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Edizione del 30/10/2021
Estratto da pag. 1
De Santis segretario del Pd a BariAmati: «Noi, il partito delle tessere»
Rientra il «no» di Decaro. Dopo due giorni di consultazioni raggiunta l’intesa
intervista al consigliere regionale

Mezzogiorno, 30 ottobre 2021 - 12:52

De Santis segretario del Pd a BariAmati: «Noi, il partito delle tessere»

Rientra il «no» di Decaro. Dopo due giorni di consultazioni raggiunta l’intesa

di Francesco Strippoli

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La crisi nel Pd barese è risolta. Domenico De Santis, vice capo di gabinetto in Regione, è il candidato unico e dunque prossimo nuovo segretario provinciale. Oggi presenta il programma e i primi nomi della squadra. Il dissidio tra Michele Emiliano, che sponsorizza De Santis, e il sindaco Antonio Decaro, si è ricomposto negli ultimi giorni. Per questo il prossimo segretario parla di «candidatura unitaria». Va detto, in effetti, che Decaro non aveva sollevato dubbi sul suo nome ma eccepito sul percorso. De Santis era stato indicato dai maggiorenti del Pd vicini a Emiliano senza consultare il sindaco. Giovedì e ieri si sono incontrate le due parti: lo stesso De Santis con l’uscente Ubaldo Pagano, per la parte Emiliano; e il sindaco di Polignano, Domenico Vitto, con il consigliere regionale Francesco Paolicelli, per il gruppo Decaro. La ritrovata intesa a Bari non risolve il grave stato di tensione interna nel Pd. Cinque consiglieri regionali (Amati, Campo, Mazzarano, Mennea e Pentassuglia) hanno scritto a Enrico Letta. Paventano un congresso che si limiti a «una mera operazione burocratica», facendo restare nel Pd una sola «attività prevalente»: quella del «mantenimento dei rapporti di forza per conservare, con la complicità di leggi elettorali che limitano le scelte di preferenza dei cittadini, assetti e pur legittime aspirazioni». Insomma: si resta fedeli al leader di turno per avere comodi posti nelle liste bloccate ed essere eletti in Parlamento.Lei, consigliere Amati, cosa pensa della conferma di Lacarra? «Quello che pensano tutti: non lo voleva nessuno, neppure Decaro. Però viene confermato, grazie a Emiliano, perché è l’unico che consente al presidente di dire “il Pd sono io”, nonostante non sia un iscritto al partito». Che dovrebbe fare, censurarlo? «Gli dovrebbe dire: il Pd è fatto di iscritti che si impegnano a sostenerti, ma siccome non sei iscritto, ti prego di non usare la carica di governatore per condizionare il dibattito interno. E se vuoi intervenire, fai in modo che il Pd non sia bloccato dalla logica dell’appartenenza e della fedeltà».Per questo avete scritto a Letta evocando il tema dei posti in lista? «La politica serve a stare nelle istituzioni, non facciamo gli ipocriti. Ma non è questo il punto. Scrivere una lettera significa chiedere regole di libertà e riguarda i 5 firmatari come chiunque. Non sono le lettere a bloccare il partito: il Pd è paralizzato dalle liste bloccate. Per essere candidati al parlamento si viene misurati sulla fedeltà,non sul merito elettorale».Lei dice che Lacarra non lo voleva nessuno. Perché non è venuto fuori un candidato alternativo? «È rischioso il candidato alternativo: potrebbe arrivare uno che dica ora dovete parlare con me e non potete decidere tutto voi». Perché non si è candidato lei? «Perché non ci sono più le primarie aperte. A luglio, nell’assemblea che doveva indire il congresso, chiesi le primarie aperte e rimasi solo. Perché avevano capito che quel metodo avrebbe reso contendibile il partito. Hanno lasciato un altro sistema, quello delle tessere. E noi siamo tornati il partito delle tessere».Che pensa del dissidio tra Emiliano e Decaro su Bari? «È l’esito di uno stato di tensione sotterranea, serve a guardarsi reciprocamente. Emiliano vede come il fumo negli occhi che Decaro possa assumere una leadership nazionale, il ruolo cui aspira lui. Emiliano può tollerare che Decaro sia il suo “dopo” in Regione, ma non il suo “prima” in Italia. Ma c’è un ma». Quale? «Tutta questa discussione è il nulla della politica. Soprattutto non è funzionale a quella che io chiamo la condizione umana. Non si parla di liste d’attesa, di rifiuti, di ospedali, di dove localizzare la fabbrica di Intel sperando che arr
ivi in Puglia».Qualcuno dice che lei si oppone alla giunta. «No, non sono all’opposizione. Sono al governo perché con le mie proposte faccio fare cose che diversamente non si farebbero. E io penso che occorra sostenere la giunta Emiliano, avendo il coraggio di obiettare quando è il caso».



30 ottobre 2021 | 12:52

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