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Edizione del 02/06/2021
Estratto da pag. 1
Green pass europeo. Secondo la Regione Veneto il certificato vaccinale bilingue è sufficiente
Il presidente della giunta regionale sostiene che non serve alcuna applicazione. Da aggiornare invece quello con i risultati dei test
Il presidente della giunta regionale sostiene che non serve alcuna applicazione. Da aggiornare invece quello con i risultati dei test

VENEZIA. È Green pass la parola magica della ripartenza, il grimaldello - cartaceo o telematico - che consentirà di viaggiare all’estero ma anche di far visita agli anziani in casa di riposo o di partecipare a feste e banchetti di nozze.

Documenta varie circostanze - la prima dose o il ciclo completo di vaccinazione, l’avvenuta guarigione dal virus, l’esito negativo del tampone effettuato nelle 48 precedenti - e giusto ieri la Commissione di Bruxelles ha inaugurato il “gateway Ue”, l’infrastruttura tecnica che consentirà «la validazione in sicurezza» dei certificati digitali emessi dai Paesi dell’Unione. «Ad oggi 17 Stati membri sono già connessi e gli altri si aggiungeranno», l’annuncio del portavoce «è un grande successo e siamo fiduciosi che il sistema sarà operativo il primo luglio».

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Troppo complicato? «Niente paura, non mettetevi in fila davanti a uno sportello, i veneti il passaporto sanitario ce l’hanno già in tasca, lo rilasciamo da mesi e consente di andare dappertutto», è il commento di Luca Zaia con allusione diretta al certificato emesso da centri vaccinali, tamponi point e Ulss in versione bilingue; «Non serve altro, c’è un accordo al riguardo in conferenza delle Regioni, è inutile andare in cerca di altre scartoffie. I nostri stampati rispondono già agli standard richiesti, al più aggiorneremo quello riguardante i test, specificando se si è trattato di molecolare o rapido». 

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