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Edizione del 13/10/2021
Estratto da pag. 1
Green pass, tensione tra i portuali: rischio blocco a Trieste e Genova
Il Comitato dei lavoratori triestino: "Dal 15 ottobre, se non verrà ritirato l''obbligo del Green Pass nei luoghi di lavoro, si bloccheranno le attività del porto di Trieste". Non solo per i lavoratori del porto "ma per tutte le categorie di lavoratori". La circolare del Viminale: "Mettere a disposizione del personale sprovvisto di Green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti" 
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Green pass, le norme che scattano dal 15 ottobre

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13 ottobre 2021I porti non si possono fermare e per scongiurare il rischio di compromissione dell'operatività nel caso di un alto numero di addetti senza Green pass, il Viminale ha raccomandato in una circolare alle imprese del settore "di mettere a disposizione del personale sprovvisto di Green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti" precisando che gli operatori economici "potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell'acquisizione del Green pass da parte dei dipendenti sprovvisti".

Ma scoppia la polemica. E se le aziende che operano nel porto di Trieste - dove è alta la quota di lavoratori sprovvista di Green pass, il 40% secondo i dati - si sono dette disposte a pagare i tamponi ai lavoratori fino al 31 dicembre prossimo, "a patto che dal 16 ottobre, però, riprenda l'attività", il Comitato dei lavoratori è irremovibile: "Dal 15 ottobre, se non verrà ritirato l'obbligo del Green Pass nei luoghi di lavoro, saranno bloccate le attività del porto di Trieste". E aggiungono: "Siamo venuti a conoscenza che il governo sta tentando di trovare un accordo, una sorta di accomodamento riguardante i portuali di Trieste, e che si paventano da parte del Presidente Zeno D'Agostino le dimissioni. Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l'obbligo del Green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori".

Il portavoce dei portuali, Stefano Puzzer, rilancia: "L'unica apertura nei nostri confronti è togliere il Green pass. Il blocco di venerdì è confermato, oggi ci saranno sorprese perché non si fermerà solo il porto di Trieste. Anche quello di Genova? Non mi fermerei a quello di Genova, quasi tutti i porti si fermeranno. Stasera ne avremo conferma". 

E aggiunge:  "Il danno economico che verrebbe causato dal blocco del porto di Trieste? Il danno economico, se ci sarà, sarà causato dalla testardaggine del solo governo italiano a mantenere questa misura criminale. Speriamo che in giro per l'Europa vengano tutti a tirare le orecchie al governo italiano affinché tolga questo decreto".

Poi precisa: "Il 40% dei portuali non è vaccinato, ma alla protesta hanno aderito 850 lavoratori su mille. Non tracciateci come no vax, io sono vaccinato e credo nel vaccino. Il Green pass non è una soluzione sanitaria, non vedo perché devo farmi il tampone altrimenti altri non incassano. Favorevole all'obbligo vaccinale? Io sono favorevole alla libera scelta delle persone. Venerdì a Trieste ci saranno 30 mila persone", ha concluso il portavoce.

E il presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, Zeno D'Agostino, parla di possibili dimissioni: "Siccome per me la gestione del Porto è fatta a partire da un sostegno dal basso, ci mancherebbe altro che io assecondassi un'iniziativa di blocco delle attività. Mi dispiace, ma non ci sto più" ha dichiarato a Il Piccolo. "Venerdì - ha detto D'Agostino - non credo ci saranno novità, al momento non vedo soluzioni". Il presidente ha affermato che "tengo troppo al sostegno dei lavoratori per non capire che non c'è più una comunione d'intenti e di visione tra quello che penso io e quello che pensano loro".

Anche i sindacati confederali contestano la circolare del Viminale e ne approfittano per chiedere che la raccomandazione venga estesa "a tutti i settori dei trasporti dei servizi ausiliari ed accessori collegati", scrivono unitariamente i segretari generali Filt Cgil, Stefano Malorgio, Fit Cisl Salvatore Pellecchia e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi in una lettera inviata al Ministero dell'Interno ed al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture Sostenibili. "Abbiamo in più occasioni rappresentato al M
ims - spiegano i tre dirigenti sindacali - le peculiarità del settore dei servizi pubblici essenziali ed in particolare di quello dei trasporti e la necessità di garantire quanto più possibile una continuità del servizio di trasporto di persone e merci che non impatti su diritti fondamentali dei cittadini utenti".   

Fedriga: "Rischiamo danno enorme"

"Il mio auspicio è che con il buonsenso si possa arrivare a un equilibrio" altrimenti "rischiamo di fare un danno enorme, non soltanto all'economia della città ma anche a tutti quei lavoratori che con l'indotto del porto lavorano, e non solo nel porto". Lo ha detto il presidente della Regione Fvg e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, precisando di "non intervenire come Regione sulle realtà produttive, perché ho profondo rispetto delle istituzioni che le governano". Fedriga ha nuovamente proposto dal 15 ottobre "tamponi nasali meno fastidiosi e fai-da-te da effettuare con la supervisione responsabile d'ufficio".

Alta tensione anche a Genova dove è stata convocata una riunione in prefettura tra i sindacati e le aziende del porto. Il personale sprovvisto di vaccino all'interno del porto di Genova - spiega  Duilio Falvo, segretario settore porto per Uiltrasporti Genova - è stimato intorno al 20%, un dato che tradotto in termini di defezioni potrebbe inficiare e di molto le operazioni in porto e avere ripercussioni anche sulla logistica e sulle attività dirette sulle navi".

Sul tavolo la richiesta alle aziende di sostenere il costo dei tamponi per gli operatori. Un'ulteriore proposta, arrivata da parte del mondo dell'autotrasporto, è quella di installare dei camper fuori dai varchi portuali per mettere a disposizione i tamponi anche per chi arriva da fuori per la movimentazione e il trasporto merci.

Alcuni terminalisti del porto di Genova pagheranno i tamponi ai dipendenti che non hanno il Green pass. Lo ha fatto sapere Beppe Costa, presidente dell'associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria al termine della riunione. Tra queste ci sono il terminal Psa di Prà e il Porto Petroli. "La decisione è singola di ogni azienda, alcune hanno dato la disponibilità altre sono libere di scegliere. Come Confindustria ribadiamo che le norme dicono che il tampone lo paghi il lavoratore".

Porti in Puglia, no criticità

Nei cinque porti di Manfredonia,Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi "non temiamo particolari situazioni di criticità, scioperi o blocchi" legati all'entratain vigore dell'obbligo del Green pass. Lo assicura il segretario generale dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Tito Vespasiani, precisando che "nei nostri cinque porti il tasso di vaccinazione tocca in alcuni settori il 100%". Vespasiani spiega che "da subito, quando abbiamo visto come si stava evolvendo la situazione a Trieste, abbiamo avviato un'indagine esplorativa, dalla quale è emerso che tra i dipendenti delle nostre imprese portuali", quelle che si occupano di logistica e servizi all'interno dei porti, "il tasso di vaccinazione è altissimo, arrivando in alcuni casi alla totalità del personale vaccinato".

Federlogistica: "Sui porti lo Stato si piega a ricatto"

"Affrontare e trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico rappresenta un errore clamoroso", inoltre "ci sono stati puntualmente e costantemente negati i confronti che avevamo richiesto con un solo risultato: lo Stato ora si piega ad un ricatto inaccettabile". Lo afferma in una nota il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo. per il quale si conferma politicamente un "commissariamento" di fatto del Ministero delle Infrastrutture.

Electrolux,venerdì sciopero di 8 ore nel Trevigiano

Nello stabilimento Electrolux Italia di Susegana (Treviso) inizierà con una giornata di sciopero il periodo in cui per accedere ai posti di lavoro sarà necessario esibire il certificato di avvenuta vaccinazione contro il contagio da Covid-19. Lo hanno annunciato oggi le rappresentanze sindacali inter
ne della sede trevigiana del colosso svedese del bianco, al termine di un'assemblea.

Allarme autotrasportatori, rischio paralisi

E' rischio paralisi per i trasporti delle merci su strada e per tutta la logistica nazionale, non solo per i porti. A lanciare l'allarme in vista dell'entrata in vigore dell'obbligo del green pass venerdì sono le associazioni dell'autotrasporto che avvertono: il 30% degli autotrasportatori non e' munito di green pass e ben l'80% degli autisti stranieri che portano le materie prime in Italia non e' vaccinato. Quindi rischiano di bloccarsi i rifornimenti.     "Il rischio che si blocchi tutto e' oggettivo - spiega Ivano Russo, direttore generale di Confetra - noi abbiamo in Italia circa 900 mila addetti tra autotrasportatori, corrieri e operatori di magazzino, abbiamo una media del 25-30% non munito di green pass. Il 30% circa degli autotrasportatori e' senza il certificato verde. E' chiaro che se sottrai un terzo di forza lavoro a un settore già in affanno, da un lato perché è in crescita, dall'altro perché mancano circa 5mila autisti, vai verso una decapitazione dell'attività di consegna".