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Dir. Resp.
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Edizione del 22/11/2021
Estratto da pag. 1
Verso il super Green Pass in zona gialla: già domani la stretta contro i No Vax
Regioni divise tra rigoristi e aperturisti, il governo pronto a varare il decreto. Terza dose: 5 mesi dopo la seconda
ROMA. Un lockdown dello svago solo per i non vaccinati e già a partire dall’ingresso in zona gialla, quando ai No Vax sarebbe consentito solo di andare al lavoro e salire su un mezzo di trasporto. Così il governo prova a fare la sintesi del ventaglio di proposte avanzate dalle Regioni che ieri sono andate divise alla meta dell’incontro con i ministi Speranza, Gelmini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Garofoli. Da un lato uno schieramento composto da Emilia Romagna, Lazio, Liguria e Campania, che reclama di sfilare i tamponi dal Green Pass già da subito. «Servono restrizioni da subito per i non vaccinati, abbiamo un vantaggio sul virus che non possiamo sprecare», è la posizione rigorista sintetizzata dal presidente della Calabria, l’azzurro Roberto Occhiuto. Per fare il «booster» comunque basterà siano trascorsi cinque mesi dalla seconda puntura anziché sei. Un taglio di tempi messo nero su bianco da Speranza con la circolare varata ieri sera appena incassato il via libera dell’Aifa, dove invece appare isolata la posizione del presidente Palù a favore dell’obbligo vaccinale. Opzione non presa in considerazione, almeno fino a questo momento dal premier Draghi,pronto invece a dare il via libera alla terza dose obbligatoria per i sanitari e all’accorciamento da 12 a 9 mesi della durata del Green Pass. ***Iscriviti alla Newsletter Speciale coronavirusPrevisto un nuovo confrontoNello schieramento opposto a quello rigorista Abruzzo e Marche, che il super Green Pass non lo vorrebbero proprio, mentre il Veneto sembra più che altro scettico sulla sua applicabilità. Nell’ampia terra di mezzo ci sono il presidente della Conferenza delle Regioni, il friulano e leghista Massimiliano Fedriga, che il super Green Pass lo vedrebbe bene all’accendersi della luce gialla al semaforo. Una posizione che mira da un lato a contenere i contagi prima che la pressione sugli ospedali diventi insostenibile. Dall’altro a rassicurare albergatori e ristoratori, in testa tra quelli che aspettano con ansia gli incassi natalizi, che in caso di cambi di colore potranno comunque poter continuare a fare affidamento, anche in fascia gialla, su quell’87% di popolazione dai 12 anni in su comunque vaccinata. Ed è questa la linea che il governo è orientato ad adottare già domani, quando con un giorno d’anticipo il varerà il decreto per arginare la quarta ondata, dopo un ultimo confronto in cabina di regia e un nuovo incontro con i governatori, previsto sempre per mercoledì. In pratica in fascia bianca tutto resterebbe così com’è, per dire però da subito ai non vaccinati: «Attenzione, perché con il primo cambio di colore non potrete più frequentare alcun locale pubblico». Che resterebbero invece aperti a vaccinati o guariti da non più di sei mesi. Con il tampone si continuerebbe ad entrare solo nei luoghi di lavoro e a imbarcarsi su aerei, treni e navi. Per il resto niente ristoranti, bar, alberghi, cinema, teatri, piscine e palestre. Probabilmente ingresso vietato anche negli stadi per non penalizzare i vaccinati con la riduzione al 50% della capienza che scatta in fascia gialla. In dubbio se il divieto debba scattare anche per lo sci in zona gialla, dove da lunedì si ritroveranno Friuli e Alto Adige.