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Edizione del 11/01/2022
Estratto da pag. 1
Balneari, doppio ordine del giorno in Consiglio regionale: “Tutele per imprese e lavoratori, a rischio settore strategico”
Una revisione della direttiva Bolkestein e tavolo tecnico per riforma del demanio marittimo
Liguria. “Non possiamo abbandonare il comparto balneare, sono una componente del nostro sistema turistico e non è concepibile restare senza investimenti in questo settore per i prossimi anni, cosa che accadrà se non si mette mano ad una revisione della direttiva Bolkestein che da oltre 15 anni è una spada di Damocle sulla testa di 35mila aziende italiane”.

Così dichiara il presidente della delegazione di FdI in Regione Liguria Stefano Balleari.

In merito alla vicenda pesa la recente sentenza del Consiglio di Stato che si è pronunciato proprio sul caos scaturito dopo la direttiva Bolkestein e che, però, ha “annullato” la legge Centinaio del 2018 e la proroga delle concessioni fino al 2033. Il dispositivo giudiziale, infatti, ha indicato come ultima proroga la data del dicembre 2023, vale a dire due stagioni estive per i balneari prima delle aste previste dalla normativa europea, che avrà come conseguenza un esproprio di migliaia di attività legate al settore turistico-balneare particolarmente presenti in Liguria e nel savonese.

Le associazioni di categoria hanno già annunciato il ricorso in Cassazione.

Oggi, intanto, il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che impegna la Giunta ed il presidente Toti a farsi promotori in tutte le sedi opportune della difesa di imprese, lavoratori e interessi del comparto balneare, considerata l’importanza strategica nell’offerta turistica del territorio.Con 14 voti a favore (maggioranza), 4 astenuti (Pd-Articolo Uno) e 4 contrari (Mov5Stelle, Lista Sansa e Linea Condivisa) l’ordine del giorno è stato approvato, “per mettere in campo tutte quelle azioni atte a scongiurare una prospettiva che metterebbe letteralmente “in ginocchio” moltissime aziende a conduzione famigliare, con conseguenze pesantissime anche sotto il profilo occupazionale.

Contestualmente, con 17 voti a favore (maggioranza e Roberto Arboscello, Luca Garibaldi, Davide Natale del gruppo Pd-Articolo Uno) e 4 contrari (Mov5Stelle, Lista Sansa e Linea Condivisa), è stato approvato l’ordine del giorno 490, che era stato depositato da Angelo Vaccarezza (Cambiamo con Toti presidente) ed è stato illustrato in aula da Lilli Lauro (Vaccarezza era in congedo per motivi personali, ndr) e sottoscritto da tutto il gruppo, in cui si impegna la giunta ad attivarsi in Conferenza Stato Regioni e nei confronti del Governo e del Parlamento per difendere la specificità della balneazione italiana, a sostenere un tavolo tecnico finalizzato alla necessaria riforma del demanio marittimo e qualsiasi altro provvedimento legislativo finalizzato alla salvaguardia del comparto balneare italiano. Nel documento si ricorda le sentenze n. 17 e 18 del Consiglio di Stato depositate il 9 novembre scorso che stabiliscono che la disciplina nazionale sulla proroga automatica delle concessioni demaniali marittime collide con la direttiva CE 123 del 2006 e pertanto, si dispone lo stop alle concessioni balneari a fine 2023. Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) aveva chiesto, rispetto agli ordini del giorno, di rinviarli nella competente commissione per aggiornare i due documenti. Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha espresso perplessità sulla percorribilità giuridica dei due ordini del giorno e ha annunciato voto contrario ai due documenti, mentre l’assessore al Demanio marittimo Marco Scajola ha accusato la politica nazionale di non essere intervenuta a livello normativo per tutelare il comparto rispetto alle direttive europee e si è dichiarato disponibile a successivi approfondimenti in commissione.

Sandro Garibaldi (Lega Liguria-Salvini) ha espresso parere favorevole ai due documenti, Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) ha ribadito il vuoto lasciato dalla politica sul tema, che ha portato all’intervento della magistratura e, a nome del gruppo, ha annunciato l’astensione sull’odg 457 e il voto favorevole sull’odg 490, Claudio Muzio (FI) ha espresso parere favorevole ai due ordini del giorno e ha proposto di sollecitare i parlamentari liguri a risolvere il problema.“Sostenere il compar
to dei balneari senza se e senza ma, come sta facendo il ministro Massimo Garavaglia, andando oltre le gravissime omissioni e colpe del Governo Conte II” ha dichiarato il capogruppo regionale Stefano Mai (Lega). “A seguito della recente sentenza del Consiglio di Stato, con l’azzeramento delle concessioni demaniali dal 2024, il rischio è mettere in ginocchio le nostre aziende, molte a conduzione familiare e già duramente colpite dalle mareggiate del 2018, con pesantissime conseguenze sotto il profilo occupazionale”. “Ricordo che la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha ribadito la compatibilità della direttiva Bolkestein con una norma nazionale di attuazione, che per l’Italia è la ‘Legge Centinaio’. Tuttavia, dal 2019 al 2020 il Governo Conte II non ha messo in atto le riforme previste dalla suddetta legge n. 145/2018. Nonostante la lettera di richiamo da Bruxelles perché il Governo era inadempiente, Conte e Di Maio non hanno dato seguito alla norma”.

“Nel frattempo, moltissimi Comuni hanno esteso le concessioni al 2033 e i vari ricorsi al Tar hanno visto la maggior parte delle sentenze riconoscere la validità della Legge Centinaio. Con il Governo Draghi e il ministro Garavaglia è stata quindi riconosciuta la validità della 145/2018. Allo stesso tempo il nostro ministro si è impegnato per trovare una soluzione con l’Unione Europea. Però, a pochi giorni dal confronto tra Roma e Bruxelles, il Consiglio di Stato ha azzerato tutte le concessioni demaniali a partire dal 2024. Infatti, nel novembre scorso il ministro Garavaglia avrebbe dovuto incontrare il commissario europeo Breton per definire una linea e uscire dall’impasse”. “Voglio sottolineare che il Consiglio di Stato ha scritto una sentenza assolutamente esecrabile sotto tutti i punti di vista, ma ha anche garantito che fino a gennaio 2024 non ci saranno gare e quindi ora la situazione appare assolutamente in stallo. Il termine del 2033 non è stato abrogato dalla sentenza. Pertanto la battaglia non è ancora persa, anche perché il Consiglio di Stato è intervenuto poiché, come cita la sentenza, nonostante i ripetuti annunci di un intervento legislativo di riforma, questo non è mai arrivato. Ringrazio il ministro Garavaglia per l’impegno e la disponibilità a istituire un tavolo con le associazioni di categoria e i balneari al fine di definire una strategia comune per non disperdere la professionalità dei nostri operatori e al tempo stesso non svendere le spiagge alle multinazionali o a gruppi di investimento esteri. Dobbiamo continuare a sostenere le nostre imprese balneari e tutti coloro che esercitano un’attività sui nostri litorali” conclude Mai.Ora, bisognerà vedere se un possibile nuovo intervento legislativo sarà possibile, sia in relazione alla direttiva europea quanto rispetto allo stesso iter giuridico-amministrativo in corso.