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Dir. Resp.
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Edizione del 18/07/2021
Estratto da pag. 1
Libertà e salute, perché il dibattito sul Green Pass è urgente
Fra una settimana l’indice di contagio salirà sopra l’1 in tutto il Paese. Per la fine del mese si noteranno gli effetti degli assembramenti di inizio luglio. È probabile che agosto possa condurre con sé strette e limitazioni. Se non credete nella scienza medica, vogliate almeno affidarvi alla matematica e ai suoi modelli predittivi che hanno sempre anticipato, senza errori, le tendenze pandemiche.  Per queste e altre ragioni il dibattito sull’uso del Green pass va portato a compimento rapidamente. Per stadi, discoteche e grandi eventi deve essere una condizione preliminare imprescindibile.Ne ha parlato anche il presidente del Friuli Venezia Giulia che lavora, assieme ai suoi colleghi della Conferenza delle Regioni, per modificare alcuni dei parametri che finora hanno regolato il cambio di colore e, con esso, la riduzione della mobilità. Resta forte la contrarietà di parte della destra, invece, sull’uso del documento nei ristoranti e non ne capisco la ragione. I ristoratori dovrebbero richiederlo senza esitazioni poiché saranno i primi a essere chiusi con la crescita dei contagi. In alcuni Paesi è tornato il coprifuoco, altri stanno introducendo forti condizionamenti alla vita sociale. Impedire la circolazione alle persone non vaccinate o che non si sottopongono con regolarità a tampone è una forma di protezione della salute pubblica che non ha nulla a che vedere con la libertà personale. In questo momento restano da vaccinare ancora il 75% degli under 19, il 50% dei cittadini fra i 20 e i 29 anni, il 49% di quelli fra i 30 e i 39, il 49% di quelli fra i 40 e i 49 anni. L’età media dei ricoverati si aggira intorno ai 50 anni. I nostri ragazzi finiscono in quarantena nei luoghi di vacanza all’estero nei quali sono volati senza troppe precauzioni e i loro genitori strillano che sono abbandonati in mani straniere.  Che cosa non abbiamo capito ancora?