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Edizione del 26/05/2021
Estratto da pag. 1
Zona bianca in arrivo, quali limiti? La proposta delle Regioni su coprifuoco, consumo al tavolo e assembramenti
Nel giro di una settimana almeno tre regioni (Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Molise) potrebbero raggiungere il nuovo colore che, al momento, non prevede limitazioni. Un rischio che gli enti locali non vogliono correre
Nel giro di pochi giorni, alcune Regioni d’Italia potrebbero finalmente raggiungere la zona bianca. Un traguardo agognato ma che un po’ spaventa dopo mesi di regole e restrizioni. Per questo, la Conferenza delle Regioni si riunisce per mettere a punto le linee guida necessarie a interpretare questo nuovo capitolo della lotta alla pandemia Covid proponendo un “bianco rafforzato” che mantenga il coprifuoco alle 24 e tutta una serie di altre misure anti-assembramento e movida. Interessate, in prima battuta, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna che presentano un’incidenza inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti. Zona bianca in arrivo, ma con quali regole? Le proposte delle Regioni

Date e limitazioni: si lavora su coprifuoco, assembramenti e consumazioni al tavolo

L’idea degli enti locali è quella di mettere a punto una proposta comune che dovrebbe valere per tutti i territori che man mano finiranno in zona bianca (sebbene rimanga valida la possibilità per ogni governatore di prendere decisioni restrittive in tema di lotta al contagio in modo autonomo), così da evitare il liberi tutti. Di fatto, si tratterebbe di una revisione della misura comparsa per la prima volta nel Dpcm del 2 marzo firmato dal Governo Conte II e che non prevede alcuna limitazione alle attività economiche. Una eventualità che, secondo i dati a disposizione del ministero della Salute, si verificherà secondo tempistiche già evidenti:

Da lunedì 31 maggio: Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna.

Da lunedì 7 giugno: Veneto, Abruzzo, Umbria e Liguria.

Da lunedì 14 giugno: Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio.

Per quanto riguarda le misure di limitazione da mettere in campo, le Regioni stanno ragionando su alcuni punti cardine da proporre al mistero della Salute:

Il coprifuoco, che per tutti in Italia scatta a mezzanotte dal 7 giugno e verrà eliminato dopo il 24 dello stesso mese dovrebbe essere mantenuto anche nelle zone bianche;

Obbligo di rimanere seduti ai tavolini nei bar e nei ristoranti; niente aperitivi in piedi davanti ai locali pubblici, per intenderci.

Vietato ritrovarsi in gruppo in strade, parchi e giardini a mangiare e bere.

In Sardegna riprende la campagna di screening: test o quarantena all'arrivo

La mossa delle Regioni sulla zona bianca punta anche a evitare quanto accaduto fra febbraio e marzo in Sardegna. L'isola è stata la prima zona bianca d'Italia. Un primato durato, però, poche settimane e i cui effetti si continuano a far sentire. In Sardegna, infatti, fino al 28 maggio, prosegue lo screening di massa in entrata voluto dal presidente di Regione, Christian Solinas. Più in particolare, per entrare in Sardegna dovranno essere esibiti, a scelta e se in proprio possesso:

l’attestato di totale vaccinazione;

l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato non oltre 48 ore prima di partire

Per chi non avesse modo di presentare questi due certificati, sarà messa a disposizione la possibilità di sottoporsi a un test rapido all’arrivo nel luogo di sbarco. Chi si rifiutasse di farlo in quell’occasione avrà l’obbligo di recarsi entro le 48 ore dall’ingresso sull’isola, presso una struttura autorizzata e sottoporsi al tampone molecolare a proprie spese. Infine, c’è anche la possibilità di autoisolarsi per 10 giorni. Altro che green pass.

Vaccinazioni in vacanza, a che punto siamo? Anche la Lombardia apre all'ipotesi

Parallelo al tema della zona bianca, prosegue l’interlocuzione fra Governo e Regioni sul tema della somministrazione del vaccino in vacanza. Dopo il patto sottoscritto da Piemonte e Liguria per il periodo 15 giugno-15 settembre, si attende il parere del commissario straordinario all’emergenza covid, il generale Francesco Figliulo. Quest’ultimo si è detto contrario, per questioni logistiche, all’organizzazione del servizio. Insomma, prima il vaccino poi le ferie. Una posizione sostenuta anche da Italia a Tavola. Contrari i territori che, su questo punto, colgono anch
e un’opportunità economica legata ai flussi turistici. «Siamo intenzionati a utilizzare le settimane centrali di agosto per vaccinare chi fa vacanza e in generale gli operatori turistici nella regione», ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Sarebbe opportuno portare in Conferenza delle Regioni la bozza di accordo Liguria-Piemonte per vaccinare i turisti, in modo che possa diventare una traccia per tutti coloro che lo vogliono fare», ha rilanciato il governatore della Liguria, Giovanni Toti. Aperture arrivano anche dalla Lombardia, inizialmente reticente sul tema: «Per quanto riguarda le vaccinazioni in vacanza noi siamo pronti. Se il generale dovesse dire sì, noi saremmo pronti a offrire anche questo servizio», ha detto il presidente della Regione, Attilio Fontana intervenendo a Uno mattina.