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Dir. Resp.
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Edizione del 22/11/2021
Estratto da pag. 1
Super Green Pass, l’appello delle Regioni: “Serve una stretta il prima possibile”
Le Regioni insistono, la crescita dei contagi spaventa e alla viglia dell’incontro con il governo i governatori tornano a chiedere a Mario Draghi di fare presto. È Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli e della Conferenza delle Regioni, a incalzare palazzo Chigi in vista della riunione che si svolgerà tra oggi e domani: «Proporremo al governo di scegliere il più presto possibile delle misure che possano favorire le vaccinazioni, garantendo in caso di passaggio di zona la possibilità di superare quelle restrizioni per le persone che si sono vaccinate». Tradotto, significa approvare quel “Green Pass rafforzato” di cui si parla ormai da giorni, un lasciapassare che escluda i non vaccinati praticamente da tutti i luoghi delle attività ricreative come ristoranti, palestre, teatri e cinema e via dicendo. Del resto, l’andamento dei contagi continua a destare preoccupazione, anche se l’Italia resta in una situazione gestibile, a differenza di molti altri Paesi europei. Ieri i nuovi casi sono stati 9. 709, meno del giorno prima ma il dato non deve ingannare: nel fine-settimana c’è sempre una flessione, perché si fanno meno tamponi, ma il tasso di positività resta attorno al 2%. Il raffronto va fatto semmai con la domenica precedente e qui c’è la conferma della tendenza in crescita: una settimana fa il tasso di contagio era all’1, 7% e i nuovi casi in totale furono 7. 569. Aumentano, anche se in maniera ancora moderata, i ricoveri in terapia intensiva (ieri otto in più) e quelli nei reparti ordinari (più 95 rispetto al giorno prima). Soprattutto, preoccupano le notizie che arrivano dal resto d’Europa, con Germania, Gran Bretagna e Francia che registrano tra i 20 e i 40 mila contagi al giorno, senza contare i Paesi dell’Est europeo. I timori per l’economiaLa preoccupazione dei presidenti delle Regioni, ma anche del premier, è andare incontro a nuove chiusure che sarebbero un colpo pesante per l’economia. «Se noi non interveniamo – sottolinea Fedriga – il risultato è che se una regione passa in zona arancione o rossa è chiuso a prescindere, per tutti». E Giovanni Toti chiede a Draghi di «non perdere tempo, perché il prezzo che il Paese ha pagato è già stato altissimo». Ma anche Luigi Di Maio avverte: «L’alternativa al Green Pass e ai vaccini è chiudere tutto e questo non ce lo possiamo né permettere né lo vogliamo». Un’ulteriore alternativa, in realtà, potrebbe essere quella dell’estensione dell’obbligo vaccinale a tutti, o perlomeno ad alcune altre categorie oltre a quelle già previste. Ma l’ipotesi del vaccino obbligatorio per tutti viene bocciata, per esempio, dal presidente del Veneto Luca Zaia: «Qualcuno dovrebbe spiegarmi come si va ad applicare...». Meglio usare la persuasione e introdurre – appunto – ulteriori limiti per chi non si vaccina. È questo, dunque, l’orientamento che matura nel governo. Si parla di ridurre la validità del Green Pass a nove mesi, di estendere l’obbligo della terza dose – che da oggi è possibile per tutti gli over 40 – a categorie come sanitari e personale delle Rsa. E, appunto, di introdurre il super Green Pass che escluderebbe i non vaccinati dalle attività ricreative. Niente stretta sui mezzi pubblici (nessuna conferma dal Ministero dei Trasporti dell’ipotesi di usare il Green Pass su bus e metro), invece, e si potrà ancora andare al lavoro facendo solo il tampone. Dopo il confronto con le Regioni le nuove misure potrebbero essere varate dal Consiglio dei ministri già giovedì, o al più tardi la prossima settimana, per entrare in vigore poi a dicembre. —