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Edizione del 18/11/2021
Estratto da pag. 1
GREEN PASS A 9 MESI, ANTICIPO TERZA DOSE/ Regioni: “lockdown No Vax in zona rossa”
Il concetto “fare presto” sembra essere entrato a gamba tesa anche nel Governo: in serata il Ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato l’intenzione di anticipare al 22 novembre – e non più al 1 dicembre – la campagna per la terza dose di vaccino anti-Covid. «La curva del contagio sale nel nostro Paese e, ancora di più, nei Paesi europei vicini all’Italia. È giusto, quindi, anticipare al 22 novembre la campagna per i richiami vaccinali per la fascia d’età 40-59 anni», sottolinea il Ministro della Sanità.
Pierpaolo Sileri/ "Numeri ok, ipotesi lockdown non vaccinati in zona arancione"
Ma è sulle possibile modifiche al Green Pass che l’esecutivo ha preso un impegno con le Regioni, incontrate oggi dalla Ministra Gelmini: nel prossimo Consiglio dei Ministri verrà discussa l’eventuale “sforbiciata” alla durata del pass sanitario. Si passerà da 12 a 9 mesi come validità del Green Pass e in più verrà introdotto l’obbligo vaccinale per tutti i sanitari con la terza dose: al momento sono queste le uniche due misure che entreranno nel prossimo Decreto Covid (previsto in CdM per l’inizio della prossima settimana), lasciando per il momento in “sospeso” il nodo più imponente, ovvero la possibilità di adottare restrizioni specifiche per i non vaccinati, come sta per avvenire in Germania e come è già in Austria. «Il lockdown per i no vax non è oggetto di decisione», ha spiegato il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio nella sera di giovedì, sottolineando come «ci sono governatori che l’hanno proposto, ma lo schema di lavoro è che deve essere la comunità scientifica a dirci cosa fare. Bisogna andare avanti con le vaccinazioni. Il tema non è neanche l’obbligo di vaccini, il tema è la terza dose». Già, i governatori: nella Conferenza delle Regioni oggi è stata ribadita la necessità di non “punire” i vaccinati con possibili chiusure nelle prossime settimane se si dovesse arrivare a zone gialle/arancioni/rosse. Le Regioni insistono sulla «necessità di un cambio di passo nella lotta al Covid» e chiedono una «riflessione urgentissima con il governo alla luce dell’aumento dei casi», per poter salvare il Natale ed «evitare le restrizioni e chiusure previste per le zone gialle o arancioni». Duro l’intervento del Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta tenuto al Forum del’Agricoltura di Coldiretti: «Non utilizzare delle strategie di rafforzamento del Green Pass significa aprire il forno e far implodere il soufflé (ovvero il Pil in netta crescita, ndr). Ma un green pass rafforzato deve colpire soprattutto i non vaccinati, gli irriducibili che devono essere reclusi ed esclusi dalla vita collettiva e dall’economia. Mi impegno ha sostenere questo in Cdm. Lo farò anche pensando alla mia vigna e al mio vino».
Pierpaolo Sileri/ "Immunità di gregge irraggiungibile, niente lockdown non vaccinati"
La Conferenza delle Regioni è riunita dalle ore 10.30 di stamane per dirimere le proposte da presentare al Governo nell’incontro di questo pomeriggio (ore 15.30): sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni vi saranno le possibili misure da prendere contro l’avanzata dei contagi Covid-19 in questa “quarta ondata” che ancora non presenta numeri simili ad altre realtà europee (Germania e Austria su tutte) ma che comunque rappresenta un deciso campanello d’allarme rispetto solo a qualche settimana fa.
Con il calo importante della protezione dei vaccini (al 50% dopo 6 mesi, secondo gli studi ISS) e con l’accelerazione improvvisa data per la terza dose, si teme di arrivare a maggiori contagi nelle prossime settimane tanto da mettere in discussione quello che sarebbe dovuto essere il primo vero Natale libero dall’inizio della pandemia. Le Regioni premono per lasciare il più possibile aperte le attività, arrivando a ipotizzare misure di “premio” per i vaccinati e – di conseguenza – riduzioni di libertà per chi invece vaccinato non è. «Un Green Pass “rafforzato” con nuove restrizioni solo per i No Vax in caso di cambio di colore (arancione o rosso) di un territorio», è la proposta che verrà formal
izzata dalle Regioni sulla scia del “modello austro-tedesco” del “2G”, ovvero solo per vaccinati (geimpft) o guariti (genesen), escludendo il tampone negativo. Dalla Lombardia al Veneto, dalla Liguria alla Compagnia fino al Friuli del Presidente della Conferenza Regioni Fedriga: il coro è quasi unanime nel chiedere di non produrre lockdown generalizzati in vista del Natale, con l’economia finalmente in ripresa dopo due anni terribili. Altre misure allo studio sono la riduzione della validità del Green Pass da 12 a 9 o addirittura 6 mesi, la riduzione della tempistica di durata del tampone negativo e il ritorno dell’obbligo di mascherina anche all’aperto.
SPY COVID/ Speranza e Sileri, due "voci" sui vaccini che non vanno d'accordo
Per ora il Governo vede non di buon occhio la misura del “lockdown per non vaccinati” che potrebbe avere ripercussioni importanti su privacy e diritti costituzionali: «Lockdown per non vaccinati? Non è la strategia da attuare con i numeri odierni, può essere valutata in caso di passaggio in zona arancione», è il giudizio dato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto a “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. «Non è la strategia da attuare con i numeri odierni – ha concluso l’esponente M5s -. C’è qualche area del Paese che rischia di finire in zona gialla, ma questa non prevede grosse restrizioni, quindi al momento non vi è motivo di fare restrizioni per i non vaccinati. Va tenuta sul tavolo, come tante altre opzioni, ma la situazione è sotto controllo». In line di principio anche Zaia, Fedriga e Fontana sono concordi con il messaggio mandato da Sileri, ma provano a rilanciare su cosa potrebbe succedere con eventuale crescita di zone arancioni/rosse in vista del Natale: «Chi ha fatto il proprio dovere va tutelato: se la situazione dovesse evolversi in senso negativo, ci dovranno essere limitazioni che non vadano a colpire chi si è vaccinato», spiega il Governatore della Lombardia intervistato da “La Stampa”, «modello Austria? Queste sono decisioni che spettano al governo. Io vado a dire. tuteliamo prima di tutto la libertà di chi ha fatto il proprio dovere […] Nella mia filosofia – conclude Fontana – non sono mai favorevole alle imposizioni, all’obbligatorietà. Io sono per cercare di convincere la gente».