agenparl.eu
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 143
Edizione del 28/05/2021
Estratto da pag. 1
Sanità, Nursing Up, la proposta di De Palma: «Invece di sospendere dallo stipendio gli infermieri che decidono di non vaccinarsi, impieghiamoli in attività di educazione sanitaria e prevenzione per i cittadini»
(AGENPARL) – ven 28 maggio 2021 Sanità, Nursing Up, la proposta di De Palma: «Invece di sospendere dallo stipendio gli infermieri che decidono di non vaccinarsi, impieghiamoli in attività di educazione sanitaria, nell’ambito di progetti di prevenzione organizzati finalmente dalle ASL, da erogare per via telematica ai giovani ed alla cittadinanza.Siamo pronti a discuterne in un tavolo di confronto con il Presidente delle Regioni, Fedriga»

ROMA 28 MAG 2021 – «Attraverso i nostri referenti locali, ci giunge in queste ore comunicazione ufficiale che la ASL di Brindisi, con disposizione ad effetto immediato, messa in atto dal Direttore Generale, ha sospeso fino a fine 2021 altri quattro infermieri (uno era già stato sospeso alcuni giorni prima), che rimaranno, di conseguenza, si legge nelle disposizioni dell’azienda, anche senza stipendio per molti mesi. Un provvedimento durissimo, che rientra certo nelle ipotesi previste dalla recente normativa sull’obbligatorietà della vaccinazione, ma che rappresenta a nostro modo di vedere una forma di estremizzazione che, in un momento così delicato per la sanità italiana, alla luce di una emergenza che finalmente ci sta lasciando respirare, ma che ci ha attanagliato per oltre un anno, e delle carenze che ci pendono sulla testa come una spada di Damocle, potrebbe essere evitata con piani strategici adeguati che da troppo tempo nessuno attua».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«La sanità italiana annaspa ogni giorno nel “mare magnum” di lacune strutturali a cui nessuno sembra far caso da troppo tempo.

Mancano all’appello strategie concrete in settori chiave come la formazione, la prevenzione attraverso l’educazione sanitaria, anche e soprattutto in favore dei cittadini.

Gli infermieri che decidono di non vaccinarsi certamente si assumono le loro responsabilità e sanno che, per il periodo previsto dall norme, non potranno esercitare a contatto con i pazienti e con soggetti a rischio. Ma sono professionisti con tanto di laurea! Possono e devono essere reinseriti: si deve fare il possibile per arrivare a questo, usando la logica della “pars costruens” e non la mannaia delle punizioni.

Perché nessuno ha pensato alla possibilità di impiegare in modo alternativo questi infermieri, che decidono di non vaccinarsi, con funzioni utili alla comunità? Anche questo la medesima norma lo prevede, non è forse vero?

Possibile che non si possa pensare a progetti, nell’ambito sanitario, dove gli infermieri dipendenti che non si vaccinano, quelli comunque regolarmente assunti a tempo indeterminato, rimanendo nella medesima Asl, non possano occupare funzioni di educazione sanitaria nell’ambito di programmi di prevenzione in favore dei cittadini?

Ecco la parola chiave, la prevenzione! Quella che oggi manca come il pane!

I sindacati come il nostro, mai come in questo caso, andrebbero ascoltati. E per l’ennesima volta cerchiamo, oggi più che mai, con le Regioni, un solido dialogo.

Mai come in questo momento, con la dura esperienza del Covid alle spalle, che dovrebbe averci insegnato molto, la prevenzione, agita attraverso l’educazione sanitaria per la comunità, erogata con strumenti telematici adeguati, può essere una chiave di volta per il futuro. I professionisti infermieri possiedono tutti i requisiti per essere l’elemento cardine per questi progetti ambiziosi. Qualcuno ancora ahimè non lo ha compreso.

Di fronte a questa condizione oggettiva, chiedono chiarimenti le sospensioni degli infermieri, ai quali oltre tutto viene anche sospeso lo stipendio, quando di fatto si possono creare progetti di impiego temporaneo.

Non si tratta, in un frangente del genere, con il piano vaccinazioni entrato nella fase decisiva, di prendere le parti dell’una o dell’altra. Il nostro sindacato, con coraggio, rispetto ad altri che hanno preferito tacere, ha messo subito in chiaro la sua posizione.

La legge non l’abbiamo chiesta, ma c’è e ne dobbiamo tenere conto.

Il nostro
sindacato del resto ha sempre difeso la posizione dei malati e dei soggetti fragili, invocando l’importanza della vaccinazione, ma dall’altra continua a chiedere di non discriminare, e lo dice anche la legge, coloro che non si vaccinano.

Dove stiamo andando? Le Asl possono oggi arrivare al punto di sospendere per mesi infermieri dipendenti e regolarmente assunti, privandoli anche dello stipendio? Siamo sicuri che lo fanno dopo avere opportunamente verificato che non c’erano soluzioni alternative e di certo più equilibrate?

Siamo altrettanto certi che in una Regione Puglia con carenze di personale pari a 15mila unità già prima del Covid, non si potessero trovare alternative occupazionali degne di tal nome, per cinque infermieri, dico cinque, sempre nell’ambito della medesima Asl, consentendo loro di mantenere un dignitoso stipendio?

Insomma, se le Regioni non sanno davvero come impiegare gli infermieri che non si vaccinano, allora si rivolgano a noi. Costruiamo un dialogo proficuo tra Conferenza delle Regioni e sindacati dei professionisti interessati, che hanno a cuore il loro futuro, ma anche quello dei cittadini e dei malati, il futuro della sanità italiana.

Il Referente del Nursing Up per la stampa

Alfredo Iannaccone

Listen to this

Save my name, email, and website in this browser for the next time I comment.

L’Agenzia di Stampa Parlamentare Agenparl è una delle voci storiche ed autorevoli

dell’informazione italiana parlamentare ed è una delle principali news company italiane.

© 2021 Agenparl.eu | Gianluca Milozzi | Tutti i diritti riservati