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Edizione del 15/02/2020
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Gli amministratori nel mirino Solo la Sicilia peggio della Puglia
Sono stati oltre 70 i casi di intimidazioni ai rappresentanti delle istituzioni nel 2019I dati sono contenuti nella relazione dell’associazione...
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Mezzogiorno, 15 febbraio 2020 - 11:10

Gli amministratori nel mirinoSolo la Sicilia peggio della Puglia

Sono stati oltre 70 i casi di intimidazioni ai rappresentanti delle istituzioni nel 2019I dati sono contenuti nella relazione dell’associazione Avviso Pubblico

di Mauro Denigris

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Nel mirino finiscono sindaci, assessori, dirigenti o funzionari comunali. E, negli ultimi tempi, anche vigili urbani e persino (come accaduto a Ruvo di Puglia e come si è temuto a lungo ieri a Gioia del Colle) carabinieri. Le ultime vittime sono state il primo cittadino di Soleto (Lecce), Graziano Vantaggiato, che ha subito un attentato incendiario davanti al suo studio di commercialista e un agente di polizia locale di Torremaggiore (Foggia), che ha visto la sua auto distrutta da un incendio doloso. Una serie di atti intimidatori nei confronti di esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni che sta conoscendo una escalation senza pari. E che, secondo il report annuale dell’associazione di enti locali contro le mafie “Avviso Pubblico” che verrà presentato nei prossimi giorni a Roma, ha catapultato la Puglia al secondo posto della classifica in Italia degli amministratori sotto tiro (peggio solo la Sicilia).



Il dossierNel 2019 sono stati una settantina, soprattutto nelle province di Bari, Foggia e Lecce, i rappresentanti istituzionali che hanno subito intimidazioni. Nel 2018 i casi segnalati erano stati 59 (tra i quali alcuni pesantissimi a Monte Sant’Angelo) e facevano già piazzare la Puglia sul terzo gradino del podio dietro Campania e Sicilia. L’incremento, lo scorso anno, è stato dunque considerevole, ma il 2020, con i casi eclatanti di Cellamare, San Severo, Toritto, è cominciato addirittura peggio. Secondo il vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto, e anche lui in passato vittima di minacce, esiste una spiegazione: «Ci preoccupa moltissimo – ha detto in una intervista concessa a Radionorba – non solo la frequenza degli episodi e il numero elevatissimo, ma anche quello che è poi quanto descritto nell’ultima relazione della Procura Nazionale Antimafia, ossia che le organizzazioni criminali si stanno sempre più avvicinando alla politica. Hanno spostato i loro interessi sui business in collaborazione con imprese che partecipano a bandi e gare pubbliche. Le infiltrazioni nella politica sono evidenti, nel momento in cui verifichiamo il numero record di tre comuni sciolti per mafia l’anno scorso. È necessario – sottolinea Abbaticchio – accendere l’attenzione sulle campagna elettorali, perché da lì parte tutto. È necessario avere in lista persone che non finanziano la loro campagna elettorale pagando i rappresentanti di lista in cambio di un mercimonio di voti, che accettano sponsorizzazioni di imprese dubbie, che hanno frequentazioni con condannati per reati contro il patrimonio pubblico o peggio. È quantomeno necessario aprire una vetrina di trasparenza a cominciare dalla campagna elettorale. Queste Regionali saranno un buon banco di prova da questo punto di vista».

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I timoriChe in Puglia ci sia preoccupazione per la crescente arroganza delle mafie nei confronti delle istituzioni lo testimonia anche il fatto che, dopo il recente attentato dinamitardo nei confronti dell’auto del vicebrigadiere di Ruvo (ma in servizio ad Andria), una delegazione di parlamentari della Commissione antimafia lunedì prossimo avrà un incontro in prefettura a Barletta con i vertici provinciali dell’Arma. «Chi tocca i carabinieri tocca la Puglia», aveva del resto commentato il governatore Michele Emiliano ieri mattina quando si sospettava che l’incendio che ha distrutto due auto dei militari (una “civetta” e una privata) a Gioia del Colle fosse doloso. «Ci si trova di fronte a una sfida allo Stato», aveva invece commentato il presidente del Consiglio, Mario Loizzo, ricordando anche il mezzo chilo di tritolo con il quale era stat
a fatta saltare in aria la vettura del carabiniere a Ruvo.

15 febbraio 2020 | 11:10

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