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Edizione del 04/08/2021
Estratto da pag. 1
Porti, pressing Regione e i fondi si moltiplicano: da 20 milioni a oltre 156, dal Pnrr 92 per le Marche e 64 per l’Abruzzo
ANCONA La partita sembrava persa, ma alla fine è stato calato un poker d’assi. Un bastimento carico di 156,2 milioni di euro sta navigando verso le acque dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centrale. Non male, visto che la cifra è otto volte superiore rispetto ai 20 previsti in prima battuta. Sulla questione erano volati stracci tra il governatore Francesco Acquaroli e l’ex presidente dell’Authority Rodolfo Giampieri, con rimpallo di responsabilità e pesanti bordate scambiate sulle pagine del Corriere Adriatico a metà luglio. Dopo la tempesta, il raggio di sole. Cosa è successoLa buona notizia per i golfi marchigiani ed abruzzesi è emersa ieri dalla riunione della Commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del territorio della Conferenza delle Regioni, durante la quale, a seguito di riunioni tecniche svoltesi negli ultimi mesi, è stato discusso ed approvato il riparto definitivo dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinati ai finanziamenti degli interventi portuali, come approvato infine della Commissione stessa. A rappresentare le Marche in quel consesso, l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli, che durante l’incontro ha ringraziato tutti per «aver preso in considerazione le nostre richieste e riconosciuto al tempo stesso la correttezza delle nostre rivendicazioni rispetto ai problemi di governance del passato relativi all’Autorità di Sistema Portuale. Grazie a questo lavoro di squadra, abbiamo recuperato importanti risorse per il porto di Ancona ed i porti abruzzesi, aprendo così una nuova stagione volta a modernizzare infrastrutture fondamentali per lo sviluppo delle regioni che si affacciano sull’Adriatico centrale». Scendendo nel dettaglio del riparto, 92 milioni di euro saranno destinati ai lavori sui porti marchigiani (62 milioni di euro al porto di Ancona, 11,5 al porto di Pesaro e 18,5 a quello San Benedetto), mentre 64,2 milioni di euro andranno ai porti abruzzesi (Pescara 21,7 ed Ortona 42,5 milioni, dei quali 30 prenotati nel prossimo riparto).
Le reazioni«Un grande risultato che inverte le tendenze passate, quando venivano sottratte risorse agli investimenti di competenza regionale per coprire investimenti sui porti nazionali», fa eco al collega Baldelli il sottosegretario con delega alle infrastrutture della Regione Abruzzo Umberto D’Annuntiis. La questione, si diceva, aveva surriscaldato le già torride giornate di metà luglio con un dritto e rovescio tra il numero uno di Palazzo Raffaello e l’ex numero uno di Molo Santa Maria da far impallidire Muhammad Alì e Mike Tyson. In estrema sintesi: il governatore aveva lanciato un j’accuse al presidente uscente dell’Authority per il magro, magrissimo, bottino da 20 milioni arrivato ai porti di Marche ed Abruzzo. Stilettata a cui aveva fatto seguito l’affondo di Giampieri, che in una lettera ad Acquaroli, pubblicata in esclusiva da questo giornale, sottolineava come fossero state consegnate schede per 358 milioni e come, per sette mesi, la Regione non si fosse mossa, mancando nel suo compito di premere sul Mit per far sì che arrivassero soldi. Botta e rispostaRestituiva il colpo Acquaroli, puntando l’accento sul fatto che all’indirizzo di Palazzo Raffaello fossero arrivate «schede, non documenti ingegneristici», peraltro girate al Mit, che però ribadiva come fosse l’Authority l’interlocutore, non la Regione. Insomma, un botta e risposta d’antologia che ha plasticamente reso l’idea di quanto importante fosse la partita. Ora, con il sostituto di Giampieri ancora da trovare – è in corso la seconda call da parte del ministero, dopo lo stop alla nomina di Matteo Africano e l’ammiraglio Pettorino è stato nominato commissario –, i porti di Marche ed Abruzzo possono almeno tirare un sospiro di sollievo sulle risorse a disposizione. Finanziamenti, ora in linea con quelli destinati alle altre autorità portuali italiane, che serviranno a potenziare gli scali a livello infrastrutturale e non solo.© RIPRODUZIONE RISERVATA
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