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Edizione del 06/10/2021
Estratto da pag. 1
Bollettino 6 ottobre: i dati sul coronavirus di oggi in Italia
I dati ufficiali sul coronavirus in Italia di mercoledì 6 ottobre: contagi, morti, guariti e terapie intensive di oggi
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ROMA. Risalgono da 2.446 a 3.235 i contagi oggi in Italia, con il tasso di positività che sale dallo 0,8 all’1,1%. Scendono a 39 i morti mentre si contano 18 ricoverati in meno nelle terapie intensive e 96 nei reparti di medicina

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Passano da 288 a 449 i contagi in Lombardia dove il tasso di positività raddoppia dallo 0,4 allo 0,8%.Salgono da 1437 a 197 i casi in Piemonte dove il tasso di positività dal 2,2 passa al 3%, mente i decessi sono 3 come ieri.

Contagi in salita da 168 a 281 in Emilia Romagna, dove si contano anche altre 4 vittime. In Toscana salgono da 154 a 229 i contagi con il tasso di positività che dal2,1 passa al 2,6%. Nel Lazio su 9796 tamponi molecolari e 11284 tamponi antigenici per un totale di 21080 tamponi, si registrano 245 nuovi casi positivi (+24), 3 i decessi (-1), 367 i ricoverati (-1), 56 le terapie intensive (-1) e 279 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è all'1,1%. I casi a Roma città sono a quota 140. Passano da 90 a 131 i nuovi positivi in Campanai, dove il tasso di positività dal 2,9 cala però all’1,9%. In risalita da 90 a 131 i casi anche in Calabria, con un tasso di positività all’1,9% contro il 2,9 di ieri. Oggi in Puglia si registrano 143 nuovi casi di contagio da Covid contro i 126 di ieri su 15.420 test analizzati (0,9% tasso positività). Non ci sono stati decessi legati alla malattia.

Il Presidente Massimiliano Fedriga ha convocato la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per domani 7 ottobre alle ore 14. All'ordine del giorno della Conferenza Unificata e della Stato-Regioni, convocate rispettivamente alle 16.30 e alle 16.45 sono, tra gli altri: valutazione della proposta dell'Anef per la riapertura in sicurezza degli impianti a fune nella prossima stagione invernale; valutazioni in ordine all'aggiornamento delle Linee guida per la riapertura delle attività economiche e sociali, oltre che la proposta di documento recante `Prima analisi criticità e possibili modifiche nelle relazioni Servizio Sanitario Nazionale/Medici di Medicina Generale, in particolare nella prospettiva della riforma dell'assistenza territoriale determinata da Pnrr´.

Nuovi studi confermano l’alto livello di sicurezza dei vaccini. La miocardite acuta in chi riceve vaccini a m-Rna contro il Covid è rara, e ha un'incidenza di 5,8 casi per 1 milione di individui dopo la seconda dose. Lo dimostra un ampio studio basato su una popolazione di quasi 2,4 milioni di persone e pubblicato su Jama Internal Medicine. I ricercatori hanno incluso individui iscritti al sistema sanitario Kaiser Permanente Southern California (KPSC) di età pari o superiore a 18 anni che avevano ricevuto almeno il vaccino mRNA Pfizer o Moderna tra il 14 dicembre 2020 e il 20 luglio 2021. La coorte aveva un'età media pari a 49 anni e includeva persone diverse per genere ed etnia. Casi potenziali di miocardite postvaccino sono stati identificati sulla base delle segnalazioni dei medici e i criteri erano l'ospedalizzazione entro 10 giorni dalla vaccinazione con una diagnosi di dimissione di miocardite. Nell'arco di un periodo di osservazione di 10 giorni, tra i 2.392.924 che hanno ricevuto almeno una dose ci sono stati 15 casi di miocardite confermati: 2 dopo la prima dose e 13 dopo la seconda, per un'incidenza osservata di 0,8 casi per un milione di prime dosi e 5,8 casi per un milione di seconde dosi. Tutti erano uomini, con un'età media di 25 anni (20-32). Dei pazienti con miocardite dopo la vaccinazione, nessuno aveva una precedente malattia cardiaca. Otto pazienti hanno ricevuto Pfizer e 7 Moderna. Tutti sono stati ricoverati in ospedale, 14 (93%) hanno riportato dolore toracico da uno a 5 giorni dopo la vaccinazione. Nessun paziente ha richiesto il ricovero in terapia intensiva o la riammissione dopo le dimissioni.

Almeno in Piemonte va in archivio il caso dei focolai nelle Rsa. Quando è scoppiato il Covid, tra febbraio e marzo 2020, la situazione era tale che non è possibile far ricader
e sui vertici e sul personale della Rsa responsabilità di carattere penale per i casi di morte o di malattia verificatisi nelle strutture: non c'erano conoscenze scientifiche sufficienti e, di conseguenza, l'organizzazione complessiva, a livello generale, era lacunosa sotto vari aspetti. È una delle ragioni per cui la procura di Torino ha chiesto l'archiviazione dei primi quattro fascicoli di indagine aperti per epidemia e omicidio in forma colposa. I procedimenti riguardano Rsa del capoluogo piemontese e del circondario.



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