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Dir. Resp.
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Edizione del 31/10/2021
Estratto da pag. 1
Il Molise ha la spesa sanitaria più alta e i livelli di prestazione peggiori. Lo dicono gli indici di valutazione dei LEA, lo ha ribadito la Corte dei Conti in audizione presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, nella tabella dove viene certificata la spesa pro capite per la sanità che, nel 2020, in Molise è la più alta d’Italia ed è pari 2.539 euro.
E proprio in questi giorni a Roma, il Presidente/Commissario Toma, – afferma la consigliera Micaela Fanelli – a confronto con il Mef, prova a rassicurare ma non riesce a fornire alcun elemento certo. Al netto di una trasferta vuota che Toma vuole invece definire “collaborativa”, si è capito che il Molise deve essere in grado di dare più garanzie se vuole incassare la premialità, così come si è compreso bene che, sul caso del Gemelli e sulla possibilità che la Regione si inserisca nell’acquisizione, Toma non abbia alcuna idea di come concretizzare la proposta. Su questo punto da Roma sono stati chiari: “Facci capire che intendi”, hanno detto a Toma. Anche noi lo aspettiamo. L’ho chiesto in Consiglio più e più volte senza mai ottenere risposte.
E sempre in Aula tornerò a chiedere una cosa molto semplice: che Toma prenda posizione contro il nuovo decreto Balduzzi. La bozza che abbiamo letto, infatti, non risolve affatto i problemi del Molise. Anzi li peggiora, certificando e mettendo il suggello su alcune scelte scellerate già contenute nel POS 2019/2021 di Toma e che prevedono peggioramenti in particolare per Termoli e Isernia e per l’intera rete ospedaliera.Nella bozza del nuovo decreto, infatti, non sono previste deroghe per le piccole regioni: i parametri rimangono quasi gli stessi per ospedali, servizi e reparti. Tra i posti letto ospedalieri sarebbero conteggiati anche quelli territoriali degli ospedali di comunità, cosa questa che presuppone una ulteriore riduzione per i primi.
L’unica concessione – continua la Fanelli – riguarda le equipe mobili a cui viene affidato il compito di portare le prestazioni in periferia. Equipe mobili che, nel caso del Molise, fanno capo al Cardarelli.Tuttavia i volumi e gli esiti rimangono invariati e, soprattutto, la presunta autonomia organizzativa regionale che dovrebbe rispettare le esigenze territoriali, viene compresa entro questi stretti parametri e limitata dai dati di mobilità passiva e attiva che determinerebbe più che altro una diminuzione e non, invece, un incremento di servizi.
Ebbene, dinanzi a tutto questo e dopo che lo stesso Toma aveva rassicurato su una delle schede allegate al Balduzzi in favore delle aree interne, che farà il Presidente/Commissario?Ha sbandierato mille volte in Consiglio la sua incredibile azione efficace in Conferenza delle Regioni. Non è affatto così.Non esiste la scheda allegata, né altre condizioni migliorative per il Molise. Ancora una volta, quindi, Toma ha venduto fumo.Che può fare ora in sede di Conferenza delle Regioni? Semplicemente votare contro la proposta del nuovo decreto Balduzzi quando arriverà la richiesta di parere che, in materia sanitaria, è obbligatorio.
Toma voti contro. Già ha detto cose totalmente diverse dalla realtà in merito all’efficacia della sua azione: raccontava grandi imprese ai molisani che poi, puntualmente, si sono attestate come non vere. Ora dimostri – conclude la consigliera regionale- almeno di riuscire o a cambiare quel decreto o, quantomeno, lo ostacoli, votando in maniera contraria. Proprio su questo punto, infatti, sto per presentare in Consiglio regionale una mozione per impegnare Toma a chiedere la modifica del nuovo decreto Balduzzi, una proposta non ricevibile per il Molise. Il confronto sulla programmazione sanitaria torni in Consiglio regionale e sulla difesa dei diritti dei molisani le Istituzioni siano chiamate a fare la loro parte.
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