienda ha deciso di opporre lo stop al rinnovo perfino di quel contratto precario.

Altro che tutele crescenti. Altro che modernità. O mangi sta minestra o salti dalla finestra.  È la stampa precaria, bellezza.  

Ma noi non ci rassegniamo. Oltre a descriverla con sdegno ci ostiniamo ad impegnarci per cambiare la condizione di tutti i precari e dare cittadinanza al lavoro.

Le vignette di Rolli

Cgil: «Migliaia i giovani che rinunciano a diritti e prospettive pur di poter lavorare»

Cgil Genova, Liguria e Slc Genova esprimono solidarietà a Massimiliano Salvo, il giornalista precario di Repubblica a cui non è stato rinnovato il contratto dopo 10 anni per aver denunciato la propria situazione ed essersi rivolto a un giudice del lavoro.«La situazione di Salvo è purtroppo comune a migliaia di giovani che si trovano costretti a rinunciare ai propri diritti pur di poter lavorare, nelle piccole aziende come nei grandi gruppi editoriali – spiegano Fulvia Veirana, Igor Magni, Fabio Allegretti segretari generali Cgil Liguria, Cgil Genova, Slc Genova – Un precariato spesso irreversibile e senza prospettive ma
in pochi hanno il coraggio di denunciare per paura di perdere il posto proprio come è successo al giornalista».

Cisl Liguria «Al fianco del sindacato dei giornalisti nel denunciare il precariato selvaggio che da troppi anni affligge il settore dell’informazione»

Appoggiamo e sosteniamo le giuste rivendicazioni avanzate dal sindacato in tema di trattamenti salariali, equo compenso, tutele e miglioramento delle condizioni di lavoro dei tanti giornalisti che vivono questa difficile situazione.Segreteria Cisl Liguria

Uil: «Fuori un altro precario, ennesimo colpo basso al mondo dell’informazione, al lavoro e alla dignità: subito un patto contro il precariato con le istituzioni e le imprese»

Contratto precario con partita iva non rinnovato, è finita così la collaborazione di Massimiliano Salvo con la redazione di Repubblica. Un nome nella galassia dei non garantiti, delle persone che ogni giorno si alzano, scrivono o fanno un pezzo, due, tre per la tv, per i siti, per le radio, ma che non sanno ancora per quanto potranno lavorare. Bisogna permettere al territorio di crescere anche attraverso il lavoro dei nostri talenti, con formazione, contratti decorosi e compensi adeguati. Era il mese di novembre quando Massimiliano aveva raccontato dal palco di una nostra iniziativa pubblica le difficoltà che, ogni giorno, deve affrontare un lavoratore precario dell’informazione. Niente certezze, niente mutuo ma tante illusioni. Lo avevamo ascoltato con attenzione e molti di noi si erano stupiti della condizione precaria di un giornalista che, nell’immaginario collettivo, è spesso considerato un lavoratore garantito. Eppure sappiamo che da molto tempo non è così, diverse realtà sono in crisi, lasciano a casa collaboratori, giornalisti e addetti a vario titolo. È necessario  in questo Paese siglare un patto contro la precarietà, proprio come annunciato dal nostro segretario generale PierPaolo Bombardieri. Qui dovrebbero entrare in gioco le istituzioni a tutto tondo, che non dovrebbero permettere sfruttamento e frustrazione. 

Il presidente della Regione Toti : «Giusto combattere il precariato per un’informazione libera e un’opinione pubblica consapevole”

«L’informazione nel nostro Paese deve essere libera per formare sempre di più un’opinione pubblica consapevole. Il mio appoggio va i giornalisti genovesi scesi oggi in piazza per combattere il precariato e per evitare lo sfruttamento del settore. Il lavoro giornalistico va tutelato e ora più che mai chi produce informazione deve vedere riconosciuti i propri diritti. In questi mesi di lotta alla pandemia la categoria ha lavorato duramente per produrre un’informazione sempre chiara e puntuale, diventando un punto di riferimento prezioso per tutti i cittadini, anche nella lotta alle fake news. Porterò il tema del precariato dei giornalisti in Conferenza delle Regioni dopo un confronto che auspico di avere presto con il sindacato». Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sul presidio organizzato questa mattina dall’Associazione Ligure Giornalisti in piazza De Ferrari.

Garibaldi (Pd): «Stop al precariato dei giornalisti: la giunta si attivi con il governo per chiedere l’abolizione dei Cococo. Centinaia di professionisti vivono una situazione di precariato senza nessuna prospettiva di assunzione»

La Giunta regionale si attivi presso il governo per chiedere l’abolizione dei contratti Cococo per la professione giornalistica e concluda al più presto i lavori del tavolo istituito sul tema dell’equo compenso per i collaboratori. Oggi centinaia di giornalisti vivono una situazione di precariato che non solo non gli permette di avere una stabilità nella propria vita professionale e privata, ma pregiudica l’accesso alla professione in modo stabile. Tre giornalisti su quattro secondo le stime della Federazione Nazionale Stampa Italiana hanno dei contratti di lavoro precario, inquadrati come co.co.co o partita iva. Una situazione che oltre a renderli precari a vita, pregiudica anche il diritto dei cittadini ad essere co
rrettamente informati: perché se un giornalista non è libero e non ha un’occupazione dignitosa, non è libera neppure l’informazione.Il ruolo del giornalismo indipendente è fondamentale in una democrazia.

Il capogruppo del Partito Democratico Articolo Uno Luca Garibaldi ha presentato un ordine del giorno, approvato all’unanimità in consiglio regionale per chiedere lo sblocco di una situazione che da anni mette in difficoltà chi collabora stabilmente nelle redazioni senza nessuna certezza di assunzione.

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