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Edizione del 09/11/2021
Estratto da pag. 1
Dipiazza: «Ora leggi speciali come ai tempi delle Br»
Il sindaco di Trieste sulle manifestazioni no green pass: «Il diritto di manifestare lo riconosco ma con dei limiti. E il limite maggiore è il diritto...
TRIESTE - «L'idea è di consentire solo le manifestazioni statiche in un luogo definito. Magari, li metteremo tutti a Porto Vecchio, lontano da alberghi, ristoranti e negozi che in questo periodo stanno subendo danni enormi». Così il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza in un'intervista al Corriere della Sera, il quale riconosce il diritto a manifestare «ma con dei limiti. E il limite maggiore è il diritto degli altri alla salute e al lavoro. E queste continue manifestazioni lo violano, come dimostra il focolaio fra i manifestanti». .

Se fosse al governo «farei come ai tempi delle Brigate Rosse: leggi speciali. Allora c'era l'emergenza terrorismo, oggi c'è la pandemia ma il periodo è sempre drammatico. A mali estremi, estremi rimedi».

«Oggi - ha aggiunto Dipiazza - ne ho parlato con il nuovo prefetto e ho anche contattato Roma. Stiamo pensando a nuove misure. Dobbiamo anche tener conto che una parte della città si sta ribellando: ci sono 60 mila firme favorevoli al green pass. Sono moltissime, è la stragrande maggioranza della gente».

Lei ha imposto gli steward ai cortei, non è un po' troppo? «Troppo poco, forse. C'era anche il divieto di entrare in piazza Unità ma i soliti facinorosi, molti vengono da fuori, hanno tentato di sfondare. Non si può andare avanti così».

«Trieste non è capitale anti-vaccino»

«Trieste non è la capitale no-vax, ma è una delle capitali della scienza e della scienza si fida». Sono le parole di Mitja Gialuz, promotore insieme con Tiziana Benussi dell'appello online per dire sì ai vaccini. Un'iniziativa che in una settimana ha già superato le 60 mila firme, tra cui quelle del regista premio Oscar Gabriele Salvatores, del Rettore dell'Università di Trieste ma anche di molti parlamentari e dello stesso presidente della Regione Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga.

«Un grandissimo risultato che va oltre le nostre aspettative - sottolinea Gialuz all'ANSA -. Trieste è una città da 210 mila abitanti, uno su tre ha aderito al nostro appello. La molla che ci ha spinto a lanciare la petizione - continua - sono state le continue manifestazioni che hanno letteralmente messo in ginocchio la città. Proteste permeate da subculture antiscientifiche e che hanno causato un danno non solo sanitario, ma anche sociale ed economico».

«Noi però non siamo contro nessuno - evidenzia Gialuz -. Siamo per il confronto, tenendo sempre presente però che non esistono libertà assolute, ma diritti e doveri. E il primo limite è proprio il diritto alla salute». 

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