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26 Maggio 2021
di Francesco Malfetano
(Lettura 6 minuti)
Zona bianca ancora reinventata e protocolli per le riaperture da risistemare dopo le correzioni del Comitato tecnico scientifico (Cts). Mancano appena 5 giorni all’inizio del mese di giugno e l’Italia non sembra pronta alla ripartenza. Tra meno di una settimana Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna entreranno nella fascia di rischio più bassa ma ancora non è chiaro quali regole dovranno rispettare. Lo stesso si dica per le attese riaperture del 15 giugno. La sola certezza è che torneranno matrimoni, parchi tematici e congressi ma non si ha un’idea precisa sul come ciò debba accadere. Proprio per questo, quelli in corso sono giorni intensi in cui si susseguono trattative e incontri. Al punto che la situazione rischia di ingarbugliarsi tra richieste e raccomandazioni.
LE RICHIESTE Da un lato ci sono le Regioni che, dopo essersi incontrate ieri in Conferenza, hanno avanzato nuove proposte al ministero della Salute per quanto riguarda le zone bianche (in serata Speranza - «soddisfatto dall’intesa, c’è la consapevolezza che serve ancora prudenza e gradualità» - ha fatto sapere che le ha accolte parzialmente di concerto con l’Iss e lunedì arriverà un’ordinanza). I governatori, guidati dal friulano Massimiliano Fedriga, presidente della Stato-Regioni, sostengono sia necessario accelerare con la ripartenza in zona bianca e quindi hanno ottenuto non solo che da subito il coprifuoco viene eliminato in queste aree ma anche la ridefinizione del calendario delle riaperture. L’idea è che in bianco non si seguano i paletti fissati dal governo: sale bingo, casinò, fiere, wedding, parchi tematici riprendono le loro attività da subito senza attendere - come il resto del Paese - il 15 giugno.
La stessa richiesta di ripartenza immediata (rigettata dalla Salute) sarebbe stata avanzata anche per l’utilizzo della doccia in palestra e piscina al chiuso, oltre che per le discoteche. Per queste ultime le Regioni pressano perché gli si consenta di riprendere da luglio col green pass e anche perché dal primo giugno gli venga consentito di lavorare come ristoranti. Accantonata, a seguito di alcuni scontri tra i governatori l’idea di imporre il coprifuoco alle 24 in zona bianca. È stato invece stabilito che le attività nella fascia di minor rischio - per quanto alcune saranno anticipate appunto - dovranno seguire gli stessi protocolli della zona gialla. Per cui, ad esempio, al fine di evitare assembramenti, anche nella fascia di minor rischio ristoranti e bar dovrebbero poter effettuare il proprio servizio solo ai clienti seduti al tavolino. Tuttavia, proprio quei protocolli a cui si fa riferimento, non sono ancora definiti del tutto. IL FRENO DEL COMITATOMentre i governatori discutevano del pacchetto di proposte, il Cts ha pubblicato le sue raccomandazioni sulle linee guida per le riaperture redatte la scorsa settimana dalle Regioni. Gli esperti, di fatto, chiedono ai tecnici degli enti locali di modificare il vademecum in diversi punti (andrà ridiscusso e poi, in caso, validato dal ministero della Salute). Nel lungo elenco di modifiche si evidenzia, ad esempio, come negli spogliatoi delle piscine o delle palestre al chiuso «deve essere preclusa la fruizione delle docce» o anche che per cinema e spettacoli dal vivo «consentire l’accesso solo tramite prenotazione». Oppure che «per tutte le attività, soprattutto laddove si punta progressivamente alla saturazione dei posti disponibili, e per tutti i lavoratori che non possono mantenere il distanziamento interpersonale previsto, bisogna considerare il possesso di uno dei requisiti per il green certificate». Camerieri e personale di sala ad esempio, qualora il testo venga validato così com’è, dovrebbero dotarsi della certificazion
e pur indossando la mascherina.Ma le novità per i ristoranti sono diverse. Così «i clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie tranne nei momenti del bere e del mangiare» (il testo originario riportava solo quando «non sono seduti al tavolo»). D’altro canto però il Cts non cita il numero massimo di persone per tavolo - oggi il limite è di 4 - ma si limita ad indicare le distanze minime tra i tavoli («almeno un metro»). Rigettata inoltre la possibilità che banchetti e cerimonie non abbiano limiti alle partecipazioni: nel ribadire l’obbligo del green pass il Comitato rimarca infatti come occorra «definire il numero massimo di presenze contemporanee (all’aperto e soprattutto al chiuso) in relazione ai volumi di spazio e ai ricambi d’aria».I TEMIPalestreLe indicazioni del Cts«Negli spogliatoi, deve essere preclusa la fruizione delle docce». Sono queste le poche parole aggiuntive con cui il Comitato, nella sezione del documento in cui si definiscono i protocolli di palestre e piscine, ha corretto le linee guida avanzate dalla Regioni la scorsa settimana. Il Cts inoltre raccomanda di non utilizzare affatto gli spogliatoi in palestra, ritenendo invece possibile farlo in piscina.Le richieste delle RegioniIl testo presentato dalle Regioni la scorsa settimana per le docce («qualora ne sia consentito l’uso») era volutamente ambiguo e lasciava ai gestori di piscine e palestre l’ultima parola su come organizzare davvero gli spogliatoi. Non solo, proprio mentre il Cts li bacchettava sul punto, alla Conferenza delle Regioni di ieri è stato anche discussa l’opportunità di allentare ancora sul tema e cioè di consentire l’accesso alle docce liberamente.RistorantiLe indicazioni del Cts«I clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie tranne nei momenti del bere e del mangiare», così il Cts ha contraddetto il testo originario delle Regioni che invece riportava «solo quando non sono seduti al tavolo». Il Comitato però non cita il numero massimo di persone per tavolo - oggi il limite è di 4 - ma si limita ad indicare le distanze minime tra i tavoli («almeno un metro»).Le richieste delle RegioniPer le Regioni bisognerebbe indossare la mascherina solo nel momento in cui ci si alza dal proprio tavolo, evitando di indossarla anche se si sta seduti a conversare. Non solo, i governatori hanno anche avanzato l’idea che le discoteche italiane a partire dal 1° giugno (e fino al 1° luglio, quando propongono la loro riapertura con il green pass) possano lavorare come ristoranti. CinemaLe indicazioni del CtsLe precisazioni del Cts sono diverse. Si chiede di «Rendere disponibili e obbligatori prodotti per l’igienizzazione delle mani», ma anche di «definire il numero massimo di presenze contemporanee (all’aperto e soprattutto al chiuso) in relazione ai volumi di spazio e ai ricambi d’aria». E soprattutto «consentire l’accesso solo tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni».Le richieste delle RegioniStando alle indicazioni delle Regioni la prenotazione per cinema e spettacoli dal vivo non sarebbe obbligatoria, ma solo una raccomandazione. Inoltre, a differenza di quanto poi corretto dal Cts ieri, i posti in sala prevedono sì un distanziamento minimo di almeno un metro, ma non una disposizione a scacchiera come richiesto dal Comtiato. CerimonieLe indicazioni del CtsLe principali opposizioni del Cts in questo caso sono due e sono molto nette. «Consentire la partecipazione solo a coloro che sono in possesso di uno dei requisiti per il green certificate» (tampone nelle ultime 48 ore, vaccino o guarigione dal Covid) e, soprattutto, «Definire il numero massimo di presenze contemporanee in relazione ai volumi di spazio». Servirà cioè indicare una soglia massima di capienza delle sale utilizzate per i festeggiamenti.Le richieste delle RegioniLe Regioni prevedono meno limiti per la partecipazione dei convitati a delle cerimonie, ma stabiliscono comunque regole rigide sulle modalità di svolgimento di questi. Le norme, già inserite nelle linee guida, vanno dall
a disposizione dei tavoli ad almeno un metro di distanza tra loro al buffet esclusivamente servito da personale incaricato, fino alla necessità di porre ogni singolo abito portato nel guardaroba all’interno di sacchetti appositi.
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