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Edizione del 27/06/2021
Estratto da pag. 1
L’allarme di Marsilio: «Ci tagliano i vaccini» 
Come l'Abruzzo sta uscendo dalla fase pandemica, quanto spaventa la variante Delta e quanto può spostare, sul piano dei contagi. Il vero pericolo, per il Governatore, è rappresentato dalla diminuzione delle forniture dei vaccini legata al "caso AstraZeneca", che ha prodotto il 10% di rinunce tra gli abruzzesi pronti a fare la seconda dose. Fino alla vicenda del manager Asl dell'Aquila, Roberto Testa, defenestrato dalla Regione, e del direttore della Asl di Pescara, Vincenzo Ciamponi, indagato per corruzione nell'inchiesta sull'appalto milionario che si aggiudicò la Coop "La Rondine". Per arrivare alle nomine della Saga, con Forza Italia che dovrebbe ottenere la presidenza. Lo ha lasciato intendere, seppur con un velato dubbio interpretativo, il presidente della Regione, Marco Marsilio, in un'intervista a tutto campo, nella trasmissione "I fatti e le opinioni", andata in onda ieri sera, su Rete 8. In studio, insieme al direttore dell'emittente abruzzese, Carmine Perantuono, il direttore del Centro, Piero Anchino, che ha incalzato Marsilio su temi di stretta attualità: dalla sanità agli aiuti economici alle imprese, dai ritardi nella realizzazione della rete di collegamento infrastrutturale alla ricostruzione post-sisma dell'Aquila.DOSI: FORNITURE A RISCHIO. Il punto di partenza è stato l'aspetto sanitario legato alla variante Delta, che vede l'Abruzzo tra le prime regioni a segnalare casi sul territorio. «Più che le varianti», ha esordito Marsilio, «a me continuano a spaventare le incertezze nelle forniture dei vaccini, le polemiche e i cambi di orientamento che hanno riguardato, in particolare, AstraZeneca. Di fatto, si è azzoppato uno dei principali strumenti con i quali stavamo conducendo la campagna vaccinale. Come Regioni, abbiamo dovuto tirare il freno assistendo a un 10% di rinunce, in Abruzzo, tra coloro che dovevano sottoporsi alla seconda dose e che, spero, tornino nei nostri centri vaccinali».«Oggi i nostri ospedali sono quasi vuoti, con un trend di ricoveri in decrescita, ma abbiamo problemi di forniture Pfizer: rischiamo di non riuscire a garantire la seconda dose», l'avvertimento di Marsilio, «abbiamo chiesto all'Aifa un parere sull'incrocio delle somministrazioni anche tra Pfizer e Moderna. Speriamo in una risposta positiva. Dobbiamo essere certi che la somministrazione sia efficace e garantisca la salute dei cittadini».SLITTA L'IMMUNITÀ. Il Governatore, alla domanda sui tempi per il raggiungimento dell'immunità di gregge, ha tenuto a precisare che «le varianti del virus sono più aggressive e la vaccinazione ha aiutato molto. L'Abruzzo ha dimostrato di stare al passo con 1.000 vaccini l'ora, purtroppo il taglio su AstraZeneca e i ritardi nelle forniture faranno slittare in avanti il raggiungimento dell'obiettivo. È fondamentale vaccinarsi per farsi trovare pronti, ad ottobre, e arrivare in autunno con l'immunità di gregge senza dover chiudere, di nuovo, le scuole e le attività economiche».COLPA DELLA BUROCRAZIA. Sono 18mila aziende abruzzesi che devono ancora ricevere gli aiuti regionali stanziati nel 2020. Sui ritardi nell'erogazione dei contributi a fondo perduto “Cura Abruzzo”, Marsilio ha ammesso che «il problema è reale. Abbiamo fatto un grandissimo sforzo per stanziare 50 milioni di euro, più di noi ha fatto solo la Lombardia: questo ha mandato in difficoltà la macchina amministrativa. Voglio assicurare che daremo a tutti il dovuto, fino all'ultimo euro. La procedura, purtroppo, prevede pagamenti con tre bonifici e rendicontazioni diverse».Quanto alle prospettive di ripresa, Marsilio è fiducioso: «Nelle prospettive di crescita l'Abruzzo fa la sua parte. È la prima regione, in Italia, per incremento dell’export con un +12% rispetto a una media nazionale molto inferiore. Se c'è un dato negativo è quello dei prestiti bancari: nella nostra regione i soldi restano fermi sui conti correnti e hanno più difficoltà a trovare impiego».FONDI INSUFFICIENTI. Quanto al Recovery fund «per l'Abruzzo non c'è granché», ha specificato il Governatore, «oltre ai due miliardi per la messa in sicurezza delle autostr
ade A/24 e A/25 c'è un miliardo aggiuntivo. Spero che queste somme vengano messe subito sul piatto per far sì che l'autostrada sia moderna e sicura e potenziare il collegamento con Roma. Stesso discorso riguarda la A/14 che necessita di una terza corsia». Ma quanto tempo ci vorrà per sanare la piaga dei tempi di percorrenza biblici? Da Roma a Pescara occorrono 4 ore. Quasi quanto per arrivare a Torino dalla Capitale. «Se dovessi dare una data per la conclusione dei lavori di collegamento veloce dovrei dire 10 anni, sia per intervenire sulla rete ferroviaria che autostradale. Quando un'infrastruttura viene lasciata così indietro per tanto tempo, il momento in cui si deve intervenire diventa complesso. Per questo continuo a fare pressioni su Rfi e Strada dei Parchi: i tempi sono lunghi, non possiamo permetterci di dilatarli ancora. Per il collegamento veloce Roma - Pescara mancano ancora 5 miliardi di finanziamento che il Governo deve reperire».LA SAGA A FORZA ITALIA. Su chi sarà il nuovo successore di Enrico Paolini alla presidenza della Saga, Marsilio ha tagliato corto.«I nomi li faremo il giorno dell'assemblea». Incalzato di nuovo sulla possibilità che la poltrona vada a Forza Italia, si è lasciato sfuggire un «Penso di sì» per, poi, tornare a parlare dello sviluppo futuro dello scalo abruzzese «sul quale», ha detto, «oltre al rinnovo del contratto decennale con Ryanair, si aprono opportunità anche con altri operatori privati. Stiamo investendo molto, anche per l'allungamento della pista che trasformerà lo scalo da internazionale e intercontinentale». Nel corso dell'intervista è stato affrontato anche il tema della ricostruzione pubblica post-sisma, che procede a rilento: «Aver assoggettato alle regole della ricostruzione pubblica anche il patrimonio della Chiesa ha comportato un ritardo micidiale», il parere di Marsilio, «oggi quelle norme sono state cambiate e si procede a ritmo serrato».IL CASO TESTA. L'atmosfera, in studio, si è fatta più calda alla domanda sulla rimozione del manager della Asl dell'Aquila, Roberto Testa. Netta e decisa la risposta di Marsilio, che ha rimandato al mittente le accuse di una "querelle politica" tutta interna alla maggioranza: «Ho dimostrato, anche nel caso di Testa, che le scelte fatte sul management le ho sempre difese. Però Testa, come tutti, è stato giudicato dai risultati che avevo il dovere di verificare. Quando ho toccato con mano la differenza di passo tra la Asl dell'Aquila e le altre Asl abruzzesi e sono stati contestati ritardi e mancate risposte, è stato Testa a buttarla in politica. E io non lo accetto», ha detto senza mezzi termini Marsilio, «se ti chiedo, in maniera puntuale, i dati per sapere a che punto siamo e si nascondono i numeri o non si danno risposte, viene a cadere il rapporto di fiducia. Non mi si può dire che è irrilevante depennare i guariti dalla lista degli attualmente positivi: mi fai capire che c'è una carenza organizzativa. C’è stata una serie di rilievi e l'operato di Testa è stato giudicato insufficiente».L'INDAGINE SU CIAMPONI. Caso due, quello del manager della Asl di Pescara, Ciamponi. Sull'opportunità, vista l'indagine in corso, che il direttore generale faccia un passo indietro, Marsilio ha chiarito: «Giudico Ciamponi dai risultati e la Asl di Pescara è quella che sta meglio di altre. Credo che abbia firmato gli atti oggetto dell'inchiesta convinto della regolarità dell'operazione, dimostrerà la sua innocenza in sede di giudizio». «È una persona talmente corretta e trasparente che mi ha proposto le dimissioni, appena iscritto nel registro degli indagati: non le ho accettate e gli ho chiesto di andare avanti dopo averlo guardato negli occhi. Gode della mia fiducia e penso che sia ben riposta».©RIPRODUZIONE RISERVATA