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Edizione del 20/10/2021
Estratto da pag. 1
Ora parla Zaia, sulla Lega di lotta o di governo è netto: «Parlare meno e lavorare pancia a terra»
Dopo Salvini parla Zaia, e sulla Lega di lotta o di governo la sua risposta è tranchant: "Parlare meno e lavorare pancia a terra"
Dopo Salvini parla Zaia. E sull’argomento del giorno: Lega di lotta o di governo? La sua risposta è tranchant: «Parlare meno e lavorare pancia a terra». Nel day after delle Comunali, la Lega prova a tirare le somme. Salvini si mostra tentato dallo strappo con l’esecutivo, slatentizzando di fatto un malessere che lo vede contrapporsi al ministro Giorgetti: di contro, invece, convinto assertore della necessità di una “Lega di governo” più che di un “Carroccio di lotta”. Tra i due litiganti, il terzo, il governatore Luca Zaia, si pone al centro. E in un’intervista al Corriere della sera lancia un allarme che va ben oltre i confini della Lega. «Non è un momento facile per il Paese. Eppure ho visto una campagna elettorale piena di veleni. Sembra la tempesta perfetta».



Zaia, le Comunali? «Ho visto una campagna elettorale piena di veleni»

Dalle colonne del quotidiano di via Solferino Luca Zaia commenta il modo in cui è stata condotta la campagna elettorale. E a prescindere dagli esiti, ammette dubbi e  preoccupazione. «Bisogna stare attenti a non creare un conflitto sociale», ammonisce il governatore. Che poi prosegue: «Siamo ancora dentro l’emergenza Covid e il Paese non può uscirne spaccato a metà come una mela. Deve calare la tensione». Secondo il presidente del Veneto, «in questo momento è cruciale il ruolo del premier Draghi. È persona pragmatica e di grande equilibrio. Ha sicuramente il diritto di portare avanti il suo progetto di governo ma, senza venire meno a questo, deve anche lavorare ad una pacificazione. Perché il Paese ha bisogno di serenità e di pace. Condizioni imprescindibili su cui costruire una prospettiva».LEGGI ANCHE Stretta di Zaia, subito tamponi a chi torna da paesi a rischio. Scenario possibile? Tanti positivi, pochi ricoveri Zaia a muso duro contro Letta: "Esca lui dal governo se non si trova bene". Lo sfogo in tv (video)

Scontri di piazza, Zaia: manifestare è un diritto sacrosanto. Ma ci deve essere un limite

Serenità. Pace. Parole che mal si coniugano con le ultime settimane di campagna elettorale al vetriolo, avvelenata da accuse propagandistiche. Insinuazioni strumentali. E una comunicazione votata alla demonizzazione del centrodestra organizzata meticolosamente e accreditata a suon di presunti scoop puntualmente palesati a orologeria: a pochi giorni dal ritorno alle urne per le Comunali. Settimane difficili, per il Paese, culminate con l’entrata in vigore del Green Pass obbligatorio che ha scatenato le fole No vax e No pass. Quanto a nuove proteste di piazza, afferma allora Zaia, è innegabile che «vada garantita la massima libertà di manifestare: è un diritto sacrosanto. Però non può passare l’idea che non ci debba essere anche un limite».

«I 5S sono i veri sconfitti. Come Lega abbiamo conquistato un’ottantina di Comuni in più»

Le città e le piazze, si diceva. Terreno di guerriglie urbane e teatro di una tornata elettorale infuocata. Ma, a dispetto di una comunicazione fuorviante, sembra rilevare Zaia, «nelle grandi città non siamo riusciti a vincere – dice il governatore a proposito delle amministrative –. Ma il sindaco non l’avevamo nemmeno prima. Piuttosto, l’analisi deve concentrarsi su altri risultati. Intanto mi sarei aspettato che si mettesse in risalto che i 5 Stelle avevano Torino e Roma e ora non li hanno più. Sono loro i veri sconfitti di queste elezioni. Come Lega abbiamo conquistato un’ottantina di Comuni in più». C’è poi il dato dell’astensionismo: «Un cittadino su due non ha votato. Da amministratore penso che essere eletti con bassa affluenza alle urne sia tragico. Anche se mi sento di aggiungere che chi non va ai seggi ha sempre torto».

Zaia, «Candidati sindaci? Non conta che siano civici o politici, devono essere credibili e forti di un progetto»

Sulle sconfitte di Milano, Bologna, Napoli, Torino e Roma, il governatore veneto sostiene che «lì abbiamo accusato una battuta d’arresto innegabile. Su un terreno che però ci vede storicamente in difficoltà. Brucia soprattutto Milano, dove abbiamo
scelto il candidato in extremis che non ha brillato per qualche battuta in campagna elettorale. Se è bene scegliere gli aspiranti sindaci del prossimo turno elettorale (nella primavera 2022 si voterà in 50 città) entro fine anno? Una scelta fatta per tempo è una buona cosa. Non conta che siano civici o politici, devono essere candidati stimati, credibili, coerenti, inclusivi, forti di un programma e di un progetto. Solo così si diventa riconoscibili. E infine: «Gliela dico con una battuta paradossale, ma fino ad un certo punto. Se noi avessimo perso in 70 Comuni, ma vinto a Roma, saremmo dipinti come autori di uno straordinario exploit. Perché è tutto un problema di comunicazione».

Uscire dal governo? Zaia tranchant: «È il momento di parlare di meno e di lavorare pancia a terra»

Fatto sta che, dopo i risultati delle Comunali, c’è chi chiede alla Lega di uscire dal governo. Dunque, il punto di snodo per il partito viene adesso. Così, l’intervistatore pone al suo interlocutore la domanda delle cento pistole: «Uscire dal governo dopo i risultati elettorali?» La risposta è netta e concreta, come ci si aspetta che sia la replica di Zaia: «Sono decisioni che competono al segretario. Ma per quel che mi riguarda è il momento di parlare di meno e di lavorare pancia a terra. Il buon governo viene sempre premiato».

«La Lega ha due anime (lotta e governo) che sono invincibili se convivono in maniera simbiotica»

Il giornalista incalza. «Giorgia Meloni attribuisce le difficoltà anche alle diverse posizioni rispetto al governo Draghi». E Zaia sul punto precisa e spiega: «La Lega l’ho vista crescere dalle origini. Ha due anime (lotta e governo) che sono invincibili se convivono in maniera simbiotica. Anche se poi è cresciuta e ha guadagnato consensi grazie al lavoro dei suoi amministratori. L’ho constatato di persona. «È invece vero – conclude poi il governatore veneto – che nel centrodestra convivono tre identità». E questo non è un problema? «Ma quante ce ne sono nel centrosinistra? Lì si va dai centri sociali a quelli che vogliono andare d’accordo con tutti…». E a buon intenditor…