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Edizione del 30/08/2021
Estratto da pag. 1
Mura (Pd): "Per evitare la zona gialla in Sardegna aprono reparti Covid a scapito delle altre malattie "
Intervista alla presidente della Commissione Lavoro: "Credo che dopo questavicenda l’inadeguatezza del Presidente Solinas sia acquisita definitivamente esenza possibilità di appello".   admputopRomina MuraRomina Muraglobalist 29 agosto 2021 admpumiddleLa Sardegna da più di un mese rischia la zona gialla, l'Isola si salva perpochi decimali ogni settimana e continua, per evitarla, ad aprire reparti Covidriducendo di fatto l'assistenza sanitaria per altre patologie. A governarla ilPartito dell'immenso Emilio Lussu che ha stretto un'alleanza mortale con laLega di Matteo Salvini. Un orrore storico imperdonabile pensato e gestito daChristian Solinas nel 2018.Oggi intervistiamo la deputata sarda del Pd Romina Mura, presidente dellaCommissione Lavoro. Sei una deputata sarda che ha un occhio sicuramente attento alla situazionepandemica dell'isola ma anche uno sguardo ampio e in grado, dalla tuaposizione, di vedere con maggiore oggettività dall'esterno come è stata e vienegestita l'emergenza covid nella tua regione. Aldilà delle differenze politiche,quanta responsabilità ha Solinas nell'aumento vertiginoso dei contagi di questaestate?Nel febbraio 2019 Christian Solinas è stato eletto alla Presidenza dellaRegione. Ricordo ciò perché a 2 anni e 7 mesi dall’avvio di questa legislaturanon si possono additare come colpevoli quelli che hanno governato prima, leresponsabilità rispetto alla gestione dell’emergenza sanitaria, come di tuttele altre che al momento non hanno trovato soluzione, sono totalmente a caricodel Presidente sardo-leghista e della sua maggioranza. Certo veniamo da decenniin cui la Sanità pubblica è stata depotenziata. Minori investimenti nellestrutture ospedaliere come nella medicina territoriale e attenzione nonsufficiente rispetto alla formazione e alla valorizzazione delle professionisanitarie. Tant’è che con diversi interventi statali straordinari e ora, auspico in modostrutturale, a valere sulle risorse del PNRR, stiamo mettendo in campo unanuova e convinta stagione di investimenti in sanità.outstreamE credo, a riguardo, che come Regione Sardegna dovremo aggiornare il patto conlo Stato, quello che prevede la sanità sia a totale carico del bilancioregionale, come costi e come organizzazione. Perché essendo la salute, comel’istruzione e il lavoro, diritto costituzionale e fra le principaliprerogative di cittadinanza ed avendo il nostro Sistema sanitario nazionalecarattere universalistico, lo Stato ha il dovere di garantirne l’attuazione inogni territorio della Repubblica, anche con trasferimenti aggiuntivi perrafforzare l’offerta sanitaria nei territori più marginali e periferici einsieme, il diritto di avocare a se funzioni e competenze laddove i Sistemisanitari regionali non creino le condizioni perché a ogni cittadino siagarantita la possibilità di attualizzare il diritto costituzionale allasalute. Con particolare attenzione alla gestione della pandemia, che certamente è statoevento traumatico ed eccezionale su scala nazionale, il governo Solinas è statoed è completamente deficitario. Sono riusciti a cancellare i vantaggidell’insularità e del nostro naturale distanziamento sociale con sceltesuperficiali. Come dimenticare l’ordinanza di apertura delle discoteche lascorsa estate o la pessima gestione, soprattutto in termini di controlli,quando primi in Italia, siamo diventati zona bianca. O vogliamo parlare dellosmantellamento incomprensibile delle USCA, unità sanitarie speciali perl’assistenza territoriale e domiciliare, o la lentezza della campagna divaccinazione?Gli errori di Solinas nella gestione dell’emergenza sono sotto gli occhi ditutti. Lo sanno bene i Sindaci rimasti soli in trincea. C’è una immagine che ariguardo mi ha particolarmente colpito. Le fasce dei Sindaci delSarcidano-Barbagia di Seulo appese al cancello chiuso di Villa Devoto. Sìperché il Presidente ha visto bene di non ricevere i primi cittadini di 15Comunità che gli chiedevano di rivedere la decisione di chiusura del Prontosoccorso dell’ospedale di Isili. Credo che dopo questa vicenda l’inadeguatezzadel Presidente sia acquisita de
finitivamente e senza possibilità di appello. Gli errori più grandi della giunta Solinas nella gestione ospedaliera e nellamedicina del territorio quali sono?Quando il primo Governo Conte, quello a trazione Lega-5Stelle, ha varato Quota100, misura sperimentale in materia di previdenza, Noi come Partito democraticoavevamo segnalato che quell’intervento cosi formulato avrebbe sguarnito inprimo luogo gli ospedali e la medicina territoriale. Abbiamo tentato in tutti imodi di emendarlo perché venisse meno l’esodo di migliaia di professionisti delcomparto sanitario e per garantire che i lavoratori andati in pensione fosseropuntualmente sostituiti da nuovi e giovani medici e infermieri. Il governo diallora non ci ascoltò e la Regione Sardegna organica a quella maggioranza enonostante le nostre sollecitazioni non alzò la voce per sensibilizzarerispetto allo svuotamento delle corsie a cui saremo andati incontro. E’ andata esattamente come dicevamo Noi. E ora bisogna ricorrere ai ripari conl’accelerazione delle procedure di nuove assunzioni. Sulla organizzazione ospedaliera e sulla medicina territoriale la Giunta si èlimitata a smantellare l’esistente, a moltiplicare poltrone e posti di potererinunciando a fare programmazione sanitaria che attraverso scelte mirateavrebbe aiutato a tamponare l’emergenza e a non sospendere la sanità ordinaria,come invece è accaduto, e oggi consentirebbe di accedere alle risorse del PNRRcon progetti di immediata realizzazione, gli unici che potranno esserefinanziati perché realizzabili entro il 2026. Il precedente Consiglioregionale, dove Noi eravamo maggioranza, aveva approvato la riorganizzazionedella rete ospedaliera che salvaguardava e rafforzava i presidi ospedalieriterritoriali e prevedeva le cosiddette case della salute. Perché la GiuntaSolinas non ha attuato quella strategia. Che fine ha fatto quel disegno dipolitica sanitaria? Gli ospedali cittadini, penso a quelli di Cagliari, sonostati congestionati da domanda di sanità che poteva essere gestita neiterritori se presidi sanitari come Isili, Sorgono, Muravera ( per fermarmi aquelli che conosco meglio) non fossero stati completamente paralizzati.Ricordo, avendo seguito le vicende da Sindaca di Sadali, gli importantiinvestimenti realizzati dalla Giunta Pigliaru per mettere a norma e innovare lasala operatoria del San Giuseppe di Isili. Ora invece si chiudono i ProntoSoccorso, non si coprono i turni di guardia medica in territori isolati e silasciano senza medici di base e pediatri decine di Comunità. E a fronte dimedici in pensione che si sono dichiarati disponibili a tornare in servizio, laRegione si è trincerata dietro espedienti burocratici senza fornire alcunasoluzione fattiva. Si sono fatti errori anche nel passato, non voglio negarli né ridimensionarli,ma i disastri della sanità targata Solinas resteranno agli atti della nostrastoria autonomistica. Per evitare la zona gialla la Regione chiude altri reparti per dedicarli airicoveri Covid. Oggi ammalarsi di qualsiasi altra malattia è diventato unproblema in Sardegna?Sì vero. Nonostante l’encomiabile lavoro dei nostri operatori sanitari, daquando è scoppiata la pandemia, in Sardegna sanità ordinaria e attività discreening sui tumori sono praticamente sospese con milioni di prestazionisanitarie mancate. Non a caso si muore di più. Di covid e di tumori nontrattati per tempo e con cure adeguate. E’ inaccettabile vedere le ambulanzeincolonnate per ore davanti ai Pronto soccorso che a Cagliari oramai sono solodue ( Brotzu e Policlinico) da quando Is Mirrionis è convertito a strutturacovid e il Marino chiuso. Con i pazienti dentro e i soccorritori stremati. Emedici, infermieri e altri operatori sanitari nelle strutture costretti a turnimassacranti. Anche rispetto a questa situazione un po' di lungimiranza avrebbe portato arafforzare i Pronto soccorso degli ospedali territoriali, i Poliambulatoriintercomunali e l’assistenza domiciliare in modo da non costringere lepopolazioni delle aree interne a riversarsi sugli ospedali cittadini già sottopressione causa covid. Altro elemento che misura il
restringimento dell’offerta sanitaria sarda èl’aumento nel 2020 della mobilità sanitaria, con impennata dei costi perrimborsi da parte della RAS, dei Sardi verso ospedali di altre regioni:Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio. Concordo che bisogna individuare qualsiasi soluzione pur di non tornare in zonagialla e ricominciare con le restrizioni che rappresenterebbero il colpo digrazia per la nostra economia, ma togliere spazi alla sanità ordinaria e negareil diritto alla salute a migliaia di Sardi non mi sembra la strada maestra.ad_dyn la colazione e chi se ne frega chi sono, cosa fanno e rappresentano i pezzi che si mettono insieme. Questa non è politica ma semplicematematica per esercitare il potere. E soprattutto queste alchimie non servonoalla Sardegna. Né oggi né in futuro. E nessuno faccia il paragone con il Governo di Mario Draghi voluto dalPresidente Mattarella. Un governo di emergenza nel quale siamo costretti dalleattuali condizioni sanitarie ed economiche a coabitare con Salvini. Con tuttele difficoltà e contraddizioni che emergono quotidianamente. Oggi abbiamo lapossibilità di costruire un quadro politico chiaro. A livello regionale come aquello nazionale. Facciamolo con coraggio e serietà.