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Edizione del 27/12/2021
Estratto da pag. 1
Ritorno in classe il 17 gennaio o l`1 febbraio? Zaia avverte: "Decisivi i prossimi 15 giorni" Notizie
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, misure le parole, ma il messaggio è chiaro: "Decisivi i prossimi 15 giorni".
Politica scolastica

27 Dic 2021 - 9:52

Ritorno in classe il 17 gennaio o l’1 febbraio? Zaia avverte: “Decisivi i prossimi 15 giorni”

Di Andrea Carlino

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Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, misure le parole, ma il messaggio è chiaro: “Decisivi i prossimi 15 giorni, io sono per la scuola in presenza, ma un anno fa il Veneto si salvò grazie alle chiusure. Per un ragazzo il rischio di infezione è più che doppio. Ora massima attenzione”.

Secondo quanto segnala il Gazzettino, le ipotesi sul tavolo del governo sono due: allungamento delle vacanze di Natale dal 10 al 17 gennaio o chiusura degli istituti fino al 31 gennaio con ritorno in classe agli inizi di febbraio. Tutto questo con la reintroduzione della didattica a distanza.

Zaia è chiaro anche su questo argomento: “Io sono per la scuola in presenza, alcune regioni che aprirono le scuole si sono, però, ritrovate le terapie intensive piene”.

Prolungare vacanze, ma recupere lezioni perse

L’ipotesi del prolungamento delle vacanze di Natale inizialmente è stata avanzata dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “Se i contagi arriveranno a quota 100mila al giorno dovremo ritardare di due settimane la riapertura della scuola dopo Natale”, ha detto nel pomeriggio del 21 dicembre.

Palla lanciata da Sileri e colta anche da Giorgio Palù, virologo dell’università di Padova e presidente dell’Aifa, che ieri durante una intervista a Sky Tg24 è intervenuto sull’argomento. “Se dobbiamo allungare il periodo delle vacanze? Sì se c è la possibilità di recuperarle successivamente“.

Lo stop di Bianchi e Draghi

Dichiarazioni che hanno subito scosso l’opinione pubblica, tanto da richiedere un primo stop da parte del Ministro Bianchi già nella prima mattina del 22 dicembre: “È sbagliata la misura di prolungamento delle vacanze natalizie, la scuola è il comparto della nostra società che con più passione e capacità ha risposto all’invito alla vaccinazione”.

“Allo stato attuale, su base nazionale, i positivi dentro alle scuole sono ancora un numero limitato, ben sotto all’1%, come le classi in quarantena – 10mila ma su 400mila – spiega – il problema è cosa accade fuori scuola”.

A rafforzare la posizione di Bianchi ci ha pensato il presidente del Consiglio Mario Draghi, che nel corso della conferenza stampa di fine anno ha detto: “Domani non valuteremo il prolungamento delle vacanze scolastiche, il ministro Bianchi è stato chiaro nelle scorse ore”.  Poi su eventuali nuove chiusure ha assicurato: “Sono consapevole delle sofferenze dei giovani a causa delle restrizioni faremo di tutti per evitare che quella esperienza della didattica a distanza si ripeta”. E ancora: “occorre prendere precauzioni, la prima cosa da fare è uno screening negli istituti, e su questo Figliolo si è messo al lavoro, poi serve il testing e la vaccinazione di tutti, e anche dei bambini oggi”.

A traino di questa posizione anche la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia, che ha fatto il punto della situazione in un‘intervista ad Orizzonte Scuola: “Al momento il numero di classi in dad è aumentato ma è ancora basso, segno che le misure di sicurezza e di prevenzione funzionano. Il sottosegretario Sileri in realtà non ha parlato di un ricorso generalizzato alla misura di posticipare il rientro dei ragazzi dopo le feste, ma che bisogna valutare in base ai dati disponibili e vagliare le possibili soluzioni da percorrere. Dunque se in casi specifici e circoscritti posticipare il rientro può essere ritenuto utile, allora può essere una soluzione da valutare. Ma al momento non è una misura all’ordine del giorno.

Per Antonello Giannelli, presidente ANP, l’allungamento delle vacanze natalizie in chiave anti covid “è una decisione di ordine sanitario che va presa dall’autorità sanitaria ad esito dell’analisi su ciò che sta accadendo. Al momento non è da considerare alcuna chius
ura generalizzata che sarebbe un lockdown per la scuola, ammesso ovviamente che le autorità sanitarie non lo reputino opportuno“.

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Pubblicato in Politica scolastica

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