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Edizione del 28/05/2021
Estratto da pag. 1
Puglia, licenziamenti sbloccatiA rischio 250 mila posti di lavoro - CorrieredelMezzogiorno.it
Il segretario generale della Uil lancia l’allarme. «Numeri impressionanti»I sindacati contestano il no alla proroga del divieto di licenziare.
I sindacati pugliesi non usano mezzi termini: lo sblocco dei licenziamenti (dal prossimo 1° luglio) è un provvedimento ingiusto che rischia di aggirare i problemi. Le aziende continuano a prendere soldi pubblici e ora vogliono anche mettere fuori dal ciclo produttivo i dipendenti. «Guardiamo cosa succede nella nostra regione - afferma Franco Busto, segretario generale della Uil Puglia - dove la cassa integrazione ha portato numeri impressionanti. Stando alle nostre valutazioni i lavoratori a rischio, come emerge dal numero di persone che hanno chiesto gli ammortizzatori sociali, sono almeno 200-250 mila. Eppure, la crisi ha colpito tutti dando una grossa mano proprio alla componente imprenditoriale che ha usufruito del 75% delle risorse messe a disposizione per la pandemia».Nell’emergenza, è il ragionamento dei sindacati, bisognerebbe concentrare gli sforzi visto che tutti hanno perso qualcosa. «L’impressione è che il pressing di Confindustria - prosegue Busto - sia diretto più a ottenere altri sostegni. Molte aziende, anche nei periodi difficili, hanno continuato a lavorare quindi non si capisce perché si voglia ristrutturare invece di investire. La preoccupazione degli imprenditori dovrebbe essere quella di uscire tutti insieme dalle sabbie mobili del Covid-19, non di abbandonare le persone al proprio destino. Voglio ricordare che per una famiglia che deve vivere con uno stipendio di 1.500 euro quando passa in cassa integrazione scende a 800 euro. Non è una cosa tanto facile».

Infine, Busto pone l’accento sulla massa di soldi che arriverà in Puglia per il recovery plan: «Bisogna essere credibili se i progetti esistono e sono cantierabili l’investimento di fa. Altrimenti tutto resterà fermo». «Nessuno vuole licenziare senza criterio - ribatte Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia - ma è bene ricordare che in Europa solo l’Italia ha introdotto questa misura che doveva essere temporanea. Abbiamo già rinnovato il blocco per due volte e ora rischiamo di restare ingessati mentre i nostri competitor, e non parlo delle aziende italiane, stanno già correndo».Ma perché rimuovere il blocco è da considerarsi positivo? «Alle imprese - sostiene Fontana - ora servono dipendenti formati con una vocazione digitale. Vogliamo continuare con la cassa integrazione senza formazione? Lo Stato avrebbe dovuto usare il periodo di blocco dell’attività per dotare il personale di nuovi saperi grazie a politiche attive del lavoro. Restando sul divano non si intercettano le esigenze del mercato». Sulle accuse di utilizzare soldi pubblici per andare avanti Fontana spiega: «Ci sarà una gran parte di realtà che non potrà riprendere e ciò vale in particolare per il settore del commercio. In Puglia un 30 per cento degli operatori rischia di sparire dal mercato. In queste situazioni bisogna intervenire subito accompagnando i dipendenti verso ammortizzatori sociali e ricollocazione. Per chi, invece, ha la basi più solide vanno rifinanziate le misure del titolo II della Regione che da’ soldi a chi ne ha diritto e difende la sana occupazione con nuovi investimenti».

Cgil, Cisl e Uil terranno questa mattina nelle sei province pugliesi presìdi per chiedere misure che favoriscano maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro e portino proprio alla difesa dell’occupazione in vista dello scoglio di luglio. Purtroppo, ieri, si è verificata l’ennesima tragedia. Un operaio di 60 anni di Orta Nova, impegnato in lavori di manutenzione a una cappella in un cimitero, è morto dopo essere caduto da una impalcatura, precipitando da quattro metri di altezza.Sul tema recovery plan, invece, è intervenuto il governatore della Puglia (nonché vice presidente della Conferenza delle Regioni), Michele Emiliano, preoccupato per le modalità di realizzazione del piano che potrebbe essere scaricato sui Comuni. «Il dibattito, da quello che abbiamo potuto intuire - ha detto Emiliano partecipando al Wired Digital Day di Brindisi - è che il governo pensa, per accelerare la spesa, di scaricare sui Comun il peso delle gare. Io sono preoccupato, lo dico chiara
mente. Sono, però, anche fiducioso perché convinto che il ministro Mariastella Gelmini, che sta operando uno sforzo sovraumano, perché questo è un governo di emergenza, sta cercando di fare una sintesi. Quando il presidente Draghi parlerà e dirà come deve funzionare il Recovery, dopo ovviamente la discussione con Regioni e Comuni, si dovrà operare e bisognerà obbedire».

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