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Edizione del 01/03/2020
Estratto da pag. 1
Scintille sul congresso? No, tempesta in un bicchiere
Le tensioni all''interno del Partito Democratico in vista del prossimo Congresso. Ma in realtà si tratta di un naturale processo di assestamento. Alla fine del qual tutti gli equilibri verranno rispettati.
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già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Il canale è quello riservatissimo. Al punto che ufficialmente non esiste. E chi ne fa parte ha il dovere morale di negare d’esserci dentro. È una specie di anticamera della Linea Rossa: il cavo telefonico che univa Mosca con Washington negli anni della Guerra Fredda. È la personalissima stanza di consultazione nella quale i massimi quadri del Partito Democratico si scambiano le comunicazioni d’urgenza: asciutte, stringate, senza commenti. Quelli si fanno solo di persona. In quella stanza virtuale è finito un articolo di stampa: le dichiarazioni fatte dall’ex consigliere comunale di Cassino Sarah Grieco a Corrado Trento su Ciociaria Oggi.

Sono state analizzate. Scomposte riga per riga. Lette sotto ogni possibile chiave di interpretazione. La sintesi: in linea con il Partito, con la strategia della rigenerazione, convinta della fine delle componenti e delle correnti. Mai fuori dal solco. Allora perché è stata argomento di discussione in quel non luogo tutto virtuale?

Il segnale di allarme lo ha fatto accendere una frase che sta nella premessa. E che non ha smentito.

Potrebbe ricoprire un ruolo importante: vicesegretario o presidente per esempio. Dipenderà da vari fattori, a cominciare da quella che sarà l’impostazione di Luca Fantini. 

Il fatto è che l’elezione di Luca Fantini scaverà un solco: che non servirà per determinare distanze ma per eliminarle, buttandoci dentro tutte le divisioni che hanno indebolito il Partito Democratico negli ultimi quindici anni in provincia di Frosinone. E seppellendole. Generando così un terreno nuovo di unità: sul quale costruire il dialogo tra la sensibilità fino ad oggi rappresentata da Francesco De Angelis (quella maggioritaria), l’area che si riconosce in Antonio Pompeo (i diversamente renziani di Base Riformista), gli uomini di Simone Costanzo (ciò che resta di Area Dem sul territorio, cioè gli ex Popolari vicini a Franceschini ed Astorre), la sinistra di governo rappresentata da Alessandra Maggiani (in sintonia con Gianni Cuperlo).

Quel terreno di nuovo è coltivato con il concime Zingarettiano, tutto unione e dialogo; nulla a che fare con il renzismo che allontanava chi non la pensava come il leader.

Proprio per questo i nuovi incarichi di vertice terranno conto delle varie sensibilità. Non c’è un accordo siglato: non c’è alcun patto. Ma la liturgia delle dinamiche dell’inclusione di Nicola Zingaretti sono chiare: sono quelle che hanno individuato uno spazio ed una dignità nazionale a Stefano Bonaccini nonostante il governatore rieletto dell’Emilia Romagna sia di tutt’altra indole e parrocchia.

Il senso politico impone allora che tanto Antonio Pompeo quanto Simone Costanzo abbiano un loro rappresentante nel governo del nuovo Pd provinciale. Il presidente della Provincia ha più peso, la logica delle dinamiche politiche vuole che sia lui a decidere per primo: ha sempre detto di sentirsi rappresentato da un vice segretario. A cascata, l’area di Astorre esprimerà il presidente provinciale e potrebbe essere proprio Costanzo.

Che dovranno avere – condicio sine qua non – il gradimento del nuovo Segretario. Perché un elemento deve essere chiaro: nessuno potrà imporre nulla al Segretario; starà alla sua abilità politica riuscire a tenere tutti senza che ci sia bisogno di imposizioni.

Allora come si concilia la ‘pretesa‘ di Sarah Grieco? Di fronte alla quale ci sta tutta la levata di scudi fatta da Base Riformista: «O l’intesa viene rispettata oppure il segretario se lo votano da soli».

L’altolà di Antonio Pompeo ci sta tutto: il nuovo Segretario non ha alcun obbligo di tenere in considerazione le altre sensibilità presenti nel Partito, può assegnare o la presidenza o la vice segreteria a chi meglio preferisce. Se però deve essere il Pd nel quale c
hi ha più numeri si prende tutto senza considerare gli altri, non si venga a raccontare la favoletta dell’inclusione. E che Fantini sia il segretario unitario.

Ma l’irritazione della Base Riformista di Antonio Pompeo non è isolata, a giudicare da quella chat.

Francesco De Angelis è estraneo a quelle rivendicazioni: non le ha sollecitate. Con lui stanno tutti i quadri di Pensare Democratico: da Mauro Buschini e Sara Battisti.

Una vulgata vuole che sia un’iniziativa ispirata da Luca Fantini. Ma è chiaro dalla discussione che non ci sia lui dietro a quelle frasi. In chat si è limitato ad una frase: la stessa che va ripetendo a chiunque in queste settimane stia tentando di coinvolgerlo nelle discussioni aperte. Nella sostanza, più o meno è: sarò segretario, eventualmente, soltanto dopo il Congresso.

I Giovani Democratici di Cassino stanno con il sindaco Enzo Salera il quale è molto attento alla giovane generazione al punto da partecipare come ospite al loro Congresso. Salera ha una sintonia con il futuro segretario del tutto naturale e spontanea.

L’esegesi, alla fine della chat, viene da una mano femminile. Fa notare al resto del gruppo che nessuna rivendicazione è stata fatta da Sarah Grieco, l’ex consigliere comunale nell’intervista non ha rivendicato alcun ruolo. Non nei suoi virgolettati. Consapevole dell’inopportunità: non ha partecipato alla battaglia elettorale a Cassino, evitando di candidarsi. È una scelta di campo precisa.

“Guardate che si sta facendo tanto rumore per nulla” conclude la dirigente provinciale.

Resta il dubbio se sia necessaria una presa di posizione che raffreddi il clima e rassicuri gli alleati. Un nome maschile digita: “Non è necessario”. La stanza strisce. La traccia resta. Forse è per questo che non era necessario.

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