ilfattoquotidiano.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 2181930
Edizione del 27/12/2021
Estratto da pag. 1
Omicron, esperti: "Norme sulla quarantena da cambiare o sarà un lockdown generalizzato". Battiston: "Chiusure per no vax? Buona idea"
Col picco di contagi dovuto alla variante Omicron aumentano esponenzialmente anche le persone costrette alla quarantena preventiva dovuta a contatti stretti con i positivi. Una conseguenza che, con i numeri che si fanno sempre più importanti, rischia di costringere a casa una fetta molto larga del Paese col rischio di bloccarlo o, secondo i critici, almeno di mettere in difficoltà alcuni settori produttivi. Così sono sempre di più le voci di esperti e politici che chiedono una revisione dei criteri per la quarantena, soprattutto per coloro in possesso del green pass rafforzato, ossia “in regola” con le vaccinazioni.

“Ci troviamo di fronte a un problema che ci ha colti di sorpresa: come gestire la rapidissima diffusione di Omicron senza chiudere tutto. Il rischio è che, applicando alla nuova variante le norme sulla quarantena e gli isolamenti fiduciari pensate in un’altra fase della pandemia, ci si ritrovi in un lockdown generalizzato di fatto, ma non deciso per decreto come quelli del 2020 e non calibrato sulla tenuta del sistema economico”, è l’allarme lanciato da Roberto Battiston, professore di Fisica all’Università di Trento che quotidianamente si occupa del monitoraggio dei numeri Covid in Italia, su Repubblica. Con la nuova mutazione che presto soppianterà la Delta, secondo le previsioni, Battiston pone il problema delle conseguenze legate alla sua maggior trasmissibilità. Considerando una media di 4 contatti per infetto, il professore spiega che “è la prima volta da inizio pandemia che la frazione di positivi può diventare confrontabile alla popolazione complessiva. Per questo è auspicabile che siano riviste le norme su quarantena e isolamento, o rischiamo di ritrovarci in una sorta di lockdown non voluto. Inoltre il codice dei colori per le Regioni è stato concepito per una epidemia di intensità contenuta, non per l’impatto di Omicron nel contesto di una porzione ancora troppo consistente di non vaccinati”.

Quando gli viene chiesto se sia quindi giusto continuare a costringere in casa tutti coloro che hanno avuto un contatto con una persona risultata positiva, Battiston risponde che “i dati, per ora, ci dicono che le due dosi più il booster proteggono abbastanza dall’infezione, e quindi, ovviamente, dalla malattia grave. Un livello di protezione che si abbassa un po’, per l’infezione, in chi non ha fatto la terza dose. Ma il vero problema resta quel 10% di adulti non vaccinati. Sono poco meno di sei milioni di persone e se Omicron, vista la sua alta capacità di diffusione, colpisse in modo sistematico ci ritroveremmo con migliaia di vittime e un sistema sanitario in tilt. Insomma, una nuova Bergamo, ma su scala nazionale”. Ma non respinge, però, l’idea di ricorrere a un lockdown per i non vaccinati come in Germania per evitare che la situazione si aggravi ulteriormente, con un numero di contagi già elevato anche in Italia: “Sembra effettivamente l’unico strumento a portata di mano per contenere gli effetti sanitari su valori accettabili. Ma non necessariamente la diffusione del contagio, perché sappiamo che i vaccinati possono essere, anche se in misura minore, portatori di Omicron. Le tre dosi proteggono dal contagio di Omicron al 75%, ma al momento solo il 30% degli italiani ha fatto la terza dose. Questo significa che il 22% (30% per 75%) è teoricamente fuori dalla catena dei contagi. Il restante 88% può partecipare alla diffusione del virus. E qui il tema da sanitario diventa economico. Se cioè, bloccando chi a causa di un contatto rischia di diventare portatore, non finiamo per fermare, in modo non programmato, gran parte del Paese”.

Dello stesso avviso il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dellâ??Università Statale di Milano, secondo cui “è chiaro che in questa fase e con questa diffusività di Omicron dobbiamo considerare delle variazioni sulle modalità con cui interveniamo, altrimenti si va comunque verso un lockdown generalizzato vedendo quante persone oggi vaccinate, ma con figli giovani, sono costrette a casa in quarantena per contatti con
positivi. Le indicazioni precedenti andavano bene con una contagiosità diversa, ora dobbiamo pensare a modalità differenti”.

Più radicale la posizione dell’infettivologo Matteo Bassetti che, in un’intervista al Corriere della Sera, sostiene che “stiamo correndo dietro al virus, rischiamo di farci fregare unâ??altra volta. La quarantena andrebbe riservata solo ai positivi, non ha senso chiudere in casa anche i familiari e i parenti stretti, se sono in salute. Per non parlare dellâ??isteria dei tamponi, i vaccinati dovrebbero farselo solo se hanno sintomi”. E chiede che i vaccinati inizino ad affrontare la questione con standard simili a quelli usati per l’influenza stagionale: “Pensiamo allâ??influenza – continua -, chi è malato sta a casa. Ma i suoi familiari, se asintomatici, conducono una vita normale. Dovremmo cominciare a ragionare in questi termini. Idem per i colori delle Regioni. Ã? giusto mantenerli ma forse le misure restrittive andrebbero limitate a zone più piccole, come le province”.

A sposare le parole dell’infettivologo è anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: “Fra qualche settimana rischiamo di avere il Paese paralizzato non dai malati di Covid, ma dalla gente in quarantena chiusa in casa. Visto che la stragrande maggioranza di persone che prende il Covid oggi lo fa a casa con doppia dose di vaccino, forse dobbiamo rivedere le regole delle quarantene e dei tracciamenti per i contatti – ha dichiarato a Mattino Cinque su Canale 5 – Dâ??altra parte se il tasso di mortalità scende sotto la soglia di rischio, se la malattia è curabile a domicilio come una malattia ancora grave ma non letale, anche lâ??atteggiamento da prendere con i contatti è diverso. Rischiamo di fare tantissimi tamponi inutili e non riuscire a fare quelli indispensabili perché il sistema è sotto stress, ai sistemi vaccinali delle Regioni si chiede di vaccinare come nei momenti più bui della campagna di vaccinazione”.

Sostieni ilfattoquotidiano.it: se credi nelle nostre battaglie, combatti con noi!

Sostenere ilfattoquotidiano.it vuol dire due cose: permetterci di continuare a pubblicare un giornale online ricco di notizie e approfondimenti, gratuito per tutti. Ma anche essere parte attiva di una comunità e fare la propria parte per portare avanti insieme le battaglie in cui crediamo con idee, testimonianze e partecipazione. Il tuo contributo è fondamentale.

Sostieni ora

Grazie,

Peter Gomez

Sostieni adesso

CoronavirusGiovanni TotiLockdown

Articolo Precedente

Salerno, una tromba d’aria al largo della città nella mattinata di oggi. Le immagini in diretta sui social