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Edizione del 28/05/2021
Estratto da pag. 1
Vaccino Covid, no alla seconda dose in vacanza, un piano per le discoteche
Vaccini in vacanza e seconda dose in un''altra regione: governo verso il no. Ipotesi per le discoteche e la riapertura con green pass
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I vaccini in discoteca per «spingere la campagna» coinvolgendo i più giovani. Consentendo il riavvio delle attività delle sale da ballo — al momento non contemplate nell’agenda delle riaperture — se il Comitato tecnico-scientifico e il ministero della Salute dovessero ritenerlo fattibile. Il commissario Francesco Figliuolo ieri ha inviato una lettera al Cts e alla Conferenza delle regioni sulla «possibile riapertura in sicurezza del settore dell’intrattenimento danzante, nella piena compatibilità con la tutela della salute di utenti e lavoratori». In allegato c’è il protocollo della Silb-Fipe, l’associazione di settore. Un documento condiviso due giorni fa da Luca Zaia, presidente del Veneto, nel vertice sulle riaperture nelle zone bianche. Al momento si tratta di una richiesta di valutazione che Figliuolo fa agli scienziati. Però denota la volontà di sottoporla ad un giudizio di merito in previsione dell’afflusso di 94 milioni di dosi da luglio a settembre, mesi in cui le discoteche potrebbero riaprire nelle località turistiche e all’aperto, e la disponibilità di forniture superiore a quella attuale.



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È prematuro immaginare se verrà accolta, anche se ci sono già state sperimentazioni a Milano e Gallipoli. Con l’utilizzo della mascherina senza necessità del distanziamento. Sarebbe, secondo gli operatori, possibile consentire la ripresa delle attività immaginando l’obbligatorietà del green pass (certificato vaccinale, tampone o attestato di guarigione), l’utilizzo di materiali mono uso, la tracciabilità attraverso l’acquisto dei biglietti online e la sanificazione dei locali.



Un passo in più per far ripartire il Paese in previsione di una campagna vaccinale che dovrà per forza di cosa passare da una fase emergenziale costruita sui grandi hub vaccinali ad un’altra agganciata al sistema sanitario nazionale tramite l’ausilio dei medici di medicina generale. Ciò che invece sembra essere tramontata è l’ipotesi della seconda dose in vacanza. Ieri la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ha detto di ritenere «impossibile» la portabilità del vaccino nei luoghi di vacanza, perché c’è il rischio di «alimentare confusione».

Fonti raccontano però che negli ultimi giorni si sia cercatodi trovare un punto di caduta su questo tema senza però alla fine individuarlo. Agli incontri hanno partecipato i tecnici di Sogei, la società informatica controllata dal ministero del Tesoro, che gestisce i dati del sistema delle tesse sanitarie di proprietà della Ragioneria dello Stato. Non ci sarebbe una problema di comunicazione tra banche dati. Sogei è in grado di convertirsi nel cervellone nazionale anche per le prenotazioni che affluiscono sulle varie piattaforme regionali perché ogni appuntamento è agganciato ad una tessera sanitaria. Il problema è invece di carattere organizzativo. Le regioni a maggiore vocazione turistica — Sicilia, Sardegna, Campania e Calabria — non sempre hanno dato prova di un’efficace capacità somministrativa. E l’afflusso di centinaia di migliaia di connazionali da altre parti d’Italia implica uno stress sul personale non indifferente. Sarebbe necessario immaginare un sistema di mobilità dei medici in funzione di una domanda non preventivabile. E anche con il contratto di lavoro, per i trasfertisti, ci sarebbero difficoltà di inquadramento. Più semplice alleggerire i richiami nelle due settimane centrali di agosto pianificando il richiamo al rientro delle ferie.

28 maggio 2021 (modifica i
l 28 maggio 2021 | 07:43)

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