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Edizione del 12/10/2021
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Cantillo: «In un sistema di potere possono verificarsi inconvenienti»
Il filosofo: «A Salerno si è pensato a piazze, grandi opere e archistar, Poco invece allo sviluppo democratico, Occorre meno freddezza politica e più...
L’intervista

Mezzogiorno, 12 ottobre 2021 - 10:47

Cantillo: «In un sistema di potere possono verificarsi inconvenienti»

Il filosofo: «A Salerno si è pensato a piazze, grandi opere e archistar, Poco invece allo sviluppo democratico, Occorre meno freddezza politica e più calore morale»

di Gimmo Cuomo

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Giuseppe CantilloA Salerno e in ambito nazionale, e non solo perché ha insegnato Filosofia morale alla Federico II, di cui è professore emerito, il filosofo Giuseppe Cantillo è apprezzato per l’acutezza e l’autorevolezza delle sue riflessioni riguardanti anche la sfera pubblica, che conosce bene per aver ricoperto l’incarico di assessore alla Cultura nella prima giunta De Luca. Quando viene raggiunto al cellulare è già pienamente informato del ciclone giudiziario che si è abbattuto sul municipio salernitano per la vicenda della aggiudicazione degli appalti per la manutenzione delle strade e del verde pubblico, che coinvolge anche uomini politici ritenuti fedelissimi del governatore Vincenzo De Luca. Quest’ultimo, però, è bene precisarlo, resta completamente fuori dall’inchiesta della Procura.



Professore che idea si è fatto di quanto emerge dalle indagini?«Dispiace sempre quando esponenti politici e amministrativi vengono coinvolti in indagini del genere. L’immediata reazione è stata dunque improntata al dispiacere. Sono un garantista e non voglio anticipare giudizi. Devo, però, anche dire che, purtroppo, quando si afferma per così tanto tempo un sistema di potere e di rapporti, prima o poi, può anche capitare qualche inconveniente. Spero, naturalmente, che tutto si risolva nel migliore dei modi. Ma è chiaro che in situazioni bloccate, come quella alla quale ho appena fatto riferimento, la distanza tra lecito e illecito può risultare molto fragile».

Le amministrazioni comunali di Salerno, da trent’anni a questa parte, sono in perfetta continuità, sempre nel segno di Vincenzo De Luca. Pensa che, a prescindere dal caso specifico, si ponga un problema democratico di alternanza?«Sì, certamente, perché si sono determinati un clima e una pratica, un sistema di procedure tali da limitare la possibilità di uno sviluppo democratico. Non c’è stata la dovuta attenzione per questo aspetto. Si è puntato sulla città dei grandi eventi, sulle opere pubbliche imponenti, sulle grandi piazze, sugli archistar. E non si è curato lo sviluppo democratico».

Esiste forse anche una questione morale a Salerno? «Diciamo che ci sarebbe bisogno, da parte di tutti, di minore freddezza politica e maggiore calore morale».

Tornando all’inchiesta, se non altro, non si può parlare di giustizia ad orologeria perché le misure cautelari e le informazioni di garanzia sono arrivate dopo le elezioni per il Comune. Concorda?«Ripeto: finché non ci sono condanne definitive non si possono attaccare le persone. Oggi purtroppo è facile cadere nel giustizialismo, che, peraltro, non appartiene alla migliore tradizione socialista, socialdemocratica e pure comunista. Ma la sua riflessione è corretta: non è stato condizionato l’esito del voto per il Comune: un gesto importante da parte della magistratura. In altri casi non si è avuta questa accortezza».

Conosce i protagonisti della vicenda, in particolare il consigliere regionale Nino Savastano? «Lo conosco, ma non ho mai avuto molti rapporti con lui. Mai rapporti di lavoro o di partito. Sono stato segretario del Pds nel ‘96, lui doveva essere molto giovane. Poi ho lasciato quell’area, da molti anni ormai. Conosco quello che è di dominio pubblico, come la sua vasta attività nel settore dei servizi sociali».

Anche se lui non c’entra nulla con l’inchiesta, pensa che questa vicenda possa avere qualche influenza anche sul governatore ?«Dipenderà molto dall’evoluzione delle cose. Spero che non accada. Ma questo disegno, se dovesse essere confermato, potrebbe essere la spia di un atteggiamento più diffuso».

Più in generale, ritiene che le so
cietà municipalizzate rappresentino formidabili serbatoi di consenso? «Occorrerebbe un riordino, come, da tempo, chiede l’opposizione. Moltiplicano i consigli di amministrazione e fanno lievitare anche le spese. Certamente possono rivelarsi significativi serbatoi di consenso».

12 ottobre 2021 | 10:47

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