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Edizione del 20/12/2021
Estratto da pag. 1
Sanità, Infermieri, Nursing Up De Palma: «Crescono vertiginosamente i contagi degli operatori sanitari, vicini a quota 5mila negli ultimi 30 giorni. Servono screening continuativi»
(AGENPARL) – lun 20 dicembre 2021 IL REFERENTE DEL NURSING UP

PER LA STAMPA

ROMA, 20 DICEMBRE 2021

COMUNICATO STAMPA

Sanità, Infermieri, Nursing Up De Palma:

«Crescono vertiginosamente i contagi degli

operatori sanitari, vicini a quota 5mila

negli ultimi 30 giorni. Parte nostra nuova

indagine sindacale. Cosa aspettano le

Regioni ad adottare il medesimo criterio

del Veneto, che ha portato ad ogni 4 giorni

la frequenza dei tamponi agli operatori

sanitari? Cosa aspettano a misurarne

costantemente i livelli di copertura

vaccinale?

Con 156 persone che si infettano ogni

giorno, di cui 128 infermieri, siamo nel

pieno della quarta ondata e non possiamo

permetterci un piano di contrasto

all’emergenza tanto disomogeneo. Intanto

arrivano i nostri primi flash dai territori

regionali».

ROMA 20 DIC 2021 – «Salgono

vertiginosamente i contagi degli operatori

sanitari in Italia. E non possiamo più

nasconderci: siamo nel pieno della quarta

ondata, con la spada di Damocle della

variante Omicron che pende sulle nostre

teste.

Secondo il nostro ultimo report, che trae le

mosse dalle elaborazioni dei dati di fonte IIS

e INAIL, sono 4684 i professionisti della

salute che si sono infettati negli ultimi 30

giorni, avvicinandosi inesorabilmente a quota

5mila. Questo significa oggi, sempre tenendo

conto delle percentuali INAIL di infermieri

che si contagiano rispetto alla totalità del

comparto (82%), che si stanno infettando 156

operatori sanitari ogni 24 ore, e di questi ben

128 sono infermieri.

Indubbiamente bene ha fatto la Regione

Veneto, ad oggi tra le più esposte ai nuovi

contagi, con quasi 6mila casi positivi nella

sola giornata di venerdì scorso, ad aumentare

la frequenza dei tamponi di infermieri e

medici, arrivando a portarla ad ogni 4 giorni

rispetto ai 10 iniziali.

Non dimentichiamoci, infatti, che il macigno

dei nuovi ricoveri pesa maledettamente sulle

spalle degli infermieri italiani. Chi altri? Sono

loro, ancora una volta, non solo i più esposti

al rischio, i dati dei contagi appena esposti del

resto sono inconfutabili, ma soprattutto

sempre loro dovranno sostenere il delicato

impatto di una occupazione dei posti letti che,

per quanto riguarda i malati Covid, è salita ad

oggi mediamente del 9% in Italia.

Tutti siamo consapevoli che alla Liguria,

Marche, Veneto e provincia di Trento, che

hanno subito l’inevitabile ritorno alla zona

gialla, presto si aggiungeranno altre regioni.

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale

del Nursing Up.

«Il nostro sindacato, intanto, si sta attivando

con i propri referenti locali, per avviare una

nuova indagine interna e comprendere quali

sono le criticità di regione per regione, sia per

quanto concerne i contagi degli operatori

sanitari che le possibili falle, che di certo non

mancano, nelle strutture ospedaliere, e che

finiscono come sempre per rappresentare un

nuovo ostacolo da fronteggiare per i nostri

infermieri, a partire da una carenza di

personale che sulla base delle nostre inchieste

tocca quota 80-85 mila quando i ricoveri

raggiungono di nuovo l’acme e quando

aumenta, di conseguenza, la necessità di

maggiore supporto di nuovi professionisti al

servizio della tutela della salute degli italiani.

Ecco la situazione in fase di aggiornamento.

Emilia Romagna: Contagi di operatori sanitari

in aumento ma soprattutto ci risulta di

Aziende che non hanno saputo far altro
che

bloccare nuovamente le ferie agli infermieri,

che dopo ben due anni di Covid si vedono

negare, ancora una volta, il legittimo congedo

dal lavoro.

Campania: situazione che si fa sempre più

difficile di giorno in giorno, con contagi di

operatori sanitari, per fortuna pare tutti

asintomatici, al San Giovanni Bosco, dove c’è

un cluster in atto e ancora ci dicono contagi in

atto all’Ospedale del Mare e a Sorrento.

Siamo in attesa di conoscere i dati degli

infermieri contagiati, rispetto ai quali le

aziende sanitarie come sempre tengono i freni

tirati.

Friuli Venezia Giulia: situazione tra le più

critiche con 13 operatori sanitari contagiati

nelle ultime 48 ore.

Umbria: carenza di posti letto a Perugia dove

i pazienti vengono curati nei corridoi

dell’ospedale. Cosa succederebbe se solo uno

di questi malati fosse positivo al Covid con

un assembramento del genere?

A questo punto, continua De Palma, è

inevitabile rivolgere, da parte nostra, un

appello alla Conferenza Stato Regioni,

affinché tutti territori adottino gli stessi

criteri, sia in tema di frequenza di tamponi

(potrebbe andar bene ogni 4 giorni come ha

deciso il Veneto), che in tema di

monitoraggio dei livelli anticorpali al

personale sanitario.

Non dimentichiamo che la risposta al vaccino

dipende da persona a persona, e che tenere in

servizio in un reparto Covid infermieri e/o

medici con una carente risposta immunitaria,

significa mettere a rischio il loro stato di

salute e quello di tutti coloro che vi entrano a

contatto.

Insomma, è necessario agire

organizzativamente: bisogna mettere in

sicurezza i sanitari con una scarsa risposta

immunitaria, anche se sono stati vaccinati con

2 o 3 dosi.

Perché ancora si tergiversa? Possibile che in

una emergenza del genere non si comprenda

l’importanza di adottare un provvedimento

univoco, che riguardi indistintamente tutte le

aziende sanitarie da Nord a Sud?

Non possono essere solo le singole Regioni a

presidiare tutto questo. Il Covid non riconosce

perimetri, e passa da un territorio all’altro

come fosse una palla di ping pong. Occorrono

politiche di contrasto uniformi, provveda la

Conferenza delle Regioni, impartendo

indicazioni valide per tutti: in ballo ancora

una volta c’è la salute degli infermieri come

sempre i più esposti al rischio e naturalmente

la salute collettiva degli italiani», chiosa De

Palma preoccupato.

Il Referente del Nursing Up per la stampa

Alfredo Iannaccone

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