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Edizione del 21/12/2021
Estratto da pag. 1
Mattarella: La lotta al virus è globale o non esiste
"La prima difesa dal virus è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina" ha detto il presidente della Repubblica nella cerimonia di scambio degli auguri di fine anno nella quale ha ringraziato ancora una volta gli operatori sanitari. "La pandemia segna ancora il nostro tempo. Ha…
“La prima difesa dal virus è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina” ha detto il presidente della Repubblica nella cerimonia di scambio degli auguri di fine anno nella quale ha ringraziato ancora una volta gli operatori sanitari.

“La pandemia segna ancora il nostro tempo. Ha provocato dolore, sofferenze, nuove povertà. Ma abbiamo visto risposte solidali, sono emersi talenti e qualità inespresse, si sono accelerati processi innovativi. Siamo stati spinti a correggere, con misure efficaci, l’inerzia delle dinamiche economiche e sociali innescate dalla crisi. Siamo ancora chiamati alla prudenza e alla responsabilità. Ci siamo dotati, tuttavia, di strumenti adeguati per combattere il virus. Non ci sentiamo più in balìa degli eventi. Pensando all’anno trascorso, viene spontaneo riflettere su quel che può apparire un paradosso: cercare di riconquistare la normalità delle nostre vite sapendo che siamo nel mezzo di trasformazioni epocali che stanno cambiando il lavoro, le abitudini, le relazioni, oltre alle priorità dell’agenda pubblica. La normalità che, ad oggi, siamo riusciti a riconquistare – circondata da cautele e da misure di vigilanza sanitaria – è già diversa da quella che conoscevamo. La normalità che perseguiamo non sarà comunque il ritorno al mondo di prima”. Queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciate ieri in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i Rappresentanti delle Istituzioni, delle Forze Politiche e della Società Civile.

Adesso la sfida è la ripartenza che, per essere efficace, deve vederci capaci di profondi cambiamenti: mutare i nostri stili di vita, dare allo sviluppo una forte qualità ambientale, fare della transizione digitale una leva per migliorare processi produttivi e, al tempo stesso, per migliorare la vita delle persone e delle comunità. La ricostruzione sviluppata in questo anno ha, difatti, come obiettivo quello di fornire risposte nuove a problemi spesso trascurati e che hanno assunto caratteristiche inedite. La pandemia ha posto in luce questioni che riguardano i modelli sociali, il rapporto con l’ambiente, il rispetto dei diritti delle persone e della convivenza, una più equa distribuzione delle opportunità: si tratta di temi cresciuti nella sensibilità comune anche in ragione dell’impegno per sconfiggere il virus.

Nel Paese sono emerse risorse, capacità, energie che hanno consentito di affrontare uno dei passaggi più pericolosi e difficili degli ultimi decenni. Abbiamo adottato misure rigorose non appena abbiamo avvertito la pericolosità del virus, quando l’Italia era tra i Paesi più colpiti al mondo. Desidero, ancora una volta, esprimere grande riconoscenza ai nostri medici, agli infermieri, a tutti gli operatori del sistema della sanità che continuano a prodigarsi con abnegazione per curare i malati, per salvare vite.

È stata potenziata la sanità pubblica e, alla professionalità di medici e operatori, si è unita la passione civile, il senso di umanità, la solidarietà, la capacità organizzativa che ha visto l’impegno delle donne e degli uomini delle Forze Armate, dei Corpi di Polizia, della Protezione civile, di tanti volontari in ogni angolo del Paese. La ricerca e la scienza hanno conquistato risultati straordinari, in poco tempo, grazie a una collaborazione internazionale che ha superato limiti e barriere. Un comune storico impegno.

I vaccini sono stati la migliore arma di difesa e gli italiani hanno risposto con maturità. Anche la macchina organizzativa dello Stato e delle Regioni si è mostrata all’altezza. Grazie all’alto numero di vaccinazioni ci troviamo oggi in condizioni migliori di altre aree d’Europa. Dobbiamo continuare senza incertezza su questa strada. Così ci potremo assicurare la più alta protezione possibile”.

“La prima difesa dal virus  – ha poi aggiunto Mattarella – è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina. Vi si è affiancata quella nelle istit
uzioni, con la sostanziale, ordinata adesione a quanto indicato nelle varie fasi dell’emergenza dai responsabili, ai diversi livelli. Le poche eccezioni – alle quali è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico – non scalfiscono in alcun modo l’esemplare condotta della quasi totalità degli italiani”.

Il presidente ha poi espresso un riconoscimento all’impegno delle forze politiche “che hanno colto – ha detto – il senso dell’appello rivolto, all’inizio dell’anno, al Parlamento affinché, nell’emergenza, si sostenesse un governo per affrontare con efficacia la pandemia in atto e per mettere a punto progetti, programmi e riforme necessari per non dissipare la straordinaria opportunità del Next Generation. Aver saputo porre in secondo piano divisioni e distinzioni legittime, diversità programmatiche e sensibilità politiche e culturali per privilegiare un lavoro comune nell’interesse nazionale è stato molto importante. Questo atteggiamento costruttivo ha accomunato sovente maggioranza e opposizione. Ha funzionato il rapporto tra lo Stato e le Regioni, le quali – e rivolgo loro un ringraziamento – hanno collaborato attivamente e positivamente con i governi che si sono succeduti. Le iniziali comprensibili frizioni e sovrapposizioni sono state progressivamente superate. Ha funzionato, ed è stato elemento di forza del sistema, il rapporto con i sindaci e con gli amministratori locali, punto di riferimento prezioso per le loro comunità e generosa avanguardia della Repubblica in ogni territorio. La stessa macchina pubblica tende a rafforzarsi, con le amministrazioni proiettate verso il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi indicati nel Piano nazionale. Certo, vi sono ancora ritardi e lacune da colmare, ma guardando a quanto fatto possiamo dire che siamo sulla buona strada e che ci sono le condizioni per rendere intenso anche l’impegno futuro”.

Per il presidente della Repubblica inoltre la pandemia ha reso evidente a tutti “cosa significhi interdipendenza. Non si potrà più tornare indietro da questa consapevolezza. La lotta al virus o è globale o non esiste. Anche l’obiettivo di un nuovo modello di sviluppo, sostenibile sul piano ambientale e sociale, sarà possibile solo con la cooperazione dei Paesi e delle istituzioni internazionali. Il G20, che l’Italia ha avuto l’onore di presiedere quest’anno, ha compiuto passi in avanti nell’assunzione di questa responsabilità. Il nostro Governo è stato molto attivo per dare un indirizzo positivo alla multilateralità, condizione ineliminabile del governo globale”.

Fedriga: da Mattarella riconoscimento importante al ruolo delle Regioni nella collaborazione istituzionale

“Oggi nel discorso di augurio pronunciato dal Presidente della Repubblica al Quirinale rilevo con gratitudine e soddisfazione un riconoscimento importante al lavoro costante che come Conferenza delle Regioni portiamo avanti ogni giorno nell’alveo della collaborazione istituzionale”, lo ha dichiarato ieri il Presidente Massimiliano Fedriga al temine dell’incontro che Mattarella ha avuto con i rappresentanti delle Istituzioni. “Il Capo dello Stato ha riconosciuto che ‘ha funzionato il rapporto tra lo Stato e le Regioni, le quali hanno collaborato attivamente e positivamente con i governi che si sono succeduti’ superando ogni frizione e sovrapposizione”. “Parole – ha concluso Fedriga – che fungono da stimolo per proseguire nel costruttivo dialogo con le Regioni in un’ottica di confronto costante e proficuo”.