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Edizione del 15/11/2021
Estratto da pag. 1
Piano del governo per il Natale libero: "Terze dosi e Pass contro le chiusure"
Gli esperti: 30mila positivi per le feste. Speranza: "C''è attenzione ma restano le regole esistenti". Sileri: "Protezione di comunità raggiunta". Sprint sui richiami. L''ipotesi: certificato valido 6 o 9 mesi
L'allarme sulle feste natalizie arriva direttamente dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «L'Italia è più avanti di altri paesi nella somministrazione del vaccino. Ma resto preoccupato per il Natale, soprattutto se guardiamo ai nuovi contagi». I timori di nuove restrizioni si addensano su dicembre. E se per l'inquilino della Farnesina conferma che «il Green Pass è l'unico strumento che abbiamo per scongiurare nuove chiusure», il suo collega della Salute Roberto Speranza in serata ospite di Fabio Fazio esclude al momento un giro di vite: «Manteniamo le regole esistenti, verifichiamo l'andamento dell'epidemia». Ecco l'epidemia. Non conteranno tanto i contagi quanto il livello di pressione sulle terapie intensive, che per ora è ben al di sotto delle soglie di allarme: 458 il totale dei ricoverati su 9.079 posti disponibili, mentre l'incremento dei casi positivi giornalieri è intorno agli 8mila. Ma anche le terze dosi accelerano e raggiungono quota 3 milioni, finora sono state somministrate al 5 per cento degli italiani. Sul tavolo dell'esecutivo anche la modifica della validità del green pass. Ogni decisione è rinviata ai primi di dicembre, ma a giorni il governo potrebbe chiedere un nuovo parere al Cts: «Se il vaccino dura sei mesi come fa il Green pass a durare un anno? Noi dobbiamo avere fiducia nella scienza - precisa Di Maio -. Sono sicuro che la scienza farà passi avanti per aumentare la capacità di protezione del vaccino». Vaccino che per Speranza è l'unica salvezza: «Abbiamo bisogno che tutti coloro che sono stati vaccinato vadano a farsi il richiamo dopo sei mesi, questo è molto importante».Previsioni più ottimistiche quelle del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: «Quello 2021 sarà un Natale libero», dice, sicuro che in Italia «abbiamo raggiunto una protezione di comunità senza introdurre l'obbligo». L'invito alla prudenza è già stato rilanciato però dal presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, in un'intervista al Corriere: «Siamo in una fase di deciso aumento dei contagi. Ma abbiamo la possibilità di contenerli perché possediamo tutti gli strumenti per riuscirci. Possiamo evitare di andare verso un significativo peggioramento. Tutti devono partecipare usando prudenza nei comportamenti e rispettando le regole all'aperto e soprattutto al chiuso vista la stagione. I centri vaccinali poi aspettano i ritardatari e quelli che dovrebbero rendere l'immunità duratura con una terza dose». All'Huffington Post, invece, il fisico e divulgatore Giorgio Sestili, avverte: «Siamo in una fase di crescita della pandemia che lascia presagire un aumento dei contagi. Potrebbero essercene 15 mila giornalieri a fine novembre, per toccare punte di 25-30 mila entro Natale».Numeri confermati da Roberto Battiston, direttore dell'Osservatorio epidemiologico dell'Università di Trento: «Con i vaccini abbiamo alzato gli argini contro il pericolo di esondazione del fiume Covid, ma non possiamo abbassare la guardia». E c'è il timore delle Regioni, con il presidente della Liguria Giovanni Toti a ricordare che «non possiamo in alcun modo permetterci di perdere la libertà che abbiamo conquistato o di sopportare altre chiusure, anche in vista del periodo natalizio. Occorre mantenere alta l'attenzione con grande attenzione e prudenza». Si dice «favorevole a un'eventuale stretta sul green pass, che possa essere utilizzato solo se associato alla vaccinazione almeno per l'accesso ad alcuni luoghi come cinema, teatri e palestre. E, se necessario, anche all'introduzione dell'obbligo vaccinale. Certamente ogni misura dovrà essere supportata da numeri e dati scientifici ma è evidente che se oggi, a fronte di un aumento dei contagi, i nostri ospedali stanno reggendo l'urto con tassi di ospedalizzazione notevolmente più bassi rispetto ad un anno fa è solo grazie ai vaccini».