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Dir. Resp.
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Edizione del 19/11/2021
Estratto da pag. 1
Regioni in pressing: "Stretta sui No Vax". Verso il Pass duro l`obbligo ai medici
Le Regioni chiedono un incontro urgente con il premier Mario Draghi e insistono sull'applicazione delle restrizioni per i non immunizzati. La conferenza dei governatori di ieri, convocata dopo l'aumento dei numeri dei contagi, rinnova il pressing sul governo per l'introduzione del lockdown selettivo. Un modello a metà strada tra Austria e Germania: le restrizioni contenute nella vecchia griglia dei colori (rossa, arancione e gialla) devono essere applicate esclusivamente ai non vaccinati. È questa la richiesta che giunge dall'ala rigorista dei presidenti di Regione.L'esecutivo per ora frena e lavora su altri due punti: la riduzione della durata della validità del green pass, da 12 a 9 mesi, e l'estensione dell'obbligo per la terza dose al personale sanitario e in servizio nelle Rsa. Due provvedimenti che dovrebbero incassare il via libera già nel prossimo Cdm. Tra le altre proposte sul tavolo c'è l'ipotesi, per dare un'ulteriore spinta alla campagna di vaccinazione, di ridurre l'efficacia del tampone a 24 ore. Nel periodo di Natale si valuta di reintrodurre all'aperto l'obbligo della mascherina. Obbligo che scatta da oggi in Sicilia: un'ordinanza firmata dal governatore Nello Musumeci introduce l'obbligo di portare la mascherina sempre con sé e di indossarla in tutti i luoghi aperti al pubblico particolarmente affollati. Dovranno poi sottoporsi al tampone, nei porti e aeroporti siciliani, anche i viaggiatori che arrivano dalla Germania e dal Regno Unito. Mentre sul peggioramento dei dati il sottosegretario alla Salute Andrea Costa precisa: «Regioni che rischiano il giallo dalla prossima settimana? No, dai dati al momento la situazione è sotto controllo, non ci dovrebbero esser cambiamenti».«È urgentissima una riflessione tra governo e Regioni sulla tenuta delle regole attualmente vigenti che furono adottate in assenza dell'attuale percentuale di vaccinati e dello strumento della certificazione verde» chiede il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ha già manifestato la sua apertura, ritenendo «le richieste delle Regioni ragionevoli. Non c'è alcuna volontà di spaccare il Paese». La linea del governo è abbastanza chiara: non si segue il modello Austria. Ma, questo il ragionamento della titolare degli Affari regionali, se l'aumento dei contagi e delle ospedalizzazioni dovesse portare a nuove restrizioni, non sarebbe ipotizzabile mettere sullo stesso piano i vaccinati e i non vaccinati. In serata il premier Draghi fa trapelare di «essere disponibile al confronto con le Regioni ma ribadendo un punto: non si cambia il senso di marcia imboccato dall'esecutivo».Il presidente della Liguria Giovanni Toti sintetizza le richieste: «Il 90% degli italiani non può essere tenuto in scacco, la zonizzazione del Paese deve valere solo per i non vaccinati. Da un 10% che non comprende l'importanza del vaccino e che vorrebbe dettare le proprie regole. È importante avviare in tempi rapidi, entro 72 ore, un confronto con il governo. Non è possibile mantenere un atteggiamento attendista, bisogna anzi dettare norme chiare per affrontare questa fase della pandemia, tutelando la salute dei cittadini e consentendo all'economia di continuare la sua fase di crescita dopo aver attraversato una fase di grave crisi».Non è però compatto il fronte dei governatori. All'ala rigorista si contrappone Francesco Acquaroli, presidente delle Marche (Fdi): «Sarei cauto nel mettere in campo altre restrizioni, con distinzioni tra chi è vaccinato e chi non lo è, il che andrebbe ad innescare un pericolosissimo sistema». In attesa del vertice governo-Regioni, sembra sfumata l'ipotesi di modificare le modalità per ottenere il green pass. La certificazione può essere ottenuta tramite la doppia vaccinazione contro il Covid, la guarigione dalla malattia e l'esito negativo di un tampone.