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Edizione del 08/08/2021
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Pd nella bufera, Stefàno contro Boccia «Mellone un civico? Sono frottole»
Il senatore dem replica all’ex ministro: «Il sindaco di Nardò è di estrema destra». E sul presunto disimpegno nelle Regionali di un anno fa dice:...
L’INTERVISTA

Mezzogiorno, 8 agosto 2021 - 10:07

Pd nella bufera, Stefàno contro Boccia «Mellone un civico? Sono frottole»

Il senatore dem replica all’ex ministro: «Il sindaco di Nardò è di estrema destra». E sul presunto disimpegno nelle Regionali di un anno fa dice: «Si informi meglio»

di Francesco Strippoli

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BARI — «Il Pd dica con chiarezza da che parte sta, senza menare il can per l’aia». Il senatore Dario Stefàno si è autosospeso dal partito dopo il post con cui Michele Emiliano ha espresso sostegno a Pippi Mellone, sindaco uscente di Nardò ed ex esponente di CasaPound. L’ex ministro Francesco Boccia, vicino a Emiliano e componente della segreteria nazionale del Pd, ha replicato sostenendo che quella del governatore è una posizione personale, che non vincola il partito. E soprattutto che non è una dichiarazione a favore di CasaPound.



La tranquillizza, senatore Stefàno?

«Boccia ci racconta una favola. Una favola dove Pippi Mellone è un buon candidato civico, altro che CasaPound. E che il governatore Emiliano con le sue imprese e le sue “aperture” rende possibile l’alleanza con i 5 Stelle praticamente in ogni dove. Nella favola di Boccia, ad un certo punto, compare anche il senatore infido e cattivo (sarei io) che sfrutta vicende locali ed è mosso solo da rancori personali».

Quelle dichiarazioni, si capisce, non le piacciono.

«Sono racconti fantasiosi. Mi chiedo se il segretario del Pd, Enrico Letta, la pensi nello stesso modo».

Letta tace. Boccia invece la chiama in causa per l’atteggiamento rinunciatario che lei avrebbe avuto alle Regionali di un anno fa.

«Ritornare sulle Regionali, dicendo peraltro cose palesemente non vere, è come buttare la palla in tribuna. Serve a eludere la domanda. Insisto: il Pd condivide il post di Emiliano o lo censura»?

Ma lei è stato in salotto, come dice Boccia, o ha fatto campagna elettorale per Emiliano?

«Sarebbe sufficiente che Boccia chiedesse ai candidati del Pd per sapere chi ha fatto campagna elettorale e chi era impegnato altrove. Viceversa non è il caso di andare a riprendere i messaggi con cui dalle segreterie di qualche ministro pd si chiedeva di votare candidati della lista Con o si organizzavano incontri per i loro candidati».

Era Boccia il ministro che mandava quei messaggi?

«Diciamo che in molti hanno operato in una zona grigia, con l’obiettivo di lavorare per un Pd che fosse l’anello debole della coalizione. Il fatto che componenti della segreteria del ministro abbiano votato Con e invitato a farlo è storia facilmente documentabile, almeno in Salento».

Torniamo alla molle campagna elettorale denunciata da Boccia.

«Boccia frequenta poco la Puglia, vive altrove. Questo gli impedisce di vedere chi è accomodato nei salotti e chi no. Ma può chiedere a Emiliano dov’ero io e come ho provato a dargli una mano nella fase pandemica. Non condivido molte cose di Michele ma gli riconosco sincerità: sia quando sbandiera l’amicizia con Mellone, sia quando mi ha chiamato per ringraziarmi».

Al Pd cosa chiede?

«C’è necessità di messaggi chiari e omogenei: non possiamo predicare a Roma l’identità progressista e il sostegno al ddl Zan senza mediazioni al ribasso, e poi altrove essere equivoci rispetto ad una personalità che è espressione della destra estrema. A Nardò, come altrove, il perimetro dell’alleanza deve essere chiaro. Non sarà sfuggito a nessuno che il commissario della Lega in Puglia abbia lanciato un appello al centrodestra a rimanere compatti su Mellone. Se passa il principio che pur di vincere si può prendere tutto non c’è più la politica».

Boccia dice: senza contributi esterni, il Pd resta debole e l’alleanza soccombe.

«Il punto non riguarda i contributi esterni. Semmai i confini entro cui muoversi. Dobbiamo spingerci fino a CasaPound? Basta essere amici del capo per giustificare il sostegno a chi pra
tica anche il saluto fascista? E siamo certi di poter avere programmi comuni, al di là di qualche atto all’insegna della civiltà»?

Lei si indispone per Nardò, caso non nuovo. Quanto conta il conflitto con la giunta sull’enoturismo, visto che lei ha promosso una legge nazionale e la Regione ne ha approvato un’altra?

«Se c’è un settore in cui la Puglia gioca ai vertici della classifica internazionale è quello che lei ha indicato. E cosa succede? Il Pd in Consiglio regionale va a traino di una iniziativa della Lega, inutile e dannosa, che “ignora” la legge nazionale a firma del Pd, nata con l’apporto degli operatori. I quali giustamente ora sono arrabbiati. C’è da aggiungere altro? Neanche Kafka avrebbe scritto di meglio».

8 agosto 2021 | 10:07

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