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Dir. Resp.
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Edizione del 12/08/2021
Estratto da pag. 1
La proposta di Toti: “Vaccino obbligatorio per gli over 50, i ragazzi hanno già fatto sacrifici”
L''intervista al Corriere: "Sono quelli che riempiono gli ospedali. Libertà di scelta? Sarebbe come passare col semaforo rosso"
Genova. Vaccino obbligatorio sopra i 50 anni “perché non si può far gravare il peso della pandemia sulle spalle dei ragazzi” che “coi loro sacrifici, dalla didattica a distanza alle serate in casa durante il lockdown, hanno già garantito la salute di nonni e genitori”. È la proposta che lancia il presidente Giovanni Toti in un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera.

Toti propone quindi l’obbligo vaccinale “limitato alla categoria degli ultracinquantenni, che poi sono quelli che riempiono i letti negli ospedali. I ragazzi ricoverati per Covid sono pressoché zero. Il rischio maggiore che corrono giovani e giovanissimi è contagiarsi, restare asintomatici e infettare i loro parenti più anziani che potrebbero sviluppare sintomi anche gravi. Perché dovrebbero essere i 12-18enni, allora, a vaccinarsi per primi e non direttamente chi, appunto, è più vulnerabile al virus?”.Dai dati degli ultimi report risulta in effetti che proprio tra 50enni e 60enni si registrano le percentuali più basse di adesione rispetto alle altre regioni italiani, dati che si riflettono sui ricoveri in terapia intensiva (che tra l’altro fortunatamente stanno di nuovo scendendo, allontanando ulteriormente la Liguria dal rischio di finire in zona gialla, che si concretizzerebbe solo superando entrambe le soglie di occupazione dei posti letto, 10% in terapia intensiva e 15% in area medica)Il governatore mette nel mirino quei 146mila liguri che “resistono agli appelli a vaccinarsi: rispetto le idee di tutti, anche quelle sbagliate”, ma “dopo tutto quello che abbiamo passato in questo anno e mezzo di Covid, non volersi vaccinare, se non c’è una ragione avallata da un medico, è sbagliato. Altrimenti – sostiene ancora Toti – perché non si può professare il diritto di passare con il rosso al semaforo? Anche quella sarebbe una scelta, ma metterebbe in pericolo di vita se stessi e gli altri, quindi è una libertà che non si può esercitare”.

Intanto, mentre nei prossimi giorni si annunciano anche a Genova nuove proteste contro il green pass obbligatorio, anche il mondo del lavoro è in subbuglio. Se da un lato gli esercenti si stanno ormai adattando alle nuove regole, ad aprirsi ora è il fronte degli steward degli eventi che lamentano già carenze di personale per il controllo degli eventi: “Noi interverremo solo nei casi in cui sarà necessario esibire il documento di identità – ha detto Ferruccio Taroni, presidente dell’Associazione nazionale delegati alla sicurezza -. Società sportive e gestori dovranno avvalersi di volontari, come uomini delle forze dell’ordine in pensione”. Intanto contro il green pass obbligatorio per le mense aziendali si registra il primo sciopero in un’azienda torinese.

E anche nel mondo della scuola è grande incertezza su come si applicherà l’obbligo di possedere il green pass per il personale in presenza. I presidi, che avevano lanciato la proposta dell’obbligo vaccinale, rifiutano la responsabilità sui controlli e propongono di esentare almeno i vaccinati. I sindacati con una nota unitaria hanno parlato di “diktat”, mentre il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi cerca di rasserenare gli animi: “Il green pass è uno strumento a tutela della salute di tutti, in particolare dei più fragili, non una misura punitiva. Ringrazio il personale scolastico che ha aderito con percentuali molto alte alla campagna vaccinale mostrando grande serietà e responsabilità”.