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Edizione del 08/12/2021
Estratto da pag. 1
Telemedicina. Gabbrielli (Iss), serve ripensamento radicale Ssn
Foto digital"Non c'è dubbio che la pandemia da COVID-19 abbia dato un notevole impulso allatelemedicina. Se non altro nel far emergere la consapevolezza di quanto sianecessario e non più procrastinabile lo sviluppo di nuovi servizi sanitaribasati sulle tecnologie digitali, che permettendo l'erogazione di tali servizia distanza, direttamente nelle case degli assistiti, gioverebbero molto apazienti per i quali spesso risulta difficile spostarsi, quali le persone conmalattia rara ma non solo, con il vantaggio per di più di evitare inutili epericolosi 'ingorghi'".Così nel suo editoriale Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionaleper la Telemedicina dell'Iss. "Premesse necessarie a questo scenario, incostante evoluzione ma privo ancora di contorni chiari e indicazioni precise,sono, senza dubbio, la formazione adeguata dei professionisti sanitari alcorretto uso di tali tecnologie; il supporto tecnologico dei sistemi hardware esoftware dei servizi di Telemedicina, che non può essere svolto dai sanitari eper il quale occorre un team distinto, oltre che specializzato, di tecnici; unripensamento radicale dell'organizzazione del nostro Servizio SanitarioNazionale.Fermo restando, inoltre, che obiettivo primario della Telemedicina,specialmente nell'ambito di un servizio pubblico, è quello di garantire equità,ovvero accesso alle pratiche di prevenzione e cura per tutta la popolazione,orientando in tal senso per mezzo delle tecnologie digitali i servizi sanitari.Alcune di queste tecnologie sono utilizzabili già oggi, quali ad esempio latelevisita e il teleconsulto medico, ma sono tuttavia prestazioni elementaririspetto alle potenzialità che offre il settore.[INS::INS]Ve ne sono poi altre non ancora praticabili nelle attività quotidiane, inquanto richiedono maggiori sforzi (ad esempio: Big Data per sviluppare sistemidi Precision Medicine)". "Per contribuire, dunque, allo sviluppo dei servizi diTelemedicina- continua Gabbrielli- bisogna partire innanzitutto dalladefinizione delle prestazioni e dalle indicazioni sulle corrette modalità dierogazione. Tale percorso è iniziato a livello istituzionale con l'AccordoStato, Regioni e Provincie Autonome del 17 dicembre 2020 basato su studi eanalisi del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove TecnologieAssistenziali (Cntnt) dell'Istituto Superiore di Sanità e sulla documentazioneelaborata dalla Conferenza delle Regioni nel 2020.Ulteriori documenti regolatori sono in corso di elaborazione da parte delCntnt. Nell'ambito della definizione delle prestazioni rientrano anche altrenecessarie definizioni: quella dei requisiti tecnologici che possano garantirel'uniformità sul territorio nazionale; quella di tariffe di riferimento per ilrimborso delle prestazioni; la definizione di adeguati metodi di valutazione evalidazione. Occorrono, poi, indicazioni sulla progettazione dei servizi diTelemedicina, una tematica ultra-specialistica, che richiede di calibrare iservizi sulle esigenze dei pazienti a cui ci si rivolge; sulle caratteristichebiomediche delle patologie; sulle caratteristiche del territorio in cui operail servizio; sulle disponibilità di risorse economiche e professionalisanitarie. Fondamentale è la realizzazione di buone pratiche nazionali o lineeguida (vere e proprie best practices italiane) nell'ambito della Telemedicina.Indicazioni chiare anche su come le prestazioni digitali possano essereintercalate a quelle in presenza al fine di massimizzare l'appropriatezza deipercorsi diagnostico-terapeutici.Tutto ciò deve provenire da un attento studio scientifico, confrontato poi conl'esperienza professionale quotidiana con la collaborazione delle Società/Associazioni scientifiche e con le Associazioni dei pazienti. Da tempo sono inatto iniziative coordinate a livello nazionale dal Cntnt circa la definizionedi documenti di consensus relativi al corretto uso della telemedicina nelledifferenti specialità medico-chirurgiche, in particolare: teleneurofisiologiaclinica, teleriabilitazione e teleassistenza, telecardiologia, telenefrologia",continua Gabbrielli. "E' anche necessario un
sistema di verifica e validazionenazionale, nonché un Registro delle esperienze in tale settore. I sistemi diTelemedicina hanno, infatti, una caratteristica trasversale a tutte lediscipline mediche e chirurgiche, permettendo di ottenere un livello dipersonalizzazione del servizio molto alto, che a sua volta induce i sistemiterritoriali a forgiare l'offerta di servizi locali in manieraautoreferenziale.[INS::INS]Per controbilanciare tale inclinazione, occorre un sistema di verifica evalidazione nazionale dei modelli dei servizi. Risulta, a tal fine,indispensabile un Registro nazionale specificamente dedicato a raccogliere,valutare, classificare e rendere accessibili alla consultazione, le esperienzedi telemedicina. Mancano, inoltre, indicazioni nazionali di compatibilità trale App per l'uso in sanità e i telefoni mobili degli utenti. E' possibileinfatti che un servizio sanitario veicolato per mezzo di un softwareapplicativo, scaricabile in locale dal paziente sul proprio smartphone, risultiper lui non accessibile completamente a causa del mancato aggiornamento delsistema operativo sullo smartphone. La dematerializzazione delle prescrizioni,delle refertazioni, delle certificazioni, infine, già praticata tramitetecnologie non più sperimentali, ma collaudate con milioni di transazioniquotidiane, va tuttavia implementata.Solo per limitarmi alle prescrizioni digitali dei farmaci, si intuisce cometale modalità ha il suo massimo effetto nel momento in cui risulta semprepossibile e uniforme su tutto il territorio nazionale, per tutte le situazionicliniche. Inoltre, sarebbe bene che la prescrizione potesse arrivaredirettamente in modalità digitale alla farmacia scelta dallo stesso paziente,oppure al sistema di approvvigionamento previsto dalle Asl. Allo stesso modo èimportante che venga facilitata, per quanto possibile, la consegna del farmacoa domicilio. La mancanza di tali possibilità ha conseguenze negative maggioriproprio su quelle persone per le quali è massimo il beneficio dellaTelemedicina, riducendo l'effetto positivo complessivo della stessa.Si aprono, dunque, tanti scenari su cui lavorare a servizio del cittadino, masoprattutto siamo di fronte a un'opportunità da non perdere, anzi da'istituzionalizzare'. Una duplice opportunità: per i pazienti, soprattuttoquelli rari e quelli cronici, facilitati da prestazioni da remoto o daprestazioni ibride e più costantemente seguiti tramite il telemonitoraggio; eper il nostro sistema sanitario che si vedrebbe arricchito di un servizioall'avanguardia, oltre che di una razionalizzazione efficiente di numerosespese", conclude.