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Edizione del 24/06/2021
Estratto da pag. 1
24/06/2021[newssaldi]Spostare i saldi estivi in Basilicata dal 2 agosto al 30 settembre con lapossibilità comunque di vendita promozionale nei 30 giorni antecedenti questoperiodo: è la richiesta che il presidente di Confcommercio Potenza Fausto DeMare rivolta all’assessore regionale alle Attività Produttive FrancescoCupparo. De Mare precisa che è stata svolta un’indagine tra gli associatisoprattutto del settore Federmoda e si è tenuto un confronto con ConfesercentiPotenza che condivide il parere. In Basilicata i saldi secondo il calendariodefinito dalla Giunta Regionale e in attuazione della decisione dellaConferenza delle Regioni di mantenere la data unica dell’avvio sono inprogramma dal 2 luglio prossimo e pertanto si rende necessario un provvedimentodi rinvio.Federmoda-Confcommercio ha condotto un’ indagine su un campione di aziendeoperanti nel settore, che ha evidenziato le problematiche e le criticità emersea seguito della pandemia di Covid-19 che ha colpito l’Italia. Di seguito iprincipali risultati: l’andamento delle vendite nei negozi di moda (tessile,abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori, articoli sportivi) haregistrato nel 2020 un calo medio del 43,4%; quasi l’80% dei negozi (78,9%) hadichiarato di aver subito un calo delle vendite rispetto allo stesso periododel 2019; poco meno del 4,7% segnala un incremento nelle proprie venditenell’anno appena trascorso.I negozi di moda, per la peculiare situazione organizzativa e modello dibusiness – sottolinea la nota di Confcommercio Potenza - nel 2020 hannocontratto solo debiti con: l’erario per le tasse, con i proprietari immobiliariper le locazioni, con gli Enti per le utenze e soprattutto con i fornitori perfar fronte alle nuove collezioni che comportano l’impegno di ingenti capitali eprevedono sempre dei minimi d’ordine. La peculiarità del retail della modarisiede nel fatto che i negozi vivono di collezioni stagionali che sonosuscettibili a un notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certoperiodo di tempo (la stagione). Le misure che sono state intraprese nel corsodel 2020 per arginare la situazione pandemica hanno impattato in manieraestremamente negativa sul comparto della moda. In particolare, le azioni chehanno maggiormente influito a un forte calo dei fatturati sono state lo smartworking che ha portato a meno occasioni di consumo e di conseguenza unadiminuzione drastica degli acquisti di abiti; le chiusure di negozi e attivitàconnesse ha causato danni diretti e indiretti al comparto moda a fronte delladrastica diminuzione di feste, cerimonie, occasioni d’incontro e difrequentazione nonché dei vari divieti di spostamenti all’interno dello stessocomune, tra comuni, regioni; lo shopping tourism ha impattato notevolmente suiflussi e di conseguenza sull’interesse agli acquisti dei prodotti di modasoprattutto nelle grandi città e nelle zone turistiche.Il Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Renato Borghi, afferma:“il comparto pesantemente vessato dalle chiusure imposte in zona rossa perdecreto, nel bel mezzo della primavera, deve fare i conti con ordini effettuatidieci mesi prima e prodotti che, se non venduti entro la stagione, sonosuscettibili a notevole deprezzamento. Rimane, quindi, indispensabile unintervento governativo capace di sostenere la filiera della moda, dallaproduzione alla distribuzione, sul tema delle eccedenze di magazzino. E’ quantomai urgente il contributo sotto forma di credito d’imposta del 30% dellerimanenze. Solo così potremo affrontare il presente con la giustapredisposizione e propensione agli acquisti della prossima collezione. Senzacorrettivi, l’intera filiera è a rischio”.