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Edizione del 30/08/2021
Estratto da pag. 1
Il Conte 2 non sa che che cosa ha approvato il Conte 1 - Politica
Durissima intemerata dell''ex presidente del Consiglio contro il suo ex ministro dell''Interno, Salvini: "I decreti sicurezza hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne"
Firenze, 30 agosto 2021 - C’era anche l’hashtag, #decretosalvini, sul foglio di carta in A4, insieme a un’altra scritta: “Sicurezza e immigrazione”. Ma Beppe Conte, già presidente del Consiglio, è afflitto da amnesia selettiva. Non ricorda più quella foto mentre, in piedi accanto al suo ministro dell’Interno, Matteo Salvini, reggeva il foglio che promuoveva i decreti sicurezza del governo Conte. “I decreti sicurezza - ha spiegato oggi Conte in un’intervista al Corriere della Sera - hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne. L’eliminazione della protezione umanitaria ha impedito a molti migranti di entrare nel sistema di accoglienza e ad altri di farli uscire in quanto non aventi più titolo, con il risultato che migliaia di migranti sono diventati invisibili. Insomma, Salvini da ministro dell’Interno sui rimpatri e sull’immigrazione ha fallito. È un dato di fatto”.

Il punto di riferimento fortissimo di tutti i progressisti, secondo la ormai celebre definizione dell’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti, si è evidentemente adeguato alla narrazione che fino a poche settimane fa lo vedeva capo del centrosinistra, novello Romano Prodi intento a rifondare l’Ulivo (con Vito Crimi nei panni di Arturo Parisi, beninteso).

Il 24 settembre 2018 Conte presidente del Consiglio (il Conte 1) diceva ben altro dal Conte presidente del M5s (il Conte 2), illustrando le meraviglie dei decreti sicurezza: “È un sistema che non scardina affatto il quadro degli impegni internazionali e delle tutele dei diritti fondamentali”. Il tutto, argomentava il Conte 1, “nasce da uno studio sul piano applicativo del sistema delle garanzie attuate da noi e altrove, per esempio abbiamo scoperto che solo Slovacchia e Italia riconoscono la protezione umanitaria, cosa che non smantelliamo ma andiamo sui casi specifici, rileviamo che la protezione umanitaria è arrivata al 25-26% avendo studiato quei casi. E piuttosto che dire continuiamo come abbiamo fatto fino a ieri diciamo che vogliamo verificare le formule di protezione che devono essere marginali eccezionali. Questo sistema va regolamentato meglio perché si è prestato ad abusi e usi strumentali”. Naturalmente, spiegava ancora Conte 1 nel settembre 2018, “noi non arretriamo sul piano delle garanzie e dei diritti fondamentali, ma mettiamo ordine in un sistema che in Italia ha prodotto accoglienza indiscriminata e ha assecondato questa accoglienza indiscriminata, ma se uno esercita le sue prerogative politiche su immigrazione e sicurezza deve conformare il quadro normativo a quelle prerogative. Noi non cacciamo nessuno dall’oggi al domani, ovviamente però rendiamo più efficace il sistema dei rimpatri perché se poi tutto rimane sulla carta delle norme e non riusciamo ad essere conseguenti in termini di rimpatri, avremo ancora una volta un sistema che crea discrasia tra quello tra i principi e la realtà e l’esperienza insegna che se non governiamo la realtà finiamo per esserne sopraffatti”.

Così come in certi casi la mano destra non sa che cosa fa la sinistra, Beppe Conte 2 non sa che cosa ha fatto Beppe Conte 1 e può dire e fare quel che vuole, nessuno gli contesterà mai politicamente nulla. Tanto questa è l’epoca del “Si può” di Giorgio Gaber e ognuno può dire quel che gli pare senza che ne resti traccia nella mente dell’elettorato: “Si può siamo liberi come l’aria / Si può / Si può siamo noi che facciam la storia / Si può / Si può io mi vesto come mi pare / Si può sono libero di creare / Si può son padrone del mio destino”. 

Un’epoca che è anche un’epica, dove tutto è possibile e tutto vale. Giuseppe Prezzolini nel “Codice della vita italiana” spiega che i “cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi”. Il furbo, aggiunge Prezzolini, “è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere d’averle”. In questo caso, l’abilità di Conte è fingere di dimenticare i decreti da lui approvati e sostenuti, e proseguire fischiettando verso le magnifiche e progressive s
orti.

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