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Edizione del 20/08/2021
Estratto da pag. 1
LA CASTA IN REGIONE
Mezzogiorno, 20 agosto 2021 - 11:32
Dopo un mese Emiliano si sveglia «Sull'indennità non ne sapevo nulla»
Il governatore: «Quel giorno stavo male e non sono stato informato». L'irritazione dei cittadini ha convinto anche il magistrato in aspettativa al dietrofront (da 6 milioni)
di Vito Fatiguso
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Alla fine ha preso posizione dicendo che «non ne sapeva nulla». Michele Emiliano ha fatto passare quasi un mese per poi muovere la pedina: in tempi di Covid, di licenziamenti e di calo dell'occupazione la misura pro casta che il consiglio regionale della Puglia ha approvato (con costi di oltre 6 milioni) non è gradita (ai cittadini contribuenti). «Hanno fatto questa delibera nella quale si sono attribuiti l’indennità di fine mandato (la prenderà anche Emiliano, ndr) senza neanche avvisare il Presidente - ha detto il governatore a Manfredonia alla prima festa regionale di CON -, cosa che devo dire, mi ha molto amareggiato. Ma adesso vedo che ci stanno ripensando e la cosa mi fa immenso piacere perché evidentemente sono ancora rimasti collegati con l’opinione pubblica».
La giustificazione: «Non ero presente»«Io quel giorno - ha ricordato Emiliano - non ero fisicamente in aula perché, dopo aver passato più di tre ore sotto il sole per inaugurare nella provincia Bat le sedi di Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza con il ministro dell’Interno, non mi sono sentito bene. E ricordo che non mi è stato concesso di partecipare ai lavori consiliari da remoto come pure avevo chiesto di fare». Questione di fortuna. Se fosse stato presente i pugliesi avrebbero avuto meno costi da sostenere. «Organizzandosi all’ultimo secondo - ha proseguito nella ricostruzione -, in quella seduta hanno infilato in una legge che non aveva nulla a che fare con l’argomento, questo emendamento. È stato un errore. Ho personalmente constatato che i segretari dei partiti politici del Pd, Lega Nord e Forza Italia e i responsabili politici delle liste civiche non ne sapevano nulla. Come d’altra parte molti consiglieri regionali erano stati coinvolti all’ultimo minuto senza una approfondita discussione politica. Molti di questi si stanno attivando in modo positivo per rimeditare questa scelta e anche questo mi fa piacere».
A quanto pare votare a favore non è un obbligo per nessuno. Non esistono mandati imperativi o costrizioni da regolamento. Si vota se c'è utilità. E per affrontare l'argomento dietrofront basterebbe prima di parlare inviare una lettera di rinuncia all'indennità (cosa che sinora non risulta). «La questione poteva anche avere una sua logica, perché in altre Regioni questo trattamento esiste - ha concluso il governatore che non è a conoscenza di ciò che votano i capigruppo -, ma la si doveva affrontare a viso aperto, con i pugliesi, con i partiti, facendo anche un passaggio nella Conferenza delle Regioni e nella organizzazione che riunisce i Consigli regionali. Non posso che incoraggiare tutti i partiti di maggioranza e opposizione e i consiglieri che intendono abrogare immediatamente la norma, per lasciare la possibilità a livello nazionale di prendere una decisione, in un senso o nell’altro, che individui il medesimo trattamento per i consiglieri di tutte le regioni italiane. Nel frattempo mi pare che la proposta di immediata abrogazione sia la più giusta». Sperando di trovare chi la voti.
20 agosto 2021 | 11:32
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