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Dir. Resp.
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Edizione del 13/12/2021
Estratto da pag. 1
Sulla proroga o meno dello stato d’emergenza, il presidente del Consiglio Mario Draghi deciderà in base all’andamento della curva epidemiologica dei contagi e delle nuove vaccinazioni. Il 31 dicembre scade il regime di eccezionalità decretato ormai quasi due anni fa. Ma Palazzo Chigi attende di vedere gli effetti della stretta del 6 dicembre, quando ha esordito il Super Green Pass. Una risposta potrebbe arrivare poco prima di Natale, magari in occasione della conferenza stampa di fine anno. Ma la variante Omicron, visto il tasso di contagiosità maggiore, sta rimettendo tutto in discussione e potrebbe accelerare i tempi.Secondo Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica e consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, lo stato d’emergenza, «dal punto di vista sanitario» va prorogato. «L’inverno sarà durissimo e bisognerà prendere decisioni finalizzate al contenimento del virus», spiega alla Stampa. «Penso a un’intensificazione del Super Green Pass con maggiori controlli. Non basta fare le norme, bisogna applicarle. Molti ristoranti non controllano gli accessi e a gennaio non ce lo potremo permettere».Difficile prevedere con quanti contagi finiremo l’anno, «ma gennaio preoccupa molto», dice. «Le misure prese e l’alto numero di vaccinati fanno sì che l’incremento dei casi sia lineare e non esponenziale, però si tratta comunque di una crescita del contagio e dei morti». Con l’aggiunta dell’incognita della variante Omicron che potrebbe avere un indice di contagiosità 9 (la Delta arriva a 6).Ma se il Regno Unito, secondo Ricciardi, «a gennaio avrà bisogno di un altro lockdown a causa della combinazione tra Delta e Omicron», l’Italia invece «ha messo in atto una serie di misure, dal Super Green Pass alla chiusura dei voli, alla velocizzazione della terza dose, che consentono di limitare e rimandare il problema, nella speranza di superare l’inverno senza danni e arrivare a primavera».Ma la strategia resta sempre la stessa: «Bisogna continuare a insistere sull’utilità della vaccinazione per sé e per la comunità, non c’è altra via». E la terza dose «è l’unico modo per proteggersi da varianti e calo dell’immunità, in particolare per le persone anziane e fragili». Ma potrebbe servire un quarto richiamo, «che si comprenderà col tempo se sarà necessario. L’immunità data dai vaccini non è eterna e nella migliore delle ipotesi tra qualche anno dovremo fare un richiamo, come del resto succede per l’influenza, lo pneumococco e il tetano. Tutte vaccinazioni consigliabili».D’accordo sulla proroga dello stato d’emergenza, anche Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, contrariamente da quanto affermato dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. «La pandemia non è finita e bisogna continuare a contrastarla agendo con rapidità e con tutti i mezzi necessari», spiega a Repubblica. «Sarei cauto ad abbandonare questa impostazione». E aggiunge: «La gestione della pandemia non può dipendere da convenienze politiche o di partito. Tutte le misure decise, a partire dal Green Pass rinforzato, sono state condivise dalle Regioni, comprese quelle governate dalla Lega. E Fedriga ha sempre rappresentato al meglio la Conferenza delle Regioni».Draghi intanto si atterrà ai dati, nella convinzione che lo stato di emergenza com’è attualmente è superabile solo a determinate condizioni. L’ipotesi, trapelata negli ultimi giorni, di porre l’intera struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo sotto il dipartimento della Protezione Civile guidata da Fabrizio Curcio potrebbe avere delle farraginosità non coerenti con i tempi di reazione necessari a mettere in campo le misure di contenimento del virus – spiega La Stampa.Per questo, al ministero della Salute sarebbero più propensi a scommettere sulla proroga dello stato di emergenza, attraverso una legge che servirà ad andare oltre il 31 gennaio 2022, cioè oltre la scadenza dei due anni prevista al momento. Si ipotizza anche una cabina di regia della maggioranza per decidere: Draghi vuole che siano tutti i partiti a scegliere
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