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Dir. Resp.
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Edizione del 24/02/2020
Estratto da pag. 1
Competenze avanzate. “Nostra delibera nel segno giusto. Ora tutte le Regioni condividono stesse regole e percorsi per attuarle”. Intervista all’assessore alla Sanit? del Veneto, Lanzarin
La delibera del Veneto, che per prima ha posto le basi per attuare ledisposizioni sui professionistri "esperti" e "specialisti", non è più un casoisolato. Con il documento approvato ieri da tutte Regioni il futuro dellecompetenze avanzate viene condiviso in tutta Italia. "Più che una vittoria ladefinirei una condivisione di un modo di procedere, com’è nello spirito dellaConferenza delle Regioni", ci ha detto l'assesore alla sanità del Veneto inquesta intervista all'indomani dell'approvazione del documento della Conferenzadelle Regioni[front5561955]21 FEB - “Un’opportunità, prima ancora che per le professioni per le personeassistite che potranno beneficiare di prestazioni fatte da professionistipreparati e motivati. Per le professioni sanitarie si prospetta la possibilitàdi vedere concretizzata la valorizzazione di funzioni, spesso già esercitate mache ora vengono messe a sistema”, questo lo spirito della contestata (daimedici) e apprezzata (dalle professioni sanitarie, infermieri in primis)delibera regionale 1580 della Regione Veneto come ce l'ha voluto indicare inquesta intervista l'assessore alla Sanità regionale Manuela Lanzarin all'indomani dell'approvazione in Conferenza delle Regioni del documento diindirizzo proprio sulla stessa materia che in qualche modo chiude la querelledando regole uguali in tutta Italia.Assessore, la delibera del Veneto sulle professioni sanitarie ha spaccato ilmondo sanitario: da una parte il plauso delle professioni, infermieri in testa,dall’altra il no secco dei medici. Prima di rispondere alle critiche ci spiegale finalità del provvedimento?Si certo, le finalità sono fondamentalmente due, la prima è dare seguito aquanto previsto dalla LR 48/2018, il piano socio sanitario regionale per ilprossimo triennio. Nella parte relativa al governo e alle politiche delpersonale, tra gli obiettivi strategici, viene indicato l’incremento dellecompetenze e lo sviluppo del potenziale del personale; viene anche consideratofondamentale il riconoscimento del contributo di tutte le professioni sanitarieattraverso l’individuazione degli ambiti che richiedono l’espansione e/ol’estensione delle competenze proprie dei profili professionali. La secondamotivazione è quella di rendere applicabile quanto previsto dal ContrattoCollettivo Nazionale di Lavoro del comparto sanità che pone in capo alleRegioni l’attivazione di percorsi formativi complementari necessari, assieme adattività professionali riconosciute dalle Regioni stesse, allo sviluppo dicompetenze avanzate, requisito indispensabile per l’attribuzione da parte delleaziende sanitarie di incarichi professionali.E ora veniamo alle critiche. Si aspettava il muro di scudi alzato dai medici,con la richiesta della Fnomceo di rimodularla per evitare che si creinopercorsi formativi “diversi” per le professioni e il sindacato Cimo che hafatto addirittura ricorso al Tar Veneto? Come risponde a queste critiche?In realtà no, le relazioni con le rappresentanze professionali mediche sonoincentrate su un rapporto di reciproca fiducia e gli ultimi provvedimenti einiziative in risposta alla carenza di medici dimostrano quanto il governoregionale sia sensibile alle problematiche della professione. Rispetto allarichiesta di rimodulazione non se ne vede la necessità considerato che questadelibera delinea competenze avanzate nel rispetto del campo di responsabilitàdei professionisti sanitari individuati con la L. 251 del 2000 e dei profiliprofessionali già oggetto di decreti ministeriali. Sulla possibilità che sicreino percorsi formativi diversi, com’è noto la Conferenza dei Presidentidelle Regioni ha licenziato proprio ieri un documento in cui si condividonoaspetti applicativi per rendere omogenee le caratteristiche, gli ambiti deipercorsi di formazione complementare regionale e i requisiti minimi deiprofessionisti da formare. Sul ricorso al Tar della Cimo non ho alcun commentoda fare.Al contrario per gli infermieri la delibera formalizza ciò che nei fatti giàaccade, “rendendo possibile un riconoscimento non solo casuale, ma formale (edeventualmente anche economico) pe
r lo sviluppo e il rafforzamento dellecompetenze delle professioni sanitarie”. E’ d’accordo?Completamente d’accordo, tanto è che i primi progetti di corsi complementariregionali non fanno altro che sistematizzare la formazione per l’acquisizionedi competenze che in gran parte sono già agite dagli infermieri nei contestidelle nostre strutture sanitarie.Pensa ci possano essere a seguire anche i riconoscimenti economici di cui parlala Federazione degli infermieri? Il Contratto lo prevede, sta alle aziende sanitarie prevedere nella mappaturadegli incarichi di funzione anche quelli professionali e nell’ambito dellerelazioni sindacali definirne la valorizzazione e conseguentemente attivarnel’attribuzione.In conclusione, una volta a regime cosa cambierà per le professioni sanitariedel Veneto?Credo che questa sia un’opportunità, prima ancora che per le professioni, perle persone assistite che potranno beneficiare di prestazioni fatte daprofessionisti preparati e motivati. Per le professioni sanitarie si prospettala possibilità di vedere concretizzata la valorizzazione di funzioni, spessogià esercitate ma che ora vengono messe a sistema.E infine, con il documento delle Regioni sulle competenze avanzate e perl'applicazione del contratto nazionale sugli incarichi di esperto especialista, la vostra delibera viene di fatto assorbita. E' così? La considerauna vittoria della vostra linea? Più che una vittoria la definirei una condivisione di un modo di procedere,com’è nello spirito della Conferenza delle Regioni. Endrius Salvalaggio21 febbraio 2020